ItaliaOggi, 8 maggio 2019
Nessuno vuole le case di Patrica, nemmeno a un euro
Meglio un caffè di una casa. Anche se il prezzo è lo stesso: un euro. «Non ci aspettavamo una risposta del genere». Lucio Fiordalisio, sindaco civico di Patrica, un comune di circa 3 mila abitanti in provincia di Frosinone, non nasconde la delusione. Nel 2017, per scongiurare l’abbandono del centro storico, la sua amministrazione, in carica dal 2015, aveva lanciato il progetto delle case a un euro. Con i centralini comunali che, all’epoca, erano stati surclassati di telefonate: dal Lazio e dal resto d’Italia, ma anche dalla Cina e dalla Finlandia. A due anni dal lancio dell’iniziativa, però, è stato venduto un solo immobile sui 38 disponibili. Un flop sorprendente e inaspettato.
«L’amministrazione ha già dato avvio al riordino e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente, mediante il censimento degli immobili fatiscenti del centro storico», si legge nella delibera comunale del 2017. «Dalle risultanze del censimento è emersa l’esistenza di 38 edifici che versano in condizioni di abbandono e fatiscenza. Peraltro, come tutti i centri storici dei piccoli paesi, anche quello di Patrica ha subìto il fenomeno dello spopolamento e, di conseguenza, l’amministrazione comunale ha in animo di porre in atto una serie di interventi, anche sulla scia delle recente legge della Regione Lazio sulla rigenerazione urbana».
«L’iniziativa progettuale, denominata A Patrica case a un euro, prevede la programmazione e la gestione di interventi e azioni per il recupero della funzione abitativa del centro storico, mediante riqualificazione del tessuto urbanistico edilizio che favorisca l’insediamento abitativo di famiglie, di attività turistico ricettive e di negozi o botteghe artigianali».
Il progetto delle case a un euro, in Italia, è piuttosto diffuso. Tanto che sul web si trovano siti specializzati che riportano le offerte dei comuni che hanno aderito all’iniziativa. A Patrica, però, il progetto, dopo l’entusiasmo iniziale e nonostante l’impegno dell’amministrazione, si è rivelato fallimentare. Almeno per ora.
«Questo ci ha convinto ancor di più del fatto che sia la strada giusta per riqualificare il centro storico, ma il progetto va perfezionato», ha detto il sindaco Fiordalisio all’edizione locale del Messaggero. «Noi l’avevamo pensata come un’iniziativa a favore dei proprietari». Anche perché ad accollarsi le spese del restauro, da ultimare entro tre anni dall’atto di compravendita, è l’acquirente. Ed è questo, forse, uno dei motivi che hanno scoraggiato i potenziali compratori.
Il Comune, nell’avviare il progetto, aveva individuato 38 edifici abbandonati o in stato di degrado. I proprietari degli immobili in questione, tramite una convenzione sottoscritta con l’ente, avrebbero dovuto dare la disponibilità a partecipare alla campagna dell’amministrazione per vendere la loro casa a un prezzo simbolico. La risposta, però, è stata minima. Tanto che, oltre a una sola compravendita conclusa, nella sezione del sito del Comune dedicata all’iniziativa si trovano appena due annunci. Secondo un dossier diffuso da Unimpresa, la provincia di Frosinone è la prima in Italia per gli immobili catalogati come degradati: 28.596 a fronte dei 410.813 che versano in buone condizioni, con un rapporto pari al 6,96%. Patrica, in tal senso, avrebbe potuto rappresentare una sorta di capofila nella riqualificazione degli immobili, in particolare quelli del centro. Sinora, però, c’è chi ha preferito un caffè.