Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  maggio 05 Domenica calendario

Intervista a Berlusconi: «Ho avuto paura»

MILANO Dovrebbe essere una stanza d’ospedale. Dovrebbe, se non fosse che Silvio Berlusconi l’ha trasformata nel suo momentaneo studio per scrivere la «Lettera ai capifamiglia» in vista delle Europee, per visionare un filmato elettorale, per dettare una serie di frasi da lanciare sui social e per rammentare che «devo dire una cosa importante sulla Cina». Sì, va bene presidente, ma come sta? «Meglio, grazie. È stato molto doloroso, ora però è passato. Tutti sanno che i dolori, le disavventure fisiche non mi hanno mai fermato. L’unica malattia inguaribile che mi affligge da sempre è l’ottimismo». Domani il leader di Forza Italia lascerà il San Raffaele dopo l’intervento per occlusione intestinale: «Ho accettato anche questa prova affidandomi a Dio e alla professionalità straordinaria del professor Zangrillo, del professor Rosati e dei loro collaboratori».
Ha avuto paura? 
«Sì. Non si deve aver paura di confessare di aver avuto paura». 
Visto che si professa credente, si sarà messo in comunicazione con Dio. 
«In momenti come quelli che ho passato la fede è davvero preziosa». 
E, scampato il pericolo, ha fatto subito sapere che riprenderà il suo impegno per le Europee. Ma com’è naturale i suoi figli sono rimasti con il fiato sospeso. E magari ora preferirebbero che... 
«Disobbedisco da sempre ai miei figli, anche se considero il loro amore per me il sentimento più prezioso della mia vita. Ma non sarei io se non rispondessi ad un dovere che sento come ineludibile». 
Dice di volersi candidare nell’interesse degli italiani, ma ammetta che lo fa anche per riscatto personale. 
«Ho subito ingiustizie enormi, ma non devo riscattarmi da nulla: con me la vita è stata generosa. Voglio impegnarmi per affrontare il grande pericolo di questa stagione, che preoccupa molti osservatori internazionali: il disegno egemonico della Cina». 
Ecco, la Cina. 
«È un paese comunista che dopo avere colonizzato economicamente l’Africa, muove verso di noi. Grazie al lavoro di Forza Italia al Parlamento europeo abbiamo già introdotto norme anti dumping che hanno salvato molte imprese italiane dalla concorrenza sleale cinese. Ora provano a colpire il nostro acciaio. E in tanti temono una vera e propria invasione di massa attraverso l’Africa. Il governo italiano, invece di fermarli, vuole vendere ai cinesi le nostre infrastrutture. Non conoscono la storia. Stanno utilizzando lo stesso sistema dell’impero romano: costruiscono le infrastrutture e poi si insediano e non se ne vanno più. Ma come si fa a non capire che...». 
Salvini l’ha chiamata? 
«Sì, ha chiamato per farmi gli auguri e ha parlato con mia figlia Marina». 
Il segretario della Lega si presenta come il nuovo uomo forte della politica: lo vede anche lei così? 
«Salvini è una formidabile macchina da comizi, ha un grande dinamismo, prova ad imporsi. Ma è messo continuamente sotto scacco dai grillini sulle principali materie. Non è stato in grado di orientare il governo alla realizzazione di qualche punto del programma di centrodestra, grazie al quale sono stati eletti nei collegi molti suoi parlamentari insieme a quelli di Forza Italia e Fratelli d’Italia. La conseguenza è che Salvini condivide le decisioni sbagliate dei Cinque Stelle assumendosene così la corresponsabilità davanti agli elettori. Questo governo fa male alle imprese, ci fa perdere posti di lavoro, attenta alle nostre libertà e anche dal punto di vista della sicurezza avrei qualcosa da dire...». 
Il grande pericolo di questa stagione è Pechino, il governo invece di fermarli vuole vendergli le infrastrutture 
Si lamenta di questo governo, ma fu lei a dare il beneplacito a Salvini perché nascesse: fece un errore? 
«Presi atto, con responsabilità e buonsenso, del fatto che altrimenti saremmo andati di nuovo alle elezioni a fine luglio con un risultato peggiore per il centrodestra. Purtroppo non ho visto la stessa responsabilità e lo stesso buonsenso nelle scelte fatte da questo esecutivo». 
Lei scommette sul fatto che questo governo non durerà: se succedesse il contrario, cosa farebbe? 
«Saranno gli accadimenti concreti a determinarne la crisi. Non le dinamiche parlamentari, ma le troppe imprese che chiudono, i posti di lavoro che mancano... Il Paese reale chiederà presto il conto a quello virtuale rappresentato sui social». 
Ma se a livello locale Salvini sceglie il centrodestra, a livello nazionale mette questa formula tra parentesi. 
«Il centrodestra è il presente e sarà anche il futuro. L’abbiamo fondato noi 25 anni fa e lo dimostrano i successi nelle amministrazioni locali e le difficoltà di questo governo. Non esiste un’alternativa credibile al centro-destra che sia anche vincente». 
Salvini che mira a rottamarla: come reagisce quando sente questo ragionamento? 
«Non ci credo. E poi penso che la “rottamazione” sia una formula che non porta bene ai sedicenti “rottamatori”». 
Forza Italia fa parte del Ppe e nel Ppe la Merkel sostiene di voler tenere a distanza le destre: il comportamento di Salvini la induce a pensare che la cancelliera tedesca abbia ragione? 
«Il Partito popolare europeo deve lasciare l’alleanza con le sinistre e dar vita ad una nuova alleanza con i liberali, i conservatori, i partiti democratici di destra. Siamo riusciti a far eleggere il nostro Tajani a presidente del Parlamento europeo proprio così, senza i voti del Pse. Sono convinto che tanto Salvini quanto Viktor Orbán capiranno il valore di questa alleanza. D’altronde i cosidetti sovranisti, anche quelli italiani, al Parlamento europeo saranno una forza minore. Da soli non conteranno nulla, non avranno alcun ascolto. Il Ppe invece è decisivo per qualsiasi maggioranza. Dal suo interno lo indurremo a realizzare questo cambiamento. Ne deriva che il solo voto utile per cambiare davvero l’Europa è il voto a Forza Italia. Dobbiamo risultare forti dentro il Ppe». 
Ma che futuro vorrebbe per il suo partito e quale futuro vede per il suo partito. 
«Forza Italia è l’unico presidio del pensiero, della cultura, della politica liberale e dei valori dell’Occidente in Italia. È l’ultimo baluardo della democrazia e della libertà. Continuerà ad essere la casa di milioni di italiani. Il suo futuro sarà come il suo passato: glorioso, caratterizzato dalla capacità di rinnovarsi continuamente pur restando sempre fedele ai propri principi». 
Ma perché Forza Italia continui a essere rilevante, deve superare la soglia del dieci percento alle Europee. Altrimenti... 
«Solo il dieci? Nella mia vita, specie quando facevo l’imprenditore a tempo pieno, ho sempre seguito una regola: mai mettere un limite ai propri traguardi, alle proprie ambizioni». 
Matteo è una formidabile macchina da comizi, ma non è riuscito a orientare il governo alla realizzazione di qualche punto del programma di centrodestra 
Osservando l’ultima leva di leader, qual è il suo giudizio quando mette a confronto la vecchia e la nuova generazione? 
«Non ho nessuna nostalgia del passato, ma il presente è talmente modesto che la classe politica del passato ne esce rivalutata. Oggi vedo molta inesperienza e incapacità. Si muovono a destra e a manca. Twittano. Si rincorrono sui social. Ma poi convocano i Consigli dei ministri con all’ordine del giorno solo “varie ed eventuali”. E ci va solo la metà dei ministri. Che Dio illumini gli elettori italiani. E mi raccomando la Cina...».