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 2019  aprile 30 Martedì calendario

Periscopio

Destrorso è nel vocabolario; sinistrorso pure. Perché centrorso no? Dino Basili. Uffa news.
Quell’immondizia a Roma è avanti o dopo Cristo? Stefano Massini, la Repubblica.
Signora estatica: «L’immagine dell’Italia nel mondo è sospesa per eccesso di ribasso». Altan, Donne nude. Longanesi, 2011.
Contro la tosse il miglior rimedio è un buon lassativo. Voi non osereste più tossire. Coluche, Pensèes et anecdotes. Le Livre de Poche. 1995.
Il vizietto di Junker era in realtà già noto. L’anno prima (2013), quando Juncker dovette dimettersi da primo ministro del suo paese, il Lussemburgo, per un attrito coi servizi segreti- il capo di questi raccontò: «Verso sera ci incontrammo nel suo ufficio… nell’aria c’era odore di cicche e un inconfondibile sentore di alcol… Juncker era ubriaco fradicio». Giancarlo Perna, saggista politico. La Verità.
Razzismo e xenofobia esistono da almeno un secolo prima del fascismo e quindi non sono figli di quella storia. Quanto alla presunta eternità del fascismo, mi sembra una forma di vittimismo fuorviante. Anche perché significherebbe sostenere che l’antifascismo nel 1945 non ha vinto la guerra, ma solo una tregua passeggera. E agli occhi di giovani sprovveduti potrebbe dare al fascismo una legittimazione attraente: allora vince sempre…Emilio Gentile, il più autorevole studioso del regime di Mussolini. (Simonetta Fiori). Repubblica.
Dire oggi «destra antifascista» in Italia sembra dire una cosa inverosimile, un ossimoro. Eppure il nazifascismo fu sconfitto da liberali, e conservatori come Churchill e De Gaulle. A livello ovviamente diverso, in Italia, vorrei ricordare il colonnello Montezemolo, monarchico e anticomunista convinto, oltre che Edgardo Sogno. Aldo Cazzullo. Corsera.
Quando il 3 giugno 1977 la Svezia ha deciso di non entrare nell’euro, mettendo cosi fine a un lungo itinerario di incertezze, i nostri giornalisti hanno dato la notizia senza neanche una parola di spiegazione. Ida Magli, Contro l’Europa. Bompiani, 2001.
Cosa è più adesso di sinistra o, peggio, «de sinistra» come dicono quelli che le fanno il verso? Rovine fumanti di scompigliatissima futilità. L’antica definizione di intellettuale di sinistra sembra divenuta addirittura innominabile, sostituita da una raffigurazione canzonatoria, quasi una macchietta, qual è «radical chic». Filippo Ceccarelli, la Repubblica.
La svolta, con il superamento del nome di Pci, comunque la si voglia indicare, non è stata solo il cambiamento del nome. Ma l’abbandono del togliattismo, dell’idea stessa di socialismo, del vecchio sistema politico, della partitocrazia, della Prima Repubblica. Ed è stato per questo, soprattutto per questo, che noi occhettiani siamo statali accanitamente combattuti. Massimo De Angelis, Post – Confessioni di un ex comunista. Gierini e Associati, 2003.
L’Italia è un paese complesso. Da una parte il Piemonte, ovvero la Francia: la Toscana ovvero la Massoneria inglese; il regno delle due Sicilia ovvero la Spagna. Ma dall’altra la Serenissima e il suo disegno, la riconquista dell’Oriente, la reincarnazione tutta e solo mercantile di Bisanzio. A Venezia dobbiamo l’ultima colonizzazione riuscita agli italiani: quella delle coste e della isole slave e greche e turche fino a Cipro e al Libano. Una epopea di cui nessuno si ricorda. Geminello Alvi, Ai padri perdòno. Mondadori, 2003.
Verso le sette di sera, il Grande Inviato manda il suo articolo dalla stanza d’albergo. Poi va a cena con i colleghi nel miglior ristorante della zona, dove c’e’ un cameriere che, grazie a qualche banconota sfilata dalla mazzetta riservata alle «mance per informatori» rilascia a tutti ricevute maggiorante per gonfiare la nota spese. Michele Brambilla, Sempre meglio che lavorare – Il mestiere del giornalista. Piemme, 2008.
In quale Paese ha lasciato il cuore? «In Russia. E in Armenia. Le armene sono bellissime». Credevo negli Stati Uniti. «Ho vissuto a New York e Washington, ma il mio buen retiro è Miami, dove i ricordi superano la realtà. Ci andavo nei weekend. Ora ci torno due volte l’anno». Carlo Rossella, presidente di Medusa (Stefano Lorenzetto, scrittore). Corsera.
L’Italia, genera tanto risparmio nei suoi scambi con l’estero, da così tanti anni, che alla fine del 2019 starà ormai finanziando l’economia del resto del mondo più di quanto il resto del mondo stia finanziando l’Italia. Il Paese si avvia a essere finanziariamente in attivo, non in passivo, nel rapporto con il sistema globale; creditore e non debitore netto del resto del mondo. Federico Fubini, Per amor proprio – Perché l’Italia deve smettere di odiare l’Europa (e di vergognarsi di sé stessa). Longanesi. 2018.
Sono nato e cresciuto a Gallipoli. Con una madre che mi ha lasciato molta libertà. Mio padre morì a causa di una nefrite cronica. Furono i postumi di una guerra che aveva perso. In casa pochi soldi. Desideravo fare il pilota di aerei. Liceo militare alla Nunziatella di Napoli: dal 1951 al 1954. Abbandonai la carriera militare perché mi riscontrarono una forte miopia e, contemporaneamente, mi accorsi che non avevo nessun interesse per l’esercito. Guardavo i miei insegnanti, spesso ufficiali decorati nell’ultima guerra, e pensavo: il massimo che mi può accadere è finire a insegnare a delle nuove reclute. Avevo imparato la matematica, il greco antico e il latino. Ma non conoscevo nessuna lingua viva. Decisi di partire per il nord Europa. Avevo 17 anni. Eugenio Barba, regista teatrale (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Boeri è architetto-politico, è stato per breve tempo assessore a Milano, ma oggi ha trovato un suo ubi consistam in un potere molto più diffuso e più sottile, soft, nazionale e transnazionale: oltre alla presidenza della Triennale di Milano, guida una specie di boy band che scova creativi talentuosi in giro per l’Italia, li forma in una factory tra politica, design, architettura e arte contemporanea e poi li risputa dove serve. Michele Masneri. Il Foglio.
Dopo un soggiorno di due settimane a Venezia (anche alle tariffe di bassa stagione) ti ritrovi in bolletta e, insieme, sereno, come un monaco buddista o un santo cristiano. Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili. Adelphi.
Assistito da tre precettori, Lanfranco aveva compiuto, protetto dalle mura domestiche, gli studi ginnasiali, sudato su testi di greco e latino con aria di sospetto e traendo da essi quel tanto di sapere che, come diceva suo padre, gli avrebbe permesso «di sbalordire, con citazioni opportune e frasi ad effetto» qualunque corte. Andrea Vitali, La Figlia del Podestà». Garzanti, 2005.
Il coraggio è più un istinto che una virtù. Roberto Gervaso. il Messaggero.