la Repubblica, 6 maggio 2019
Alessandra Clemente: «Questa folla è la città che non si vuole arrendere ai clan»
Alessandra Clemente, assessora alla legalità, è nata a Napoli.
«Oggi Noemi è la bambina di tutta la città. Di quella Napoli sana, che non molla, non è indifferente e vuole reagire alla violenza». Tra la folla scesa in piazza contro la camorra, non poteva mancare Alessandra Clemente, assessora alla legalità della giunta de Magistris che ventuno anni fa, quando era ancora una bambina, visse la tragedia di una madre, Silvia Ruotolo, uccisa per errore durante una sparatoria fra bande rivali. Quanto le fa male vedere che altre famiglie devono sopportare quello che è toccato a voi? «Quando è arrivata la notizia ho avvertito un grande dolore e anche una rabbia profonda, non lo nascondo. Ma è durato poco. Perché questi sentimenti, proprio come allora, lasciano spazio ad altri stati d’animo». Quali? «Il desiderio di impegnarsi, la voglia, la determinazione e la consapevolezza che non ci si deve mai arrendere. Napoli è così, lo dimostra questa piazza gremita di domenica mattina». Basta una manifestazione per arginare questa criminalità che si fa ogni giorno più violenta? «Serve uno scatto di coraggio, accompagnato da impegno culturale e civico. Su questo stiamo lavorando. Questa piazza piena ci sta dicendo che chi si rende protagonista di questi delitti è un nemico della città. Napoli non appartiene ai delinquenti». Che effetto le ha fatto vedere un ragazzo come Antonio Piccirillo prendere pubblicamente le distanze dal padre camorrista? «Non lo conosco personalmente, mi farà piacere incontrarlo per conoscere meglio la sua storia. In questi anni, sono diventata quasi come una sorella per altri ragazzi, come Alessandro Gallo e Antonio Prestieri, che hanno preso le distanze dall’eredità criminale della loro famiglia». Pensa anche lei, come Giovanni Falcone, che la mafia è un fenomeno umano, dunque come tale destinato, prima o poi, ad avere una fine? «Ne sono certa. Ci ho sempre creduto, anche nei momenti difficili che ho attraversato nella mia vita».