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 2019  aprile 30 Martedì calendario

La Moka Bialetti ristruttura il debito

Tra i titoli migliori di Piazza Affari e un rialzo così, l’omino con i baffi, non lo vedeva da tanto tempo. Bialetti ieri ha chiuso in Borsa con il titolo a +11% dopo aver guadagnato, nel corso della giornata, fino al 13% con un massimo di 0,365 euro, un livello che non si vedeva da fine febbraio. Merito del Tribunale di Brescia che ha «omologato» gli accordi di ristrutturazione. Il 2018 non è stato un anno facile per l’azienda nata nel 1933 quando Alfonso Bialetti guardò la moglie fare il bucato con la «lisciveuse», il sistema del pentolone che gli ispirò lo stesso sistema usato poi per la moka. Fu l’inizio della storia di un gruppo che tra il 1936 e il 1940 arrivò a produrre ogni anno 10 mila caffettiere. Fino ad arrivare all’iconico marchio, quell’omino con i baffi disegnato da Paul Campani e ispirato a Renato Bialetti. Negli ultimi anni il sensibile calo del fatturato (da 167 a 126,3 milioni nel 2018) e una perdita di 48,5 milioni (i conti 2017 chiudevano con un «rosso» di 5,3 milioni). Nel 2018 il peggioramento drastico della situazione finanziaria che ha determinato anche ritardi nell’approvvigionamento, nella produzione e nelle consegne di prodotti destinati alla vendita. Ieri il gruppo, acquisito negli anni ‘90 dalla famiglia Ranzoni, ha fatto sapere che il Tribunale ha omologato gli accordi in assenza di opposizioni. È prevista insomma la ristrutturazione dei debiti con cui Bialetti può procedere nell’operazione di rilancio annunciata a inizio anno.