Corriere della Sera, 6 maggio 2019
Riabilitare le streghe
BERLINO Katharina Lips venne torturata per giorni nelle segrete del Tribunale di Marburgo. Le misero le gambe in uno stivaletto spagnolo. Le slogarono tutte le ossa con il sistema della cremagliera, le tirarono i capelli con l’annodamento fino a strapparglieli. E a ogni nuova sevizia, le stesse domande: «Sei una strega? Sei allieva del diavolo?». «No», continuò a rispondere, tra dolori atroci e urla disumane, la moglie dello Schulmeister di Betziesdorf, un villaggio dell’Assia. Era il maggio del 1672. Dovettero rilasciarla su cauzione, ormai un relitto. Il marito non volle riprenderla in casa. Ma la sua libertà non durò a lungo. Un anno dopo, la nipote sedicenne Anna Schnabel denunciò se stessa e la zia come streghe: Anna venne impiccata, Katharina di nuovo torturata e di nuovo rifiutò di confessare. Non la uccisero, ma venne cacciata dalla città.
Katharina Lips e sua nipote sono due delle oltre 25 mila persone (donne, ma anche molti uomini e bambini) che nel XVI e XVII secolo furono vittime della «caccia alla streghe» nel territorio del Sacro Romano Impero Germanico, martiri della superstizione diffusa, dello zelo criminale della Santa Inquisizione e della complicità delle autorità civili che emettevano materialmente le sentenze. Cinquecento anni dopo, buona parte di queste persone sono ancora tecnicamente colpevoli ai sensi delle accuse portate contro di loro: aver interagito col diavolo.
Contro questa storica ingiustizia un pastore evangelico renano combatte da quasi vent’anni. Fondatore dell’Arbeitkreis Hexenprozesse, Hartmut Hegeler vuole riabilitare le presunte fattucchiere, maghi, bimbi indemoniati che vennero torturati, impiccati, annegati, arsi vivi, restituendo loro onore e dignità. La sua non è solo una battaglia rivolta a fare i conti con un passato oscurantista: «Vorremmo che le città tedesche rinnovassero la memoria di anni bui, per ricordare a tutti di cosa sono capaci gli esseri umani verso i propri simili, quando si ha paura di guerre, pestilenze, catastrofi naturali o quando si deve trovare un colpevole per l’improvvisa malattia di un bimbo o un raccolto andato a male».
La campagna
«Ricordiamo di cosa sono capaci gli uomini quando si ha paura di guerre, catastrofi»
Sono più di 40 i Comuni della Germania e della Svizzera, che hanno risposto positivamente alle sollecitazioni di Hegeler. Una delle riabilitazioni più celebri, esempio per altri borgomastri, è stata quella della nobildonna Katharina Henot, che nel 1627 venne strangolata da un boia sulla pubblica piazza a Colonia, accusata di aver provocato un’epidemia di vermi ulcerosi in un convento di suore. Nel giugno 2012, il comune renano ha riabilitato Henot e altre 37 persone che in passato i tribunali cittadini avevano giudicato colpevoli di stregoneria e mandate a morte. Fra di loro c’era una bambina di 8 anni.
Ma non sempre l’accoglienza alle richieste del settantaduenne pastore è stata favorevole. A Düsseldorf per esempio, nel 2011, le autorità rifiutarono la riabilitazione di Agnes Olmans, una donna bruciata viva il 23 agosto 1738 insieme alla vicina quattordicenne Helena Curtens, che l’aveva accusata di «avere una tresca amorosa col maligno». L’adolescente aveva problemi psichici, documentati da medici nel processo. La motivazione del rifiuto? «Düsseldorf non è l’erede in diritto delle giurie popolari che allora giudicavano». Hegeler sospetta che sul diniego abbia pesato il parere scritto di un teologo cattolico, al quale il Comune si era rivolto, secondo il quale le due donne, stando ai documenti del processo «erano dedite a pratiche superstiziose» al tempo proibite per legge, quindi la condanna a morte era (sic) giustificata. Il parere era stato respinto, ma secondo Hegeler i politici della Cdu di Düsseldorf volevano evitare problemi con la comunità ecclesiastica.
Non è solo un problema dei cattolici. Anche Lutero, ricorda il pastore, giustificava nel 1526 l’uccisione delle presunte streghe «perché fanno molti danni». Eppure una mozione firmata da migliaia di persone, da lui indirizzata in occasione dei 500 anni della Riforma alla Chiesa evangelica tedesca con la richiesta di dichiarare una volta e per sempre illegali i processi alle streghe, finora non ha avuto risposta. «Io non desisto, continuerò a chiederlo», dice Hegeler.