la Repubblica, 8 maggio 2019
Gaetano Azzariti: Farlo partecipare con il suo stand nega uno dei fondamenti della Carta
Gaetano Azzariti, docente di diritto costituzionale alla Sapienza, è nato a Napoli.
Per lei, professor Azzariti, sono apologia di fascismo le frasi dell’editore di Altaforte, con cui Salvini pubblica l’autobiografia? «È una notitia criminis. C’è una disposizione del nostro ordinamento costituzionale che prevede la reclusione da sei mesi a due anni per chiunque faccia apologia di fascismo. Parlo dell’articolo 4 della legge Scelba del lontano 1952. La magistratura dirà se c’è il reato». Le frasi sono contro la Costituzione? «Contro la Carta sono tutte le azioni promosse ai fini di riorganizzare “sotto qualunque forma”, com’è scritto nella XII disposizione transitoria e finale, il partito fascista. La legge Scelba specifica che le forme in cui si concretizza il divieto sono sia la ricostituzione del partito, sia l’apologia, e le manifestazioni fasciste». Ci sono già condanne per episodi simili? «Negli anni ’70 due organizzazioni furono sciolte dopo le sentenze dei giudici che condannarono Ordine nuovo e Alleanza nazionale. Il ministro dell’Interno le sciolse e ne confiscò i beni. I dirigenti furono condannati a diverse pene». Dopo le denunce di Appendino e Chiamparino che succede? «I profili sono due: da un lato la responsabilità personale per le dichiarazioni rese e dall’altro quella legata a CasaPound, la sua organizzazione di appartenenza, i cui comportamenti sono già oggetto di indagine in alcune procure». Altaforte andava esclusa a prescindere dalla Fiera? «La decisione di ammettere questo editore mi pare neghi il fondamento antifascista del nostro ordinamento costituzionale». Il Museo di Auschwitz si dice incompatibile con una Fiera in cui c’è Polacchi. «Capisco bene questa reazione. È stata fortemente sottovalutata l’importanza della memoria storica. Mi auguro che nel centenario della morte di Primo Levi il Salone possa recuperarla». Per l’autrice il libro non è fascista... «Non l’ho letto. Ma l’accusa non è tanto al libro in sé, quanto ai collegamenti dell’editore con CasaPound». Per Salvini “la cultura è sempre cultura…”. «Sì certo, ma ciò non impedisce di far valere con estremo rigore le norme e la Costituzione. Aggiungo che la cultura è anche fatta dalla battaglia delle idee». È accettabile che il titolare del Viminale pubblichi con Altaforte? «Ciascun autore si sceglie il suo editore, ma la scelta non è neutrale. Evidentemente Salvini in questo modo manifesta una sintonia con Altaforte».