la Repubblica, 6 maggio 2019
Tilos, la prima isola verde del Mediterraneo
TILOS (GRECIA) L’era dell’equazione Europa=Troika, per Nana Ileopoulos, è un ricordo lontano. Il vento (in questo caso non solo in senso figurato) è girato. E la Ue – per lei – vuol dire oggi solo una cosa: la certezza che quest’anno il cenone di Natale non andrà in fumo causa tacchino rimasto a metà cottura, come nel 2018. «L’ultimo 25 dicembre? Meglio dimenticarlo», ride la giovane impiegata dell’Alpha Bank di Tilos. Tutto sembrava perfetto: famiglia riunita, regali da aprire. Poi, improvviso, il black-out. «Con il maltempo è la norma, ne ho visti migliaia». Ma quelle sei ore senza elettricità hanno mandato all’aria i programmi. L’arrosto nel forno (spento) è rimasto crudo. E la festa, causa mancanza di energia elettrica, è slittata a Santo Stefano. Quest’anno – per la gioia di Nana – non succederà. Tilos, grazie a 12 milioni stanziati da Bruxelles, è da gennaio la prima isola nel Mediterraneo alimentata al 100% da energie rinnovabili. «E l’era dei black-out è finita», promette la sindaca Maria Kamma. «Merito di vento e sole», ride Dimitris Zafirakis, professore dell’Università dell’Attica dell’Ovest sotto la pala eolica da 800 megawatt montata sulla punta nord di Tilos. «L’abbiamo “accesa” a inizio anno, assieme a un parco fotovoltaico da 160 mw», spiega il regista del progetto. E funziona a meraviglia: la vecchia linea elettrica sottomarina agganciata alla centrale a gasolio di Kos – quella che garantiva l’elettricità fino a qualche mese fa – funziona solo in caso di necessità. «E così diamo luce pulita e costante a tutti e 300 gli abitanti di Tilos e ai 31mila turisti che arrivano qui d’estate – assicura Zafirakis – risparmiando 500 tonnellate di carburante all’anno». Un modello – spera l’Unione – da replicare in tutte le piccole isole del Mediterraneo.
«L’idea di renderci indipendenti energeticamente risale agli Anni ’90», spiega Kamma. Tilos, un angolo di Dodecaneso lontano da tutto, è da sempre un laboratorio progressista. È stata la prima isola ellenica ad abolire la caccia (qui passano in migrazione decine di uccelli a rischio estinzione), il primo comune in Grecia a celebrare matrimoni tra copie omosessuali. E il tema ambientale era una priorità quando Gretha Thunberg ancora non era nata. «Il governo greco ha ignorato per trent’anni il nostro sogno dell’elettricità verde», continua la sindaca. «Così quando abbiamo visto il bando di Horizon 2020 della Ue abbiamo spedito il progetto. E Bruxelles lo ha scelto tra altri 83 per il finanziamento».
Che ci fosse bisogno di tagliare quel cordone ombelicale a gasolio che univa l’isola a Kos era chiaro a tutti. «Bastava che l‘ancora di una nave strappasse il tratto sottomarino del cavo o che un po’ di salsedine si incrostasse sugli isolatori della linea e noi rimanevamo al buio per ore», dice Edi Stefanakis che lavora nell’omonima agenzia di viaggio.
Una volta ok. Ma quando succedeva tre-quattro-cinque volte di seguito – e succedeva spesso – era un disastro per tutti.Il cenone di Nana è solo la punta dell’iceberg. «Dieci anni fa, dopo 70 ore di black-out, ho dovuto buttare centinaia di chili di carne dalle celle frigorifere», ricorda Panagiotis Hatzigiorgiou, il macellaio di Tilos. Un disastro perché i rifornimenti, specie d’inverno, arrivano con il contagocce. «Qui sono l’unico medico per uomini e animali», dice Nikiphoros Kavoukidis, dottore dell’esercito distaccato sull’isola per sei mesi per garantire l’assistenza sanitaria.
«Senza elettricità non posso fare gli aerosol agli anziani e non ho accesso ai file dei pazienti». Anche per il turismo, l’"oro” dell’isola, sono guai: «Ci tocca spiegare a ogni turista perché in tutte delle stanze ci sono torce e candele, non è una gran pubblicità», si lamenta il 92enne Hippokratis Logothemis, che con i soldi guadagnati facendo il fuochista in Germania si è comprato il miglior albergo sulla spiaggia di Eristos.
Ora che Tilos – energeticamente parlando – fa da sé, torce e candele dovrebbero finire in soffitta. «Abbiamo costruito un sistema di controllo “intelligente” che è in grado di gestire anche i picchi di consumo estivi», dice Zafirakis. Nelle case stanno arrivando i contatori intelligenti che dialogano in tempo reale con la centrale, dove un algoritmo calcola – in base alle previsioni di vento e sole – quanta energia produrre. «E nelle ore più congestionate – spiega – il software stacca in automatico le tre pompe d’acqua dell’isola per riaccenderle di notte». Le batterie d’accumulo made in Italy della Fzsonik («un modello innovativo che non soffre il caldo», garantisce Luca Visconti, project designer dell’azienda) fanno da scorta contro il rischio black-out. «Il decreto isole minori dovrebbe aiutarci a replicare il progetto Tilos in Italia», dice Mario Vona, direttore commerciale del gruppo italiano. «Abbiamo fatto uno studio di fattibilità per Favignana, ma mi pare si sia arenato». Il progetto ha un senso: «Un’isola verde attrae più turismo», dice la sindaca Kamma. «Il mio sogno, dopo questa fase iniziale dove i guadagni vanno a pagare gli investimenti privati, è girare i vantaggi economici della scelta “verde” ai miei concittadini». In attesa della bolletta a costo zero a Tilos ci si accontenta dell’addio ai black-out. E Nana ha già prenotato il tacchino di Natale. Con una certezza: vento e sole, qualunque sia il tempo, le garantiranno un 25 dicembre senza sorprese “elettriche”.