La Stampa, 7 maggio 2019
Cattelan lascia il Derthona promosso
Lascia a poche ore dal trionfo, Alessandro Cattelan. Domenica la seconda festa promozione in due anni con il suo Derthona, ieri l’annuncio d’addio al calcio dilettantistico. E, da vero interista, Cattelan lo ha fatto in perfetto stile Mourinho, la sera della Champions vinta contro il Bayern: il conduttore tv ha preferito dire basta dopo un successo. Resterà un grande tifoso della squadra della sua città, a cui ha dato un contributo sportivo e di immagine nelle stagioni della rinascita post-fallimento.
Perché, anche se limitato dagli impegni televisivi, il popolare showman è stato il simbolo dei colori bianconeri. È stato protagonista in piazza Duomo alla presentazione estiva del Derthona, poi in campo nelle prime e nell’ultima partita del biennio, ma anche in panchina a sostenere i compagni nelle partite giocate in tanti piccoli stadi del Piemonte, in cui sembrava sempre che il club giocasse in casa per i tanti tifosi al seguito.
In tribuna a fare il tifo
«Un’esperienza bellissima, purtroppo mi accorgo di essere un po’ datato per certi ritmi da atleta – racconta Cattelan -. I segnali arrivano dal fisico: dopo gli allenamenti si fanno vivi i piccoli dolori, stiramenti e contratture varie che ho accusato in questi mesi. Siamo passati dalla Prima categoria all’Eccellenza in due campionati e si è realizzato un sogno: adesso credo che guarderò i compagni dalla tribuna e sarò il primo supporter: non avrei potuto reggere un torneo ancor più difficile e impegnativo».
Domenica, nella gara decisiva contro il San Mauro Torinese (vinta 3-1), il mister ha schierato Cattelan per un quarto d’ora, in uno stadio Coppi gremito da mille persone. «E il 5 maggio è diventato finalmente un giorno di festa – scherza l’ex-giocatore -. In realtà, tutti sfottono gli interisti per lo scudetto perso proprio il 5 maggio del 2002, ma hanno la memoria corta e dimenticano che nella stessa data del 2010 la squadra iniziò il percorso verso il triplete».
Cattelan si è scatenato nel dopo-gara, ha corso sul prato sventolando un’enorme bandiera bianconera e ha indossato per primo la maglietta celebrativa con la scritta «Sua Eccellenza Hsl Derthona». Non basta, si è prestato a numerosi selfie, ha rischiato di essere colpito alla testa dall’asta di un vessillo lanciato da qualcuno dello staff durante la foto in posa («Davvero? Non me ne sono accorto, c’era un casino pazzesco») e ha trasmesso quel messaggio di allegria che è tipico anche del suo programma su Sky.
La vittoria? Una certezza
Nel suo programma «E poi c’è Cattelan», ha recentemente ospitato Antonio Conte, scommettendo di sapere quale squadra allenerà da luglio. Avrebbe pronosticato anche la vittoria del suo Derthona? «Sì, è la squadra più forte in cui mi sia mai capitato di giocare – commenta ancora -. Allenandomi con i ragazzi e vedendoli all’opera, ero certo del successo perché l’attacco è fortissimo e a centrocampo nessuno in categoria aveva elementi come Soumah e Palazzo. Eravamo i favoriti non per caso: poi, il calcio è imprevedibile e abbiamo dovuto aspettare l’ultima giornata per avere la certezza della promozione, ma non ho mai avuto dubbi che ce l’avremmo fatta».
Nella prossima stagione Alessandro Cattelan dovrà decidere se seguire di più il Derthona o l’Inter,che in questi anni sta facendo soffrire parecchio i suoi tifosi. «Allo stadio io mi diverto sempre – conclude lo showman -. Il risultato conta, ma i novanta minuti della partita per me hanno sempre un fascino particolare».