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 2019  maggio 03 Venerdì calendario

In Olanda più morti in bici che in auto

La bici elettrica, per i puristi della pedalata, era il viagra del ciclismo: una cosa da sfigati. Posizione elitista quanto mai perdente: oggi nel mondo si vendono quasi solo ebike. È stata una rivoluzione nei trasporti che sta però conoscendo effetti collaterali singolari. Il più recente si è registrato nel Paese fondato sui velocipedi: l’Olanda dove 17 milioni di umani vivono accanto (e sopra per lo più) a 22 milioni di biciclette. Per la prima volta nella storia dei Paesi Bassi i morti causati da incidenti su due ruote hanno superato quell in automobile: 206 a 201. E la colpa è stata addossata proprio ai nuovi ciclisti elettrici. Sono i dati relativi al 2017/18 del Centraal Bureau voor de Statistiek, l’ufficio centrale di statistica. La rilevazione precedente, quella del 2016/17, parlava di appena 189 vittime e l’aumento di incidenti mortali sarebbe dovuto ai maschi: se ne sono schiantati molti di più, 148 invece che 125. Le cicliste invece sono state più attente e ne sono passate a miglior vita solo 58 contro le 64 dei dodici mesi antecedenti. Nel contempo, i disastri letali provocati dalle ebike sono raddoppiati e oggi rappresentano un quarto di tutte le morti. C’è un nesso fra mascolinità e bici elettrica? Non stupirebbe: chi scrive queste righe litiga quasi ogni giorno con la propria moglie perché sente la necessità di sostituire la costosa mountain bike che ormai non usa quasi più con un ancora più dispendioso rampichino dotato di batteria Bosch. Per quale motivo? Semplicemente poiché così sarà possibile effettuare avventurose escursioni montane pur in assenza di adeguato allenamento. In sintesi: la femmina sceglie la ebike per fare meno fatica, il maschio è attratto dall’andare sempre più veloce. Il problema non è dissimile da quello olandese. Anche nel Paese dei tulipani le autorità hanno lanciato l’allarme: il nuovo mezzo “altamente performante”, come si dice oggi, viene messo in mano a chiunque.

IN OLANDA
E così, per fare un esempio, anche una persona anziana grazie alle potenti batterie può mantenere velocità elevate, che le sue gambe naturalmente non gli consentirebbero di raggiungere; e tuttavia non ha più i riflessi pronti di un tempo in caso di pericolo. I due terzi delle morti olandesi riguardano infatti soggetti con più di 65 anni e il Fietsersbond, il potente sindacato dei ciclisti, ha chiesto l’introduzione di corsi di formazione per chi acquista le bici dalle pile più poderose. Bisogna ammetterlo, è una idea non malvagia: sul sellino ci saltano tutti, anche i ragazzini che non conoscono il codice della strada. Per qualsiasi altro mezzo – dai motorini alle auto – sono previsti patenti, esami e controlli periodici. Per i pedali no, nemmeno per quelli elettrificati. Con risultati talvolta devastanti. Anche in Italia nel 2017 (stime Aci/Istat) i morti in sella a una bici sono stati 254 su un totale di 17.521 incidenti. Da noi, è vero, si tratta in genere di decessi causati da scontri con auto o camion. E il ciclista passa sempre per vittima. La statistica olandese è invece interessante perché, grazie al famoso sistema di piste ciclabili ideato dai sudditi di re Guglielmo (35mila chilometri di soli sentieri dedicati in sede propria), siamo di fronte a sinistri non provocati dalle macchine. Qui vediamo come anche il mezzo di trasporto più ecologico può diventare letale, se usato a capocchia. La casistica è ampia: bici contro bici, bici contro pedone, bici contro monopattino, bici contro muro, eccetera. 
Peter van der Knaap, direttore dell’Istituto di ricerca sulla sicurezza stradale, è intervenuto nel dibattito sulla stampa di Amsterdam per ridimensionare l’allarme: sempre meno gente utilizza l’automobile nei suoi spostamenti e predilige le due ruote: il numero di chilometri percorsi in bicicletta è aumentato, quindi l’incremento degli incidenti sarebbe tutto sommato sotto controllo. Sarà. E tuttavia coi nuovi bicicli elettrici diventa essenziale pensare a dei controlli. E mettere così fine alla gara a chi ha l’accumulatore più grosso.