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 2019  maggio 08 Mercoledì calendario

Italiani in auto sempre più connessi

Il 29% degli automobilisti oggi guida un’auto connessa e oltre la metà degli italiani intende dotarsene. Il 60% è disposto a condividere i dati del veicolo (ma non quelli personali del telefono) per servizi che possano aumentare la sicurezza personale e dell’auto, come la localizzazione in caso di emergenza o furto. Anche se persistono timori su possibili accessi ai dati, violazioni della privacy o hackeraggio del veicolo.
Questi, in sintesi, le tendenze principali della ricerca presentata ieri a Milano «L’auto connessa… vista da chi guida», condotta da Aniasa, l’Associazione confindustriale che rappresenta il settore dei servizi di mobilità e dalla società di consulenza strategica Bain & Company.
L’indagine, che ha coinvolto un campione di 1.200 automobilisti parte e l’aumento esponenziale della produzione di dati (ogni giorno se ne creano 2,5 milioni di TeraByte) sta guidando l’ingresso nel mondo dell’auto di nuovi operatori specializzati, che offrono servizi ai driver.
Il margine della filiera automobilistica si sta spostando da chi produce i veicoli a chi fornisce i servizi connessi. Si stima che il mondo legato all’auto connessa valga oggi oltre 60 miliardi di euro a livello globale e si prevede una crescita a tripla cifra (+260%) nei prossimi otto anni. Nei prossimi 3-4 anni saranno consegnati 125 milioni di auto connesse.
Lo studio evidenzia come l’interesse sul tema connessione stia crescendo. Un italiano su tre guida un’auto connessa, con dispositivi in grado di scambiare informazioni avanzate con altri sistemi (non basta il solo bluetooth). Il 59% dichiara di non averla ancora, ma intende dotarsene in futuro.
Ad attirare il maggiore interesse degli automobilisti sono le caratteristiche legate alla sicurezza, seguite dalla navigazione evoluta e dalla connettività con strade smart (entrambe all’11%).