Libero, 30 aprile 2019
Beppe Grillo tra i terrapiattisti
«Bisogna avere la mente aperta, ma non al punto che il cervello caschi per terra…», esternò una volta Piero Angela, quando tentò di sintonizzarsi sull’encefalo concavo di un terrapiattista. Non gli riuscì, ahimè. Era una questione di curvatura. Ma, rispetto ad Angela, Beppe Grillo, che ha annunciato la sua presenza al Congresso dei terrapiattisti italiani di Palermo il 12 maggio, è di tutt’altra pasta. Grillo respira cospirazioni, inala folklore metafisico, si nutre di infiammate provocazioni. Sicché, nel territorio inesplorato di quegli encefali di cui sopra – centinaia, migliaia di encefali anche se magari non tutti accesi contemporaneamente – il Beppe ci costruirà la prossima avventura. «Voglio stare in mezzo ad un po’ di cervelli che non scappano davanti a nulla, nessun pregiudizio, nessuna legge della fisica è definitiva», ha scritto e stavolta, quando l’ha scritto, non pensava al ministro Toninelli.
SOGNO PROIBITO
Ora, il comico non l’ammetterà mai. Ma, nell’intimo, il suo sogno proibito è quello di essere rapito dagli alieni e d’esser issato su astronavi che tracciano scie chimiche a disegnare in cielo arcani arabeschi ispirati ad Atlantide; per poi atterrare al polo nord, ossia una catena montuosa circolare fatta di caramellato e zenzero col Polo sud tutto spalmato attorno, custodita dagli antichi giganti che forgiarono le porte del Duomo e di Città del Vaticano. Tutti elementi (tranne il sapore di caramello, forse) che fanno davvero parte della cosmogonia della Flat Earth Society. Ovvero la “società” di coloro che rinnegano Galileo. E che, tra i suoi dogmi, annovera, nell’ordine: la messa in scena degli sbarchi sulla Luna, la manipolazione della sfericità della Terra e pianeti limitrofi con photoshop; il rogo eretico dei mappamondi; il complotto demoplutomassonico per farcire – dai tempi di Aristotele e Eratostene – i libri di scuola di bieche menzogne. I terrapiattisti sono davvero cervelli inespugnabili. Quando affermano che non esiste rotondità terrestre, è perché «se qualcuno guarda verso l’orizzonte tutto è piatto». Non solo: per i teorici del complotto se la Terra fosse tonda l’acqua e qualsiasi corpo composto da essa dovrebbe avere un dosso «con un rigonfiamento al centro. In realtà, invece le superfici di questo tipo sono piatte». Foto satellitari e telescopi sono soltanto strumenti di propaganda. Meraviglioso. Grillo, il 9 aprile, nel suo blog dal titolo: “Amate e coccolate il terrapiattista che è in voi”, dichiarò, quasi ammirato: «Nonostante sostengano delle assurdità, molti di loro non sembrano né pazzi e né incattiviti. Si riuniscono, spesso sono ben inseriti nella società, e fanno degli incontri incredibili in grandi alberghi in giro per l’America». Ecco. Quel «nonostante» fu letto come il simbolo d’una svolta. L’idea invincibile che nella vita, come nel classico della fantascienza Assurdi universi di Fredric Brown, non solo la fantasia, ma anche il grottesco, il balzano e l’irreale potessero finalmente andare al potere. Cosa che, ultimamente, a livello politico s’è perfino verificata, e non parlo solo dei 5 Stelle. Il terrapiattismo come oppio dei popoli, dunque.
TARTARIA E GIGANTI
Grillo planerà su quella festosa congrega di eretici e osserverà con attenzione il susseguirsi dei quattro instancabili relatori per dodici tematiche in esame: dall’“astronomia zetetica”, all’analisi della Tartaria “il dimenticato impero dei giganti”, alla rilettura della cosmonautica dell’ultimo secolo nel fantastico panel Conquista della Luna: 50 anni di inganni, fino al tema dell’“egocentrismo della stella polare” forse riferito a Virginia Raggi che s’impunta sulla rinegoziazione del debito di Roma. Certo, l’uomo è un pragmatico, non cederà fino in fondo al fascino dell’assurdo, ma il suo encefalo entrerà senz’altro in sintonia con questa larghissima platea di vagabondi dell’impossibile. Almeno fino alle prossime elezioni…