Avvenire, 3 maggio 2019
Amazon a Las Vegas arruola anche i settantenni
Ci vogliono 20 minuti per fare il giro a piedi del grande magazzino – o «centro di soddisfazione» – della Amazon alle porte di Las Vegas. È l’unico modo di farsi un’idea della vastità dell’hangar che si apre al suo interno, dove il colosso della vendita online non permette l’ingresso ai giornalisti. Il cemento delle pareti si staglia sullo sfondo delle montagne del Nevada, l’unico edificio nel raggio di chilometri. Non lontano, a una quindicina di minuti dal Ponte dei sospiri e dalla Tour Eiffel formato casinò della “strip”, un campeggio dall’aria pulita ma precaria, senza strutture stabili salvo un paio container, si sta svuotando. La sua popolazione si mette in marcia alla ricerca di un nuovo lavoro.Durante l’alta stagione, i tre mesi prima di Natale, le roulotte, i furgoni e le tende ospitano migliaia di persone, la maggior parte fra i sessanta e settanta anni, che hanno percorso centinaia di chilometri per guadagnare 11 dollari e mezzo all’ora per qualche settimana. Si tratta del programma Camperforce, un’unità di lavoro composta da addetti stagionali, assunti per soddisfare le richieste di spedizione dei periodi di punta. Amazon non rivela cifre precise, ma le dimensioni della Camperforce sono state calcolate in circa 10mila persone.Jeff Bezos ha espresso il desiderio che un quarto dei lavoratori itineranti negli Stati Uniti sia impiegato dal programma, che la società promuove come un’avventura: «Farai nuove amicizie, condividerai cibo, storie e bei momenti attorno a un falò, il che vale più del denaro», recita un volantino. Ma l’email di istruzioni inviata ai neoassunti è più realistica: «Prepararsi fisicamente e mentalmente è la chiave per avere successo alla Amazon – recita –. Non possiamo sottolineare abbastanza l’importanza di arrivarefisicamente preparati».In effetti la durezza del lavoro nei centri di smistamento e il trattamento degli addetti temporanei di Amazon hanno già fatto notizia. Vari articoli la scorsa estate rivelavano che in molti magazzini, quando le temperature superavano i 40 gradi, i dirigenti non aprivano le porte per paura di furti. Avevano invece assunto infermieri che aspettavano all’esterno in ambulanza, pronti. I turni durano dieci ore o più, durante le quali gli addetti percorrono più di 25 chilometri su pavimenti in cemento, sollevando pacchi che possono superare i 30 chili. Amazon raccoglie crediti d’imposta federali (fino al 40% delle retribuzioni) per l’assunzione di lavoratori svantaggiati, come quelli anziani o sotto la soglia di povertà. E, una volta che non ne ha più bisogno, mette fine al contratto, anche senza preavviso. I lavoratori raccontano di aver subito pressioni psicologiche pesanti per raggiungere obiettivi di produzione sempre maggiori. L’azienda monitora infatti la produttività in tempo reale, analizzando i dati degli scanner portatili che i dipendenti utilizzano per organizzare la merce.Un’addetta del centro di Las Vegas, Sarah Goldstein, spiega che ogni volta che scansiona un prodotto, un conto alla rovescia appare sullo schermo del suo scanner, indicando quanti secondi le restano per raggiungere il prossimo oggetto. Una volta che si è persa e ha accumulato 5 minuti di ritardo, è stata ufficialmente ripresa da un supervisore.