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 2019  maggio 04 Sabato calendario

L’empatia è un’illusione?

«Lo dico con una frase provocatoria. L’empatia non esiste, per quanto possiamo tendere a immedesimarci con l’altro, resta sempre un baratro a dividerci». Il dottor Luigi Piccinini, primario del reparto di riabilitazione funzionale dell’istituto scientifico Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco), è abituato a confrontarsi tutti i giorni con questo sentimento: «Ogni mamma che vede il proprio bimbo piangere, magari perché deve fare un’iniezione, dice “vorrei essere al suo posto”. È una pulsione naturale, ma ci illudiamo: crediamo che l’amore ci faccia identificare con chi sta soffrendo, ma è solo la nostra immaginazione», osserva. «Conosce Dino Buzzati? Bene, nel Deserto del Tartari scrive che “gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani”, e “se uno soffre il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte”. E questa è anche la mia convinzione». 
Va controcorrente, il dottore. Oggi che tutti cercano di essere empatici, perché l’empatia è una qualità apprezzata socialmente, al punto che la si evidenzia anche nei curriculum, lui sembra volerla smontare. Ma poi precisa: «È una capacità molto abusata, che dovremmo ridimensionare, soprattutto imparando a distinguerla dalla simpatia», dice. «Empatico è chi riesce a porsi nella situazione di un’altra persona, a comprenderne immediatamente i processi psichici ed emotivi, e non è per niente semplice. È per questo che vogliamo cercare di sviscerarne tutti i significati, da un punto di vista medico-scientifico, antropologico, filosofico e religioso, nella conferenza in programma questo pomeriggio nel nostro istituto».  
In questo dibattito si confronteranno il professor Giacomo Rizzolatti, dell’Università di Parma, e Dom Gianni Giacomelli, priore del monastero camaldolese di Fonte Avellana: un neurofisiologo e un monaco benedettino, un bel contrasto. « Lo scienziato e l’eremita rappresenteranno due approcci diversi al tema dell’empatia: uno logico e analitico, e l’altro fantastico e creativo, un po’ come i due emisferi del nostro sistema cerebrale», continua il primario. Rizzolatti è il neuroscienziato che ha scoperto l’esistenza dei neuroni specchio – quelle cellule del cervello che si attivano non solo quando si seguono dei movimenti, ma anche quando si osservano altri compierli. «Una scoperta che ha individuato la base fisiologica dell’empatia – spiega Piccinini – e che oggi si usa nella riabilitazione, perché se un paziente per un danno neurologico non riesce a svolgere una certa azione, vedendola compiere dal terapista stimola gli stessi meccanismi cerebrali e questo ne facilita il recupero». 
Questo per quanto riguarda la scienza. Ma un monaco che si è ritirato in un eremo cosa può insegnarci sull’empatia? «Che è il prodotto di una tensione, un camminare nella/ con la vita di un altro, e che l’empatia, per quanti sforzi facciamo, non elimina la distanza». «Giacomelli ci indica che si può essere empatici stando lontani», conclude il primario: «Ci può essere empatia in una lettera o in una scelta di vita, e pure in un’opera d’arte, se questo è il sentimento che le ispira».