Corriere della Sera, 5 maggio 2019
Il candidato Daverio
Ha fatto parlare di sé – e provocato qualche malumore in +Europa – Philippe Daverio, l’eclettico storico dell’arte candidato nel Nord Est per la lista di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova.
Daverio, infatti, in televisione ha definito il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker «una specie di ritardato mentale». Quindi, non pago, ha aggiunto che l’Europa è «una cosca franco-tedesca gestita da faccendieri lussemburghesi».
Nonostante sia passato qualche giorno, invece di smentire quelle affermazioni, come usano fare in genere i politici, lo storico dell’arte le conferma: «Junker può dire che gli italiani sono ritardati, i greci incompetenti e io non posso dire quello che ho detto? Junker è un arrogante che viene da un Paese che è un’associazione di evasori fiscali, e mi dispiace se stavolta si offenderanno i lussemburghesi». Anche se Daverio è convinto che Juncker, tutto sommato, «non se la potrebbe mai prendere per le sue affermazioni: è un alemanno come me, ci capiamo».
Certe osservazioni da parte di un candidato di spicco di una lista europeista che più europeista non si può sembrano però quanto meno un «nonsense». Daverio lo nega: «Io sono iper-europeista. E voglio bene all’euro che ha salvaguardato stipendi e salari. Dopodiché non mi piace questa Europa della burocrazia autoreferenziale e della stupidità di Bruxelles. Deve tornare la forza della cultura politica». Ma com’è la Ue che lo storico dell’arte si immagina? «Sarebbe bello – è la sua pronta risposta – se entrassimo in Europa come veneti, lombardi, catalani, bavaresi...».
Dunque Philippe Daverio, ex assessore alla Cultura della giunta Formentini («ma quella era la vecchia Lega, ben diversa dall’attuale»), non si è pentito affatto delle sue parole. E agli esponenti di +Europa che gli chiedevano il perché di quell’uscita ha risposto candido e ironico: «Juncker non se ne avrebbe a male, qui in Italia siete diventati troppo educati».
Qualcuno sulla pagina Facebook del movimento ha chiesto conto di quelle affermazioni. Senza però ricevere risposta. Eppure il leader di +Europa Benedetto Della Vedova non si sottrae: «Io prendo le distanze da quelle parole su Juncker perché erano irrispettose. Il che non significa che anche io non abbia forti motivi per far polemica con il presidente della Commissione Ue che l’altro giorno, in un’intervista a un quotidiano polacco, ha definito “un eroe” Orbán».
Ma Daverio che si candida con «più Europa» e attacca la Ue non è quanto meno contraddittorio? Della Vedova non si scompone: «Anche per noi l’Europa così com’è presenta tanti difetti e infatti la vogliamo riformare. Sono necessarie più politica e più democrazia».