Corriere della Sera, 5 maggio 2019
Il ritorno dei grembiulini?
«Abbiamo nuovamente previsto l’educazione civica a scuola e vorrei che tornasse il grembiule per evitare che vi sia il bambino con la felpa da 700 euro e quello che ce l’ha di terza mano perché non può permettersela»: Matteo Salvini ieri mattina, durante un breve comizio a San Giuliano Terme, nel Pisano, ha rilanciato la proposta già illustrata più volte nei mesi scorsi e che riguarda elementari (adesso la decisione spetta ai singoli istituti) e medie. «Sento già chi griderà allo scandalo ed evocherà il duce – ha aggiunto —, ma un Paese migliore si costruisce anche con ordine e disciplina, è soprattutto sui bambini che dobbiamo investire in educazione per non avere ragazzi che a vent’anni sono solo dei casinisti».
Le parole del vicepremier leghista hanno ancora una volta riaperto il dibattito sulla questione. E anche su questo fronte Luigi Di Maio, vicepremier M5S, ha criticato l’alleato di governo: «Sinceramente – ha detto l’esponente pentastellato – il dibattito sul grembiulino vedo che può scatenare una discussione nel Paese, ma facciamo in modo che le famiglie possano comprare pastelli e quaderni: prima il welfare familiare poi parliamo del grembiulino». Scettici anche i presidi: «Reintrodurre il grembiule nelle scuole è possibile ma non mi sembra questa la questione fondamentale – ha commento il presidente dell’associazione Anp, Antonello Giannelli —. L’emergenza è un’altra: abbiamo i solai e i controsoffitti delle scuole che andrebbero monitorati, ogni settimana c’è un crollo. Finora su questo fronte non è stato fatto nulla».
Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, si è detto invece «favorevole al grembiule a scuola, non ci vedo nulla di male. Anzi. Perché annulla le differenze sociali, evitando l’esibizione di abiti firmati e marchi che può mettere a disagio chi parte da condizioni più svantaggiate. Crea anche un senso di appartenenza alla comunità scolastica. Non credo che indossarlo sia “antico”, piuttosto, invece, è pratico, utile. Già oggi, del resto, molte scuole lo chiedono proprio per le ragioni che ho appena elencato». Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera e ministro dell’Istruzione dal 2008 al 2011, ha scritto su Twitter: «Misura condivisibile tant’è che il grembiule lo ha reintrodotto il governo Berlusconi con riforma del 2008, in cui c’era anche il voto in condotta. Non gli chiederemo il copyright... Le idee di centrodestra ci piacciono, anche quando copiate». Secondo Simona Malpezzi, vicepresidente dei senatori del Pd, invece, prima si deve investire «sulla formazione dei docenti, sulla continuità didattica e progettuale, sul tempo scuola esteso ovunque, sull’innovazione, sulle scuole sicure, sugli spazi per l’apprendimento e sulle competenze degli studenti».
Poco entusiasmo dagli studenti. Secondo un sondaggio su mille ragazzi condotto da Skuola.net, il 52% sarebbe contrario al ritorno del grembiule. Anche Corriere.it ha lanciato un sondaggio sulla proposta di Salvini e dopo i primi 1.000 votanti ieri sera era in vantaggio il «sì» con il 54,5%.
Ieri intanto Rossano Sasso, deputato della Lega, ha annunciato di aver presentato una proposta di legge, firmata da tutti gli esponenti del Carroccio presenti in commissione Cultura, «per dare un segnale forte in difesa degli insegnanti picchiati, derisi ed umiliati da alunni e genitori degli stessi». Il testo prevede l’inasprimento delle pene per i responsabili di violenze fisiche o anche solo verbali nei confronti del personale docente della scuola.