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 2019  maggio 08 Mercoledì calendario

Gerarda Pantalone: «Rimpatri per chi non rispetta la legge ma gli altri devono essere integrati»

Gerarda Pantalone, capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale, prefetto di Roma, è nata a Grazzanise, in provincia di Caserta.
«Premessa: sono molto arrabbiata».
Con chi?
«Con chi mi ha trascinato in questo frullatore politico, creando un clima che ha avvelenato la mia nomina», dice Gerarda Pantalone, nel suo primo giorno alla Prefettura di Roma.
Ce l’ha con chi, nel M5S, non la voleva a Palazzo Valentini, temendo un commissariamento di Salvini sulla Raggi?
«Una cosa che non farò è entrare nelle polemiche politiche. Dico solo che sono un dirigente dello Stato, che lavoro al Ministero dell’Interno dal 1979, sempre con passione e determinazione. Se il ministro dell’Interno è Salvini, rispondo a Salvini, è il compito del prefetto. Certi attacchi mi hanno amareggiato, sono anche stata tentata di dire al ministro: rinuncio».
Alla fine non l’ha fatto.
«No, questo è l’incarico più prestigioso che potessi desiderare. Amo Roma, città splendida, ho scelto di viverci quarant’anni fa».
Città splendida, che sembra essersi incattivita. Ha visto cosa sta succedendo a Casal Bruciato, dopo Torre Maura? Le rivolte anti-rom, la rabbia delle periferie degradate...
«Devo studiare il dossier, ma i campi rom sono oggi probabilmente il problema più difficile della città. Me ne sono occupata anche a Napoli. E posso dire una cosa: chi vuole accettare le regole del nostro Paese può e deve avere un percorso di integrazione».
Anche con le case popolari?
«Se ricordo bene, anche a Napoli è stato fatto».
E chi non vuole integrarsi?
«Il percorso è più difficile, so che le amministrazioni locali possono fare accordi con i paesi di provenienza».
Per i rimpatri?
«Sì, è una strada difficile, ma deve essere percorsa».
CasaPound, dice Raggi, fomenta le proteste. La sindaca ha chiesto lo sgombero del quartier generale dell’organizzazione, il palazzo occupato all’Esquilino. Si farà?
«Rispondo come rispondeva il mio predecessore: c’è una circolare del Ministero che fissa alcuni requisiti. Chi li ha è nella lista delle priorità, chi non li ha, no. Per il resto, datemi tempo e studierò il dossier. Prima non parlo mai. Ma il tema degli sgomberi è uno dei primi su cui lavorerò. Seguirò la linea di chi mi ha preceduto, il prefetto Basilone. Con Raggi ne ho già parlato, quando ci siamo incontrate, lunedì».
Impatto?
«Positivo, così come con il governatore Zingaretti, mi ha assicurato massima collaborazione. E io lo stesso. Serve sinergia, nell’interesse di Roma».
Come sta, Roma?
«Una città splendida, come dicevo, ma con problemi evidenti. Ci vuole maggiore impegno, da parte di tutti».
Nelle periferie e non solo come a Casal Bruciato, c’è frustrazione e insofferenza.
«Perché sicurezza oggi significa anche decoro e servizi. Se ci sono situazioni di degrado, se il cittadino è arrabbiato perché ci mette tre ore a prendere il bus, che si è rotto, o se passa la giornata in fila in un ufficio pubblico, è ovvio che le criticità si amplificano».
Il primo tema che affronterà?
«La finale di Coppa Italia, Lazio-Atalanta».
Rischio scontri?
«Faremo un comitato per analizzare le criticità».
È favorevole al Daspo per gli hooligan violenti?
«Raggi ne ha parlato con Salvini, il tema sarà approfondito».
Dopo il Mondo di Mezzo, altre inchieste di corruzione scuotono Roma. E tutti gli schieramenti sono stati toccati. Da ultimi i 5 Stelle, con l’inchiesta sullo stadio a Tor di Valle. C’è malaffare in Comune?
«Ho fronteggiato la camorra a Napoli, ma ogni territorio è diverso. La mafia trova strade per infiltrarsi nelle istituzioni, non è facile riconoscerla e quindi è difficile alzare una corazza. La corruzione ci va a braccetto, è una serpe, un male che va estirpato».
Anche da Roma?
«Anche da Roma, se c’è, certamente. E non sta solo alla magistratura. Si deve ripartire dall’educazione civica, dal messaggio che si da ai giovani».
Arriva dal dipartimento Migranti del Viminale. Che novità dobbiamo aspettarci a Roma, su questo fronte?
«La situazione oggi è molto migliorata, negli ultimi due anni. Entro maggio dovrebbe aprire il Centro di Permanenza per il Rimpatrio a Ponte Galeria. Servirà ad accelerare sulle espulsioni».