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 2019  maggio 09 Giovedì calendario

Lo slogan dei Pensionati che irrita Fico

Punto, punto e virgola, due punti. E il punto esclamativo di Carlo Fatuzzo. Dalla famosa lettera del film Totò, Peppino e la Malafemmina all’aula di Montecitorio, la punteggiatura ha la sua importanza. Lo ha ricordato ieri il deputato, leader del Partito dei Pensionati eletto nelle liste di Forza Italia, al presidente della Camera Roberto Fico. «Chiedo di parlare», esordisce Fatuzzo condendo la sua richiesta con inusitata gravità. Il motivo dell’intervento è un cosiddetto «richiamo al regolamento», in particolare l’articolo 59, che regola l’uso di «parole sconvenienti» da parte degli onorevoli. «Sarò breve», premette il parlamentare diventato famoso per una strana abitudine: terminare ogni suo discorso in aula con una postilla, che fa così: «Viva i pensionati, pensionati all’attacco». Senza il punto esclamativo, che invece viene riportato nei resoconti stenografici delle sedute, a causa dell’entusiasmo con cui Fatuzzo pronuncia il suo grido di battaglia.
L’ultima volta lo ha fatto martedì, beccandosi l’ennesima reprimenda dal Presidente di turno, il dem Ettore Rosato. «In fine seduta di ieri sera – racconta Fatuzzo – il Presidente mi richiama: “Onorevole Fatuzzo, la invito a non concludere più così i suoi interventi"». Aggiunge: «Non è la prima volta che il Presidente della seduta mi richiama invitandomi a non esprimermi, al termine dei miei interventi, con la frase “Viva i pensionati, pensionati all’attacco"». Poi la precisazione, quel diavolo che si nasconde sempre nei dettagli: «Lo dico senza punto esclamativo, perchè voglio dire che ci sono tanti modi per comunicare, anche l’uso della parola e, addirittura, l’uso del punto esclamativo che viene riportato nel resoconto stenografico».
Fatuzzo, quasi con piglio da leguleio, smonta i rimbrotti che puntualmente gli arrivano dalla presidenza della Camera. Perché quella frase, detta «senza offendere nessuno» e «senza parlare male di nessuno» rientra nel diritto-dovere del parlamentare di «esprimere quello che ritiene utile e opportuno peri cittadini». Segue spiegazione di Fico: «È chiaro che “viva i pensionati, pensionati all’attacco” non sono parole cosiddette sconvenienti, ma utilizzate a ogni fine intervento, ogni volta, dall’inizio della legislatura, possono essere uno slogan finale da mettere a ogni intervento e, quindi, rientrare nelle frasi cosiddette sconvenienti». A rendere tutto ancora più surreale, scatta un applauso dai banchi della Lega. Fico, colpito dalla passione del deputato forzista, si profonde in una captatio benevolentiae, volta a estirpare con le buone maniere la pittoresca consuetudine di Fatuzzo: «Perciò io la invito a cercare di non concludere l’intervento con uno slogan, ma di esplicitare, come lei sempre fa, la questione dei pensionati all’interno di un intervento che non si concluda sempre con uno slogan». Slogan che ha dato al parlamentare una discreta popolarità. Fatuzzo è diventato una star del web grazie al programma radiofonico di Rai Radio 1 «Un giorno da Pecora», con i conduttori che quotidianamente riprendono le performance d’aula del fondatore del PdP. E la cosa non sembra dispiacergli, tanto da condividere sul sito del suo partito uno spezzone della trasmissione in cui viene preso bonariamente in giro. Nell’antologia degli interventi parlamentari del deputato Fatuzzo c’è un po’ di tutto. E a Montecitorio non possono dimenticare quando, a ottobre 2018, l’onorevole ha preso la parola per dire «Grazie Roma», ringraziando i giovani che gli lasciano il posto sulla metro. Altro che l’autobus di Fico.