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 2019  maggio 08 Mercoledì calendario

I segreti di Virginia Raggi finiti online

Nella casella di posta elettronica certificata della sindaca c’è un po’ di tutto: un avvocato-poeta la invita al concerto di Bruce Springsteen, una signora le spedisce il curriculum del marito, un altro vorrebbe fare l’assessore alla Gioventù («ho tante idee»). Ma ci sono anche le richieste dell’Ordine degli avvocati, per qualche quota ancora non saldata. E poi ancora curriculum di «storici simpatizzanti del M5S», peraltro mandati da persone autodefinitesi «solari, dinamiche e precise», pronte a trasferirsi a Roma per collaborare con l’amministrazione pentastellata insediatasi quasi tre anni fa sul colle capitolino. Ci sono molti colleghi (nel senso di avvocati) che conoscendo l’indirizzo di posta certificata ne approfittano per segnalare problemi legati ad Atac, ai rifiuti, al degrado. E poi una lettera aperta sul discusso disegno di legge presentato dal senatore leghista Simone Pillon, i cui si invitano i vertici M5S a «far rispettare il contratto» di governo siglato con il Carroccio.
Virginia Raggi è la vittima più nota dell’attacco di Anonymus, che ha hackerato la Pec di 30 mila professionisti iscritti all’Ordine di Roma: i testi sono stati integralmente pubblicati su internet, a disposizione di tutti gli utenti. Anonymous ha pubblicato alcuni screenshot delle presunte mail, tra le quali quelle inviate proprio dall’Ordine degli avvocati riguardo alcune quote di iscrizione degli ultimi anni. «Raggi, paga le tasse», è il messaggio lanciato dagli hacker, via Twitter, all’inquilina di Palazzo Senatorio.

L’ATTACCO
La sindaca, comprensibilmente, non nasconde la sua rabbia, parlando di «gravissima violazione della privacy nei miei confronti e dei miei colleghi dell’ordine degli avvocati di Roma». Anche perché non si tratta del primo caso di accesso non autorizzato ai suoi dati personali. Alla fine della scorsa estate la scena se la prese Rogue0, nome d’arte apparso su Twitter: l’hacker ha bucato la il sistema Rousseau, la piattaforma grillina plasmata e collaudata da Casaleggio jr, dove si consuma la militanza (virtuale) di attivisti e politici M5S. L’account ha spiattellato sul web, cinguettio dopo cinguettio, l’email e il numero di telefono della Raggi, così come quello della vicepresidente del Senato, Paola Taverna, e prima ancora i cellulari del vicepremier Luigi Di Maio e dei ministri Danilo Toninelli e Alfonso Bonafede. Poi, nelle scorse settimane, è arrivata la diffusione delle telefonate con Lorenzo Bagnacani, ex numero uno dell’Ama, l’azienda municipalizzata che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nella Città eterna.

LE DOMANDE
Ma dall’elenco diffuso da Anonymus emerge soprattutto un sottobosco di avvocati che usano la posta certificata per complimentarsi con la Raggi per l’elezione a sindaco ma anche per farsi avanti, perché non si sa mai. Le mail più frequenti sulla casella Pec della sindaca, tanto per restare nelle abitudini dell’utente medio, riguardano richieste di pagamento. Non le classiche multe per violazioni del Codice della strada, incubo quotidiano dei romani, ma quote arretrate dovute all’Ordine degli avvocati di Roma. Tanto che alla Raggi arriva addirittura una convocazione, per lo scorso 8 novembre, per «l’avvio del procedimento per la sospensione», chiedendo alla prima cittadina, nella veste di iscritta, di provare il versamento di 145 euro, risalenti al 2017. Non mancano però le autocandidature per un posto al sole in Campidoglio, spesso corredate da curriculum e autocertificazione di illibatezza della fedina penale. Alla numero uno del Campidoglio arriva anche una diffida da parte dello staff di un suo predecessore, Francesco Rutelli, che le intima di «non diffondere ulteriormente informazioni» su «false responsabilità» dell’ex sindaco sul debito del Comune di Roma.

LE SEGNALAZIONI
Sono tanti i colleghi della Raggi che usano la Pec professionale per lamentare disservizi cittadini. C’è chi sottolinea che «le strisce pedonali (zebre) sono ormai sbiadite e irriconoscibili specie a distanza e di notte», e chi punta il dito «sul rischio altissimo che corrono i passeggeri della linea tram 19 che scendono e si trovano in strada con altissimo rischio di essere travolti». Un tale M. invia una mail che fa un po’ tenerezza: prima scrive «ho visto il dibattito tutti contro di lei e gli ha spaccati tutti alla grandissima» per poi però chiedere, dopo questa premessa, «volevo chiederle se ci fosse la possibilità per presentare la candidatura come assessore alla Gioventù e all’Innovazione? Ho davvero tantissime idee». Una signora, N.: «Gentile sindaco, perdonerà l’ardire e l’uso improprio dell’utilizzo della Pec, ma non ho trovato altro modo per farle presente il curriculum vitae di mio marito». E poi l’avvocato P.: «Ciao Virginia, non farti ingannare dalla mia Pec: non sono un avvocato, lo faccio solo per campare. Mi occupo invece di poesia da trent’anni», «la pratico anche in strada, assieme ad un acquerellista di Milano», «sabato con la mia compagna saremo a a Roma per une vento imperdibile: il concerto di Bruce. Se non hai ancora i biglietti, acquistali subito». Chissà se Virginia Raggi c’è poi andata al concerto di Springesteen.