ItaliaOggi, 3 maggio 2019
Periscopio
Ormai le sedi olimpiche sono scelte in certami di salto con l’astio. Dino Basili. Uffa News.Marito alla moglie: «Buon giorno». E la moglie: «Per me o per te?». Altan, Donne nude. Longanesi, 2011.
Non si vive in incandescenza per più di tre minuti. Gesualdo Bufalino, Il malpensante. Bompiani, 1987.
Seduto nel suo ufficio all’università San Raffaele di Milano, abbastanza accigliato, ammette: «Il brutto carattere non è una fama, ce l’ho». Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia (Candida Morvillo). Corsera.
Beppe Grillo mi ricorda un estintore chiuso nella teca, dietro il vetro da rompere in caso di pericolo. Però lo rompono un po’ troppo spesso, il vetro. Lui vorrebbe farsi gli affari propri, tornare agli spettacoli. Quando diventerà un problema per il Movimento, allora ce l’avrà fatta. Mi sa che ci siamo quasi. Antonio Ricci, inventore di Striscia la notizia. (Aldo Cazzullo). Corsera.
Berlusconi non aveva una grande passione politica. L’idea era usare un democristiano, Segni o Martinazzoli, come D’Alema poi avrebbe usato Prodi. Alla fine decise di giocarsi la partita in prima persona. Vittorio Sgarbi, storico dell’arte. (Aldo Cazzullo). Corsera.
La foto che mi ha dato più soddisfazioni è quella del Papa che gioca a bocce con i vecchietti. Ormai è un cult. Rino Barillari, paparazzo (Massimo M. Veronese). il Giornale.
Il napoletano non chiede l’elemosina, ve la suggerisce. Leo Longanesi, Guida ai grandi aforisti. Odoya, 2018.
Il Duce evocava un popolo guerriero totalmente dedito allo Stato e pronto a sacrificarsi alla sua potenza. I populisti al contrario celebrano la gente comune a cui promettono tranquillità, sicurezza, benessere. Stuzzicano i loro interessi egoistici invece di alimentare un presunto altruismo totalitario. Emilio Gentile, il più autorevole studioso del regime di Mussolini. (Simonetta Fiori). Repubblica.
La percezione, sbagliata, che la Resistenza sia una cosa di sinistra è dovuta a due fattori. Il primo è una certa arroganza di ambienti politici ed intellettuali che si sono appropriati della memoria, con forzature inaccettabili: i fischi ai soldati della brigata ebraica, o il negazionismo sulle vendette seguite al 25 Aprile. Aldo Cazzullo. Corsera.
Quando ho cominciato a visitare le cattedrali, cinquant’anni fa, mi sono domandato: perché? Perché tanta imponenza? Troppo tempo, troppi soldi consacrati a queste cattedrali! Mi sono domandato su che cosa spingeva questi uomini del Medioevo a costruire dei monumenti di cui non avrebbero visto la conclusione durante la loro vita. Ken Follett, autore del romanzo I pilastri della terra. Le Figaro.
Teo Teocoli è grande anche perché, in un mondo televisivo dove l’artista non disdegna le comodità impiegatizie e le protezioni dei clan, ci pensa da solo a rovinarsi: si comporta come un cavallo bizzoso, insofferente del morso, capace di scartare per un’ombra. Già ai tempi di Antenna 3 Lombardia era il più talentoso, ma per tutta una carriera non si è dato pace al pensiero che Massimo Boldi facesse fortuna con il cinema solo perché aveva una faccia da ridere; così, appena ha potuto, anche lui si è rovinosamente buttato nell’esperienza del film, per di più d’autore o quasi. Aldo Grasso, critico tv del Corsera.
Mi auguro che la gente e i politici che oggi esultano o si prendono i meriti per l’arresto di Formigoni capiscano che il vento può girare da un momento all’altro e tra poco si potrebbero trovare loro al posto dell’ex presidente della Regione Lombardia. In nome dell’irrazionalità. Basta che un sindaco grillino finisca davanti a un tribunale e le parti si invertono in un attimo. Paolo Crepet, psichiatra. (Maria Sorbi). il Giornale.
Nel giugno del 2013, il re delle cliniche Giuseppe Rotelli, azionista del Corriere, ormai in procinto di morire, rifiutò di sottoscrivere l’aumento di capitale indispensabile per la sopravvivenza della Rcs. Il socio Diego Della Valle, abile industriale del settore calzature e moda, si offrì di far fronte con i propri soldi alla voragine finanziaria che minacciava d’inghiottire il giornalone di via Solferino. In cambio chiedeva di affidarne la direzione a un professionista di sicuro mestiere: Giulio Anselmi, appunto. Non se ne fece nulla. Eppure era la soluzione ideale per svoltare senza andare a sbattere. Anche perché il nuovo direttore si sarebbe portato appresso un mago dei conti, Giuseppe Cerbone, uno che i bilanci sa farli quadrare, come ha dimostrato risanando l’Ansa. Comunque, mai dire mai. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio, 2014.
C’era molta gente, chi vestito di scuro e chi di chiaro. In blu notte alcuni ex ambasciatori, un ministro democristiano, un ammiraglio a riposo e un principe molto di rango e pochi quattrini. Nantas Salvalaggio, Il salotto rosso. Mondadori, 1982.
La lenza di Mario dal Vèr sibilava nell’aria all’inizio del lancio ma deponeva quasi con dolcezza il grillo o la cavalletta sul pelo dell’acqua mollemente: se c’era un cavedano, subito se ne vedeva il guizzo o la capovolta. Mario dal Vèr restava sospeso un attimo, per lasciarlo mangiare, e poi fulmineamente azionava in senso contrario la bacchetta, che s’incurvava crepitando sotto il notevole peso della preda. Gianni Brera, Il principe della zolla. il Saggiatore, 1993.
Un giorno, attraversando villa Borghese, a Roma, vidi Giovanni Pirelli e Marinella che si dirigevano verso l’osteria Menghi insieme, parlando fra di loro. Eravamo in pieno giorno e non vi era, come dire, nulla di sentimentale fra loro: da Menghi, per gioco, dissi a tutti, in loro presenza, che li avevo visti baciarsi. Credo proprio che il mio gioco grossolano ruppe le indecisioni: qualche mese dopo Marinella attendeva un figlio da Giovanni e si sposarono. Andarono ad abitare in una appartamento modesto a Monteverde Vecchio; qui nacque il loro primo figlio e qui vidi arrivare, in una Fiat blu, vecchio modello, guidata da un autista anziano, il vecchio Pirelli che andava a conoscere suo nipote.Ugo Pirro, Osteria dei pittori. Sellerio, 1994.
Come va? Icaro: Uno schianto. Edipo: la mamma è contenta. Ulisse: siamo a cavallo. Lurezia Borgia: prima, beve qualcosa? Robespierre: c’è da perderci la testa. Enrico VIII: io bene, è mia moglie che… Kant: situazione critica. Paganini: l’ho già detto. Darwin: ci si adatta. Kafka: mi sento un verme. Dracula sono in vena. Freud:...ica lei. D’Annunzio: va che è un piacere. Umberto Eco.
Supertimido: Affogò /perché si vergognava /a gridare / aiuto. Marcello Marchesi, Guida ai grandi aforisti. Odoya, 2018.
Per l’italiano, la famiglia è tutto. Meno quello che dovrebbe essere. Roberto Gervaso. il Messaggero.