il Fatto Quotidiano, 7 maggio 2019
Assenteisti in Parlamento
Se anche per i parlamentari valessero le norme che la ministra Giulia Bongiorno vorrebbe applicare agli assenteisti della Pubblica amministrazione, alla Camera e al Senato ne vedremmo delle belle. Fortunatamente per gli eletti non è così, anche se ce n’è più d’u no che latita durante le sedute, qualcuno addirittura con percentuali che sfiorano il 100% in questa XVIII legislatura, entrata nel vivo giusto un anno fa con l’arrivo in Parlamento del Documento di economia e finanza varato dal governo Gentiloni il 26 aprile. I dati sono su ope npar lam en t o.i t. Breve premessa: il conteggio delle assenze include anche l’astensione dal voto, cioè un legittimo atto politico. Partiamo dalla Camera coi suoi 628 deputati. Già a luglio era scoppiata la polemica per il caso del deputato-velista Andrea Mura, cacciato dai 5 Stelle e passato al gruppo Misto: è cessato dalla carica a settembre. A Montecitorio ci andava una volta alla settimana, il resto del tempo lo dedicava al mare perché – a suo dire – più che deputato, era un “testimonial in difesa degli oceani”. VENIAMO A CHI RESTA: nella top ten degli assenteisti quattro su 10 sono di Forza Italia. In cima alla classifica c’èMiche – la Vittoria Brambilla, assente al 98,5% delle votazioni: impegnata com’è tra dog show, dibattiti sulla caccia, 35 gatti, 12 cani, 2 cavalli, 2 asinelli, 7 capre e via dicendo, di tempo a disposizione ne ha ben poco. La scorsa legislatura superò di poco l’1% di presenze, ma non risultò tra gli assenteisti per via di una straordinaria percentuale di missioni, vale a dire attività autorizzate fuori da Montecitorio, pari all’80%. Al secondo posto c’è un ha – bitué,Antonio Angelucci. Da portantino a imprenditore milionario, plurindagato, con una richiesta di condanna a 15 anni per truffa ai danni della sanità, proprietario dei quotidiani Il Tempo e Libero, anche lui è di Forza Italia: è assente all’89% delle votazioni. Segue lo scrittore grillino, amante della cronaca nera, Leonardo Penna: Aldo, come solitamente si fa chiamare, ha presenziato solo al 22% delle votazioni, ma per ora resiste alle purghe grilline. Fuori dal podio l’im – prenditore tuttofare, G ui d o Della Frera, berlusconiano pure lui, col 74,8% di assenze: d’altra parte ha il suo daffare col gruppo di famiglia, di cui è presidente, attivo nei settori sanitario, turistico, alberghiero, ristorativo e immobiliare. Al quinto posto si piazza Giorgia Meloni: “Noi difendiamo chi lavora e produce, non i mantenuti”, s’è sgolata a Jesolo per la festa del 1° maggio. Ecco, la leader di Fratelli d’Italia ha una percentuale di assenza che supera il 73%. Quasi la stessa al centesimo di Vittorio Sgarbi, eletto con Forza Italia e oggi traslocato nel gruppo Misto. Seguono due nomi di peso: con il 69,1% di assenze l’ex ministro Anto – nio Martino, uno dei fondatori del partito-azienda di Berlusconi, in Parlamento dal 1994, e l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che in questa legislatura ha partecipato a un terzo delle votazioni (67,3% di assenze). Ottavo, nono e decimo posto sono, rispettivamente, di Era – smo Palazzotto di LeU (63,7%), Fausto Longo, eletto in Sud America nelle liste del Pd e ora nel Misto (60,1%), e della vicesegretaria del Pd Paola De Micheli (59,6%). IN SENATO, invece, composto da 320 membri, le percentuali di assenteismo sono in generale più contenute. Tolti i senatori a vita, in pole positionc’è Tommaso Cerno, l’ex direttore dell’Espresso, finito nelle liste del Pd per volere di Matteo Renzi. Per lui, come recita il proverbio, assalto francese e ritirata spagnola: all’inizio sempre presente al fianco di Renzi, ora d e s a p ar e c i d o. Ha partecipato a 818 votazioni su 3.550: la sua percentuale di assenze è del 76,9%. Secondo in classifica, impegnato com’è a difendere nei tribunali Silvio Berlusconi, è Niccolò Ghedini, che in questa legislatura ha raggiunto il 61,3% di assenze. Segue – sempre targata Forza Italia –la figlia di Bettino, Ste - fania Craxi (57,38%). Medaglia di legno per il vice presidente del Senato ed ex ministro, l’avvocato Ignazio La R us s a (Fratelli d’Italia) col 55,46% di assenze, seguito da un ex collega nel governo Berlusconi, Paolo Romani (45,69%). A continuazione – tutti del gruppo Misto –l’ex viceministro socialista Riccar - do Nencini (36,2%), la leader di +Europa Emma Bonino (35,75%) e il calabrese d’a rgentina Adriano Cario (32,5%), eletto all’opposizione ma fattosi subito governativo. Chiude la top ten la regina dei salotti televisivi, Daniela Santanché, che comunque risulta presente o in missione in oltre il 70% dei voti. OVVIAMENTE non mancano gli stakanovisti: alla Camera i primi cinque sono grillini, ma il 100% delle votazioni ce l’ha solo Marco Bella, chimico, insegnava in California quando le sirene di Di Maio l’hanno riportato a casa. Per rigore, però, vincono i senatori: ce ne sono ben 19 presenti a tutte le votazioni (9 sono del M5S, 8 della Lega, uno di FdI e uno di FI). Diceva questa estate la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Per quanto riguarda il contenimento dei costi della politica, è evidente che il dibattito non si esaurisce certo con i vitalizi. Ad esempio quando non si è presenti in aula o in commissione deve esserci una sensibile diminuzione degli emolumenti. È un principio di giustizia e meritocrazia”. Per ora, questo principio non pare una priorità delle Camere.