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 2019  maggio 01 Mercoledì calendario

Nasce al Sud una nuova impresa su tre

Un’Italia che corre a due velocità e, complice la crisi, vede accentuare i divari territoriali a svantaggio del Sud. Con un tasso di occupazione che supera i livelli del 2008 al Nord (67,3%) e al Centro (63,2%), mentre nel Mezzogiorno resta 1,5 punti percentuali al di sotto (44,5%). Se poi si guarda alla sola componente femminile, la distanza si amplia ulteriormente con il 32,6% di occupate del Sud, rispetto al 56% del centro e il 60% del Nord. Anche per la disoccupazione il gap resta elevato: l’Istat per il 2018 ha rilevato un tasso nel Mezzogiorno (18,4%) quasi triplo rispetto a quello del Nord (6,6%), e quasi doppio di quello del Centro (9,4%). 
Nonostante i valori del 2018 siano migliori rispetto al passato, il Centro studi Srm evidenzia che nel Mezzogiorno continua a registrarsi un tasso di disoccupazione giovanile superiore di oltre 15 punti percentuali al dato medio nazionale ed un tasso di senza lavoro tra le donne pari a circa il doppio. Eppure, da contraltare alle dinamiche occupazionali, lo stesso centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo sottolinea come sia in atto un consolidamento del sistema delle imprese meridionali che, «pur con intensità minore degli anni passati, chiudono il 2018 con un saldo positivo di oltre 18mila e 700 imprese», circa l’1% in più rispetto all’inizio dell’anno (a fronte di un tasso di crescita nazionale dello 0,52%), che corrisponde quasi al 60% del saldo nazionale (31.615 imprese). Inoltre arriva dal Mezzogiorno un terzo delle nuove proposte di impresa avviate in Italia (119.360), a bilanciare la ripresa delle cessazioni(100.655 imprese chiuse contro le 95.932 del 2017). Il risultato è che a fine 2018 il Mezzogiorno ha uno stock di 1 milione e 700mila imprese (un terzo del dato nazionale), circa il 19% costituite come società di capitali (22,9% il dato Italia). La migliore performance è in Campania con un saldo annuale di 7.866 imprese, il 42% delle nuove imprese del Sud. 
Pur con questi segnali di vitalità, la fotografia scattata da Srm resta in chiaro scuro. L’innovazione rappresenta un driver di competitività per le imprese, ma la percentuale di imprese meridionali con attività innovative di processo/prodotto sul totale è del 27,9% (contro il 38,1% dell’Italia). Anche in termini di spesa per innovazione per addetto il divario è rilevante: 6,2 mila € contro 7,8 mila € dell’Italia. La ridotta dimensione aziendale e la polverizzazione produttiva frenano la capacità competitiva. L’obiettivo di un aumento delle dimensioni di impresa può essere conseguito attraverso le diverse forme patrimonializzazione, ma la crescita può essere anche il frutto anche di azioni dirette ad intensificare le relazioni commerciali e produttive tra le imprese. Sul territorio, comunque, c’è un «fermento innovativo» alimentato da un «crescente ecosistema di ricerca e di innovazione» e da una «quota, seppur contenuta, di imprese eccellenti e innovative».
Una panoramica delle imprese più innovative la fornisce Industria Felix in collaborazione con Cerved Group, con i patrocini dell’Università Luiss e di Confindustria, che premia le aziende italiane più performanti. Tra i gruppi premiati c’è Sapa (componenti auto), che fornisce direttamente i principali produttori in Italia e all’estero (Fca, Volkswagen, Cnh, Ferrari), con 10 stabilimenti – otto in Italia, tra cui il principale ad Arpaia (Bn)e 2 in Polonia -, con 250 mln di fatturato e 1.700 dipendenti. Sapa, che sta completando l’acquisizione di un’attività commerciale in Cina, ha depositato 20 brevetti, e prevede di arrivare a 25 a fine anno. Tra questi c’è One-Shot: «nasce per racchiudere in un solo metodo tutti i passaggi delle metodologie tradizionali di produzione delle componenti auto – spiegano Antonio e Giovanni Affinita che guidano l’azienda insieme alla madre Dora e alla sorella Mariangela-. In un solo processo, con la supervisione di un solo operaio, si fa il lavoro equivalente a 4 diversi processi, che richiederebbe più macchinari, più tempo e la presenza di più operai. Con un forte abbattimento dei costi e un controllo superiore rispetto ai metodi tradizionali». La frenata che sta interessando l’automotive rappresenta un’opportunità per Sapa: «in queste fasi si abbassano i volumi produttivi per concentrare le risorse sulle capacità innovative – spiegano i due fratelli -. Così è nato il reparto “ingegneria innovazione” che ha messo a sistema i brevetti, la gran parte sono stati depositati nell’ultimo triennio». Con il lancio di nuovi modelli si potranno sviluppare al Sud tra i 40 e i 60 milioni di fatturato nell’arco di 4-5 anni, con un numero consistente di assunzioni (tra 100 e 200). 
Figura tra i premiati anche Mv Line (Ba), gruppo leader nella produzione industriale di zanzariere, sistemi oscuranti e filtranti che in tre anni è passato da 25 a 70 mln di fatturato (10% fuori dall’Italia) con 400 occupati diretti: «Fino 4 anni fa eravamo concentrati solo sulla produzione di zanzariere – spiega Antonio Anastasia direttore finanziario-, poi il ciclo produttivo si è evoluto e abbiamo diversificato partendo dalla materia prima, l’alluminio, occupandoci anche della progettazione e realizzazione diretta di prototipi e modelli. Altre società sono entrate nel gruppo per ampliare la gamma di prodotti per il mercato del serramento». Per arricchire il portafoglio prodotti è stato firmato un accordo per il controllo della società milanese proprietaria del marchio e brevetto “Abithal”. Per il futuro «vogliamo crescere all’estero, la Spagna è un mercato molto interessante», aggiunge Anastasia, la gamma di prodotti sarà ampliata e si prospettano «nuove assunzioni nelle realtà della Bbc spa, azienda del gruppo. Potremmo assumere 15-20 persone con l’avvio della seconda pressa in due stabilimenti industriali in provincia di Matera(Mt)».