ItaliaOggi, 7 maggio 2019
Periscopio
Le semplificazioni hanno molti nemici, in testa la sempliciotteria. Dino Basili. Uffa news.Chi più ne ha, più ne metta via. Marcello Marchesi, Guida ai grandi aforisti. Odoya, 2018.
Eppure sotto sotto lei spera che un giorno... «Non sotto sotto: sopra sopra. Io sono tranquillo. So che la ruota gira. E che il tempo è galantuomo». Matteo Renzi, ex premier. (Gian Antonio Stella). 7.
Resto convinto che le reazioni di intolleranza siano provocate da fenomeni contingenti: se si esaurissero i processi migratori, lei crede che sopravvivrebbe questa paura del diverso? Emilio Gentile, il più autorevole studioso del regime di Mussolini. (Simonetta Fiori). Repubblica.
Mi sono candidato alla presidenza della Rai per costringerli a scegliere persone migliori di me. Ora la Lega ha presentato un’interrogazione alla Camera contro un mio programma che non c’è. Ho scritto al presidente Roberto Fico. Manco mi ha risposto. In Italia si fa così. Michele Santoro, conduttore tv. (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Chiesi al cardinal Ersilio Tonini: «Il suo peccato più grave, eminenza?». «Una volta invece di tornare a casa per pranzo, ho mangiato da un mio amico. Papà ci restò male. Avevo 8 anni». «Nient’altro?». «Non saprei», fa lui. «Mi minchiona?», mi informai. «Eravamo una famiglia così. Mamma faceva la pasta e pregava», rispose. Il rischio che l’intervista fosse allegata agli atti della sua futura beatificazione, era grosso. Per scansarlo, divenni pruriginoso: «Sempre stato casto?». «Certo», rispose. «Fonte di gioia infinita. La castità è il cemento del sacerdozio, come la fedeltà del matrimonio». «Si è mai innamorato segretamente, eminenza?». «Quando si è orientati come me, si guarda a tutto come un padre. Non si distinguono maschi, femmine, bambini». Giancarlo Perna, saggista politico. La Verità.
Tornammo in Italia e mamma rivide una vecchia amica, Igea, conosciuta quando studiava ballo alla Scala. «Venite a cena da noi, così vi presento mio marito». Ci mandarono a prendere con un macchinone, salutammo Igea e, poco dopo, arrivò il marito. «Mama, mi ch’el lì ’l cunusi», lo conosco. «Tas», disse mamma. Mamma diceva sempre «tas», taci. «Mama, l’è minga el Luchi Luciano?». «Sì l’è lü, ma tas». Lucky Luciano parlava di persone che avevamo conosciuto in America e di boxe. Io raccontai di quando Jack La Motta mi mise ko. Di ritorno dal Madison Square Garden mi portò un paio di guantoni. Li indossai e lo sfidai. Gli bastò sfiorarmi per stendermi come una pelle di fico. Mamma prese il mattarello e glielo picchiò in testa. Johnny Dorelli, cantante. (Pierluigi Vercesi), Corsera.
Potrebbe trasferirsi in Portogallo, come il suo amico Fabrizio Del Noce. «Ci ho pensato, per via delle tasse agevolate sulla pensione. Ma ascoltando Il re del Portogallo volea ballar la samba del Trio Lescano m’è venuto il magone. Era la canzone delle mondine. Da bambino le spiavo nelle risaie con il cannocchiale di un mio amico, nipote di un ammiraglio. Alle mondane ho sempre preferito le mondine. Sono il mio mito erotico». Carlo Rossella, presidente di Medusa. (Stefano Lorenzetto, scrittore). Corsera.
I successivi anni dopo la morte di mio padre in un incidente stradale sono stati di disperazione. Ho pensato: non sarò mai più capace di ridere. Era morto un amico, un padre, un amante, un maestro. Poi ho capito che, se uno non sa ridere almeno cinque minuti al giorno, sta sbagliando vita. Giovanni Minoli, dirigente tv (Candida Morvillo). Corsera.
Dico a Natalia Aspesi che è perfino meglio stufarsi, dopo un po’, che impedire a Woody Allen di girare i suoi film, come sta succedendo in America: «Secondo me, se tu commetti un reato, ti fanno il processo, e se ti condannano sconti la tua pena. Non puoi perdere il tuo lavoro, la tua identità. È giusto andare in tribunale, essere processati, essere condannati o a pene pecuniarie o alla prigione, quello che è, però non puoi perdere il lavoro per tutta la vita, perché anche uno che ha ammazzato, quando esce di galera, ricomincia a vivere. E poi scusa, Woody Allen ha commesso dei reati? Venga dimostrato, vada in galera. Un anno, due anni, poi torna fuori ed è ancora un regista. Questo è un moralismo molto molto pericoloso e grossolano, perché il mondo non può essere governato dalla morale: in un attimo si può arrivare alla legge sull’aborto, ad esempio, mi fa molta paura e molta rabbia». Natalia Aspesi, giornalista. (Annalena Benini). il Foglio.
Ricordo Chatwin l’ultima volta in casa di sua moglie Elizabeth. Pochi mesi prima venne a trovarci un’ultima volta. I capelli ormai radi, quegli occhi inconfondibilmente blu segnati da una febbrile esaltazione. A tavola gli portai del caviale. Ma non ce la faceva a tenere il cucchiaio in mano, tanto la mano tremava. Dovetti aiutarlo. «Mi piace che ti prenda cura di me», disse, con un soffio di voce. Beatrice Monti von Rezzori. Antonio Gnoli. (Repubblica).
Qualche sera fa ero a Roma, per l’inaugurazione della mostra fotografica di Ortensio Zecchino. Questo democristiano dei bei tempi è di professione storico, e nessuno conosce quanto lui Ruggero re di Napoli e suo nipote, Federico II imperatore. Ha fondato a presiede ad Ariano Irpino il Biogem, ossia Biologia e genetica molecolare, un istituto di ricerche genetiche all’ avanguardia mondiale: 30 mila metri quadrati di laboratori e aule d’insegnamento onde sono già sortiti risultati importanti anche per la lotta contro i tumori. Si diletta di fotografia. Paolo Isotta, storico della musica. Libero.
Ma non sono mai stata mondana. Alle feste si andava per dovere. Preferivamo scappare sul monte di Portofino, contornandoci di amici, a casa. Sono socievole, ma non mondana. Andavo alle sfilate solo perché obbligata dal lavoro. Frequentavo Valentino, lo seguivo a New York: mi ha insegnato molto sul senso della bellezza. Il bambino non sfila e ora non vado più. Sono sempre stata lontana dal Quadrilatero milanese della moda. Pupi Solari, 93 anni stilista per bambini a Milano (Stefano Landi). Corsera.
Certo, l’invidia è un peccato. Io poi sono anche cattolico osservante e molto credente. Non devi invidiare l’erba del vicino. Però l’invidia non è uno dei peccati più gravi: è come la lussuria, o la gola. Il prete quindi ti assolve, se invidi, ma non fai del male a quello a cui invidi la Ferrari. Non è che metto in atto cose per tagliargli le gomme. Un po’ di sana invidia... Mica siamo santi. Maurizio Milani, scrittore satirico. (Eleonora Barbieri). il Giornale.
Una chiesa con troppo preti mi sembra un tempio sconsacrato Roberto Gervaso. Il Messaggero.