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 2019  maggio 01 Mercoledì calendario

Signorini e le altre vittime dei “fidanzati-fantasma”

E fu così che anche Alfonso Signorini ammise “JesuisPamelaPrati”. Anche lui, direttore di una testata di gossip, sgamato 55enne capace di fiutare inciuci e amorazzi altrui, è cascato nella trappola delle agenti di Pamela Prati, e ha ammesso di essersi innamorato di un uomo inesistente. Cosa che a quanto pare è accaduta anche a Manuela Arcuri, a Sara Varone e chissà a quanti altri. Ha confessato di essersi fatto fregare, insomma, da qualcuno che su Facebook si era costruito un’identità maschile fascinosa e inesistente. Ci sarebbe da riderci su, ma a questo punto, mettendo insieme i pezzi del puzzle, la vicenda comincia a sembrare un fenomeno 2.0 i cui contorni sarebbero quelli di una vera truffa sentimentale.
Qualcosa che potremmo chiamare Ghost lover scam: la truffa del fidanzato fantasma. Perché sì, la storia del finto marito di Pamela Prati, inizialmente è sembrata solo un divertente teatrino messo in piedi per racimolare copertine e cachet, ma con il sopraggiungere di nuove testimonianze, ha preso un’altra direzione, una direzione in cui io stessa mi sono imbattuta circa un anno fa.
Partiamo dall’inizio. A febbraio Pamela Prati annuncia che a 60 anni sposerà un uomo meraviglioso incontrato da poco, tale Mark Caltagirone. Poco dopo si scoprirà che tale Mark non esiste, se non su Facebook, e che dietro il suo profilo ci sarebbero le agenti della Prati Eliana Michelozzo e Pamela Perricciolo. Le due, legate da un rapporto molto stretto, negli anni avrebbero gestito anche altri falsi profili maschili quali “Simone Coppi” e “Lorenzo Coppi” con cui corteggiavano alcuni personaggi noti tra cui appunto Alfonso Signorini. I profili fantasma sono irresistibili: Lorenzo Coppi, come raccontato da Signorini, è un biondo filantropo che vive ad Haiti. Simone Coppi, come descritto da Sara Varone, è il figlio di un importante avvocato. Mark Caltagirone un ricco imprenditore. E così via. Tutti fascinosi, romantici, ma imprendibili. Capaci di mille attenzioni, di promesse d’amore eterno ma con una cartucciera carica di scuse ogni volta che gli si chiedeva un incontro dal vivo.
Ma come si fa a cascarci? Va bene una settimana, ma poi si capisce che qualcosa non va, no? E invece, da quello che ho scoperto, il Ghost lover scam è un fenomeno in cui inciampano anche persone sveglie, sgamate e per un periodo di tempo che arriva anche ad anni di “relazione”. E non solo. L’aspetto interessante è che i predatori, coloro che costruiscono questi profili maschili, sono quasi sempre donne, e nella quasi totalità dei casi lesbiche o bisessuali. Alcune conducono normali vite da donne sposate, e sul web vivono una realtà alternativa; altre giocano a sedurre ragazze che mai accetterebbero il loro corteggiamento. Non ci sono fini economici o tentativi di truffare l’altra persona (il Romance scam, fenomeno descritto anche dalla Bbc), anzi. E le prede descrivono questi rapporti col ghost lover come vere e proprie relazioni sentimentali, in cui l’aspetto romantico prevale su quello erotico.
Mi sono imbattuta in diversi casi che si somigliano tutti. Il più clamoroso coinvolge almeno una decina di ragazze, tutte cadute nella rete di tale Jolen. Questo Jolen, dal 2015 in poi, contatta una serie di ragazze su Facebook. Si presenta con un profilo che ha già varie amicizie in comune con le sue “vittime”: ragazze molto carine, over 30, e con vari problemi personali, chi con un fratellino o un papà morto da poco, chi con separazioni in corso. Jolen le corteggia, inizia delle relazioni, parla al telefono con tutte più volte al giorno e di notte, fa promesse, litiga e si riappacifica per gelosia, promette matrimonio e figli, manda regali anche costosi, parla con i parenti delle ragazze, compresi eventuali figli. Quando è il momento di incontrarle, però, inventa sempre una scusa: muore un parente, ha un problema lavorativo e così via. Con alcune la storia dura mesi, con altre anche due anni. Finché un giorno non fa un bonifico a una delle sue fidanzate, e quella va a vedere l’intestatario del conto. Scopre che si tratta di A., una donna, sposata, che vive in Basilicata. E anche il cellulare da cui la chiama è intestato a lei.
Parlo a lungo al telefono con A., mi dirà che ha un rapporto irrisolto col sesso femminile, che riusciva a modificare la sua voce, poi che Jolen non era lei, copriva qualcun altro. I suoi amici più stretti confermano che Jolen sia lei. Da questa storia, le ragazze sono uscite traumatizzate e incredule.
La storia di Chiara è simile. Sta attraversando un periodo difficile, la contatta su fb tale Lucio che si presenta come un ragazzo siciliano che lavora a Milano per Unicredit. Inizia una relazione sentimentale via chat e telefono che dura mesi, lui contatta anche le amiche di lei, le fa trovare delle sorprese con il loro aiuto (fiori, regali…), ma quando è il momento di vedersi, gli muore sempre un parente. Alla fine Chiara scoprirà che il numero di telefono da cui Lucio la chiama è intestato a tale Francesca B., e che le foto di Lucio sono rubate dal profilo di un modello brasiliano.
Donatella invece si imbatte su fb in “Alessandro” nel 2010. “Per me fu facile innamorarmi di lui. Era bellissimo, mi attraeva mentalmente, era colto, sensibile, sapeva cosa dire a una donna. Per 4 mesi abbiamo parlato al telefono giorno e notte, aveva una voce maschile. Poi per caso ho scoperto che si chiamava Carmen. Superato il trauma, le ho chiesto di incontrarci, avevo bisogno di sapere con certezza che ‘lui’ fosse una donna. Lei ha accettato: sapeva tutto quello che ci eravamo dette in mesi di intimità, Alessandro era lei. Era lesbica, ho scoperto che aveva fatto lo stesso con tante ragazze”.
In un altro caso, le ragazze coinvolte sono alcune decine e qui il protagonista è tale “Harry”, fratello di tale Victoria che però in alcuni casi si chiamava Francesca o Shuela, a seconda della ragazza che abbordava via social. Le vittime non solo si innamoravano di Harry, ma stringevano una forte amicizia con sua sorella e varie amiche, peccato che dietro ogni profilo si nascondesse la stessa persona, nello specifico tale Francesca C. D., sposata, di mezza età. Ma c’è anche la storia (incredibile) di Serena che ha una relazione sentimentale di mesi con un ragazzo e poi scopre che a parlare con lei era sempre e solo la sorella di quel ragazzo.
“Non so quanti alberghi, quanti voli prenotati, quanti regali, quanti bonifici ho fatto… Tu dirai: ma entravi nella vita delle ragazze, spesso con dei problemi… Mi sentivo importante, realizzavo i loro sogni”, mi ha spiegato una di queste predatrici. Già. Fatto sta che il giochino del “Ghost lover scam” si lascia dietro parecchie vittime. E non tutte poi vendono l’esclusiva della fregatura a “Verissimo”.