La Stampa - Il Sole 24 Ore, 3 maggio 2019
Blackstone fa causa a Cairo personalmente
PAOLO MASTROLILLI SULLA STAMPA
Blackstone alza il tiro nella disputa contro Rcs, facendo causa personalmente a Urbano Cairo. Il fondo americano infatti ha presentando un nuovo “Complaint” davanti alla Supreme Court dello stato di New York, con cui accusa il presidente della casa editrice italiana di aver interferito con la vendita della sede storica del Corriere della Sera, e chiede di condannarlo a pagare fino a 300 milioni di dollari di danni. Cairo al momento non commenta, perché non ha ancora ricevuto la notifica.
La cessione
Nel novembre del 2013 Rcs aveva venduto i tre stabili di via Solferino, via San Marco e via Balzan a Blackstone, per 120 milioni di euro, affittando poi una parte dei locali. Il 10 luglio 2018 Milano Finanza ha scritto che Blackstone stava rivendendo gli immobili ad Allianz per 250 milioni di euro. Tre giorni dopo gli americani hanno ricevuto una lettera dal presidente di Rcs, che dichiarava nullo l’atto del 2013 perché il fondo si era approfittato delle difficili condizioni della sua compagnia per costringerla a svendere in maniera svantaggiosa gli edifici. Il 9 novembre la casa editrice ha chiesto un arbitrato a Milano per risolvere la disputa, e il 20 novembre Blackstone ha risposto presentando un “Complaint” alla Corte Suprema dello stato di New York, domandando che riconosca la validità dell’acquisto e condanni Rcs a pagare i danni.
L’arbitrato
Il 24 aprile scorso il giudice Saliann Scarpulla ha sospeso la causa a New York, dando la precedenza all’arbitrato di Milano, che è cominciato il 15 aprile e riprenderà a settembre. Il 22 però Blackstone ha presentato la nuova causa, sperando di notificarla a Cairo durante un suo previsto viaggio negli Usa. Il presidente di Rcs però ha cancellato questa visita, e quindi ora i documenti gli verranno consegnati in Italia secondo la convenzione dell’Aja. La prima causa di Blackstone aveva preso di mira la Rcs, sostenendo che l’acquisto della sede del Corriere era legale, e il tentativo di annullarlo cinque anni dopo era un atto di estorsione, avviato per impedire la rivendita ad Allianz. La seconda causa sostiene gli stessi argomenti, ma stavolta colpisce personalmente Cairo, perché lui è l’attore principale dell’iniziativa presa per danneggiare il fondo americano.
La reazione dell’editore
Il presidente di Rcs ieri ha deciso di non commentare, perché non ha ancora ricevuto la notifica. Il 24 aprile ha vinto il primo round di questa sfida, perché Scarpulla ha sospeso il procedimento di New York, dando la precedenza all’arbitrato di Milano. La giudice è sembrata molto scettica sulla sua competenza a prendere il caso, perché la transazione originaria e tutti gli atti relativi sono avvenuti in Italia. Questo potrebbe far supporre che assumerà lo stesso atteggiamento nei confronti della nuova causa contro Cairo.
Battaglia legale
I legali di Blackstone però danno un’interpretazione diversa. Loro riconoscono che Scarpulla è apparsa scettica riguardo la sua giurisdizione sulla transazione originaria, ma invece non lo è stata sull’eventuale giudizio relativo all’interferenza di Rcs nella rivendita degli immobili ad Allianz, perché questa azione è avvenuta in un momento successivo e ha danneggiato una compagnia basata a New York. In ogni caso, anche se Scarpulla chiudesse definitivamente il procedimento a Manhattan, gli avvocati di Blackstone sono pronti a fare causa a Cairo anche a Milano. Se vinceranno l’arbitrato, la useranno per ottenere personalmente da lui il pagamento dei danni, che stimano in circa 300 milioni di dollari. Se lo perderanno, valuteranno il dispositivo della sentenza per decidere come procedere, ma comunque avvertono che non si fermeranno.
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ANTONELLA OLIVIERI SUL SOLE 24 ORE