la Repubblica, 8 maggio 2019
CasaPound come business
ROMA Il distretto commerciale CasaPound, fascisti di questo ventennio, si allarga a Colle Oppio. Siamo a Roma centro, ai piedi della Stazione Termini. Bottega dopo bottega, gli estremisti sovranisti stanno monopolizzando il già storico quartiere della destra della capitale. Commercio e politica aggressiva: t- shirt Imperium e Semidio possono aiutare a finanziare i blitz contro gli ambulanti. In via Merulana, cento metri da una delle quattro basiliche papali della capitale, Santa Maria Maggiore, ha aperto “Pivert”. L’altro giorno. Abbigliamento per ultras e mazzieri, Pivert donò a Matteo Salvini un giubbino per un’uscita di gala a San Siro (l’anno scorso di questi tempi, finale di Coppa Italia). In quattro stagioni con questo marchio sono stati aperti diciannove negozi, uno a Madrid. Pivert è controllato al settanta per cento da Francesco Polacchi, 33 anni, già picchiatore di Blocco studentesco (diverse inchieste gli hanno contestato la violenza anche in età più adulta). Polacchi è l’editore, evoluzione del suo spirto d’impresa, del libro di Chiara Giannini con le cento domande a Matteo Salvini, l’intervista allo specchio che ha fatto saltare in aria il Salone del Libro di Torino. Sì, nel tempo il leader di piazza Navona è diventato trait d’union tra le Tartarughe neofasciste e il ministro dell’Interno. Rapporto antico, tra l’altro, prima affidato alle ambasciate di Mario Borghezio. Francesco Polacchi in questi giorni ha riportato a casa, appunto a Colle Oppio, giubbe e felpe imperiali. Tre finestroni su due lati, tre brutti condizionatori esterni, produzione rigorosamente italiana – così assicurano fin dall’insegna –, l’ultimo negozio è stato appena battezzato nel quartiere dove è nato tutto. Nel 1948, la vicina via Carlo Botta, il Movimento sociale italiano aprì una delle prime sedi di partito, “Istria e Dalmazia”. Gli esuli, scappati dalle foibe titine, si scavarono a mano un rifugio. Nel novembre 2017 i vigili urbani hanno chiuso la sede, passata nel frattempo a Fratelli d’Italia: aveva seicento iscritti, era morosa. Questa linea della destra romana che cuciva il Movimento sociale ad Alleanza nazionale e quindi a Fratelli d’Italia nel Ventesimo secolo è stata presa in mano, e in epoca salviniana ricongiunta al potere, da CasaPound. La destra radicale vincente. Sempre in questa area di Roma – via Napoleone III, civico otto – il 26 dicembre 2003 gli azionisti di CasaMontag guidati da un fascista emergente come Gianluca Iannone avrebbero occupato in maniera “non conforme” un bello stabile di sei piani ribattezzandolo CasaPound (il letterato Ezra e i suoi canti contro l’usura). Ci entrarono famiglie italiane, molti erano i parenti degli occupanti. In via di San Martino ai Monti, proprio sotto Pivert abbigliamenti, subito dopo è arrivata la libreria “Testa di ferro”. Ha aperto il 25 giugno 2005, con questi presupposti: «Una piccola folla di militanti richiama le folli avanguardie dell’inizio del XX secolo che diedero vita al Futurismo, all’Interventismo, all’avventura fiumana», hanno scritto i fondatori, «e che furono la fucina di idee, azioni e volontà che sarebbero sfociate nel Fascismo”. Ecco, il libro Io sono Matteo Salvini, Altaforte edizioni (di nuovo Polacchi), qui si vende a 17 euro. Non è in vetrina, però. Sono esposti Rockefeller e Warburg, le famiglie più potenti della Terra e Un capitano, la biografia di Francesco Totti. All’interno, si vedono i dischi degli ZetaZeroAlfa, da ventidue anni gruppo fascio-rock di Gianluca Iannone. Iannone, sì. In tempi di scarsa notorietà serviva ai tavoli, già con la barba hipster, da Angelino (ristorante dal 1899). Ne detiene quote e il logo della cucina romana è stato esportato a Milano, a Malaga, in Perù. “Da Angelino”, quello originale, si è trasferito in via Capo d’Africa, le strade di fronte al Colosseo. Tornando a Colle Oppio, a pochi passi dalla libreria ecco il “Carrè Monti”, bistrot in collaborazione sovranista tra francesi e italiani. I nastrini della bandiera ucraina sotto le tazze del tè spiegano le inclinazioni di politica estera del locale. A fianco c’è “Badabing”, abbigliamento dei militanti prima che Pivert s’imponesse. La commessa fa anche la barista da Badabing. E ancora, nella parte residenziale del colle si avvista il pub “Cutty Sark”. CasaPound della prim’ora, apre soltanto per le riunioni che contano.