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 2019  maggio 08 Mercoledì calendario

Madonna e il cellulare ai figli

David Banda Mwale Ciccone Ritchie, che per inciso su Facebook è seguito da 4.063 persone, è forse l’unico adolescente del mondo occidentale a non avere un cellulare. Lo ha deciso sua madre, Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, 345 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, la popstar che della provocazione ha fatto il suo stile di vita, ma che sa anche imparare dai suoi errori. Uno, in particolare: aver regalato troppo presto un telefonino ai primi due figli, Lourdes (Lola), 22 anni, nata dalla relazione con il personal trainer Carlos Leon, e Rocco John, 18, figlio del regista inglese Guy Ritchie. Entrambi ebbero il cellulare a 13 anni. Da quel momento, ha raccontato la madre a Vogue Uk, la loro relazione è finita. «Non completamente, ma (il telefono, ndr) è diventato una parte molto, molto importante della loro vita. Così sono stati inondati troppo dalle immagini e hanno cominciato a fare confronti con gli altri, il che è davvero dannoso per la crescita». 
Difficile credere che sia stato per colpa di uno smartphone che Rocco, due anni fa, abbia voluto lasciare la casa materna per andare a vivere con il papà, dopo una crisi affrontata con marijuana e testa rasata. Così come fatichiamo a pensare che la «scarsa determinazione» di Lola (parole di mamma), la primogenita «follemente talentuosa» (Madonna dice di essere «verde di invidia»), sia causata dai tormenti di social media e telefonino. Però la popstar, che ha sei figli, fa tesoro dell’esperienza passata per preservare almeno gli altri quattri figli adottivi, originari tutti del Malawi: David Banda, appunto, 13 anni, Mercy James, di poco più piccola, e le gemelline Stella ed Esther Mwale, 5 anni. Curiosamente, nella lunga intervista a Vogue Uk, Madonna si è posta il problema del telefonino solo a proposito di David, e non di Mercy James. Lui è quello che più le somiglia. «Per messa a fuoco e determinazione, sono abbastanza sicura che abbia preso da me. È quello con cui ho più cose in comune: ha più Dna mio degli altri figli». 
Davanti a cotanto Dna nessuna misura precauzionale è eccessiva. Dunque niente smartphone in un mondo dove l’adolescente che ne è privo, più che «preservato» diventerà per certo un emarginato. Ma Madonna sa cosa fa. «Nessun’altra è nella mia posizione», ha sottolineato modestamente a Decca Aitkenhead. Cioè: «Madre single di sei figli, che continua a essere creativa, artista, politicamente attiva». In effetti l’unica altra che ci viene in mente è Angelina Jolie, ma non sappiamo quali regole abbia imposto sugli smartphone. 
Il dilemma di Louise Veronica, però, è quello di ogni padre o madre che in Italia si arrende ad acquistare il telefonino al figlio di 8-10 anni, come regalo per la comunione/cresima, raccontandosi che lo fa per controllarlo meglio. «La verità è che l’uso del cellulare non è precoce: è precocissimo. Un bambino vede il cellulare del genitore tra zero e tre anni: il 70-80 per cento dei genitori glielo dà in mano per farlo stare buono. A quel punto la proibizione dell’uso personale risulta del tutto superata dai fatti...», spiega Paolo Ferri, docente di Tecnologie didattiche all’Università di Milano Bicocca. Sotto i 13 anni, in base alla sua esperienza, ha senso installare il «parental control», ma superata quell’età un ragazzino non ci sta più a farsi controllare. Così, insiste il pedagogista: «Il lavoro educativo va fatto prima, in casa e a scuola. Sul fronte dei rischi legati alla pedopornografia, ma banalmente anche alla quotidianità: non bisogna camminare con le cuffiette, perché isolano, e non bisogna attraversare la strada guardando lo schermo del telefono, rischi di essere investito». 

Bill Gates e Melinda proibirono ai figli di avere un cellulare fino a 14 anni. Steve Jobs vietò ai suoi l’uso dell’iPad che era appena stato lanciato sul mercato. Non proprio padri digiuni di tecnologia. Forse solo ragionevoli.