Corriere della Sera, 29 aprile 2019
Biografia di Imtiaz Dharker
L’erede di Shakespeare è una donna islamica di origine asiatica. Se tutto andrà come previsto, a essere insignita fra qualche giorno del titolo di «poeta laureata» del Regno Unito sarà la 65enne Imtiaz Dharker: una che in passato si è definita «pachistana scozzese musulmana calvinista adottata dall’India e sposata nel Galles». Insomma, come ha detto lei stessa, «una bastarda culturale».
È una cosa mai vista nei 350 anni di storia della illustre carica: chi la ricopre è una specie di «poeta di corte», nominato dalla regina su proposta del governo, che ha il compito di celebrare in versi i grandi avvenimenti nazionali. Una tradizione che aveva già subito una scossa dieci anni fa, con la nomina della prima donna, l’attuale poeta laureata Carole Ann Duffy: il cui mandato scade dopodomani e che ora dovrebbe passare il testimone a un’altra donna, ma questa volta un’immigrata islamica.
Imtiaz Dharker è infatti nata a Lahore, in Pakistan, anche se è cresciuta a Glasgow. I suoi genitori le avevano imposto un’educazione rigidamente tradizionalista, tanto che le vietavano di uscire la sera e la incoraggiavano invece a stare in casa a studiare: lei ha raccontato che da ragazza guardava dalla finestra le luci scintillanti della città e sentiva «che tutta la vita accadeva da qualche altra parte, là fuori, dove io non c’ero».
La ribellione non tardò ad arrivare: all’università Imtiaz si innamorò di un uomo più anziano e appena diplomata i due si sposarono di nascosto e fuggirono in India. Da allora la futura poetessa non parlò mai più con la madre e si riconciliò col padre e i fratelli solo dopo il suo divorzio. In seguito sposò un gallese, morto poi di tumore dieci anni fa.
La Dharker sarebbe stata scelta dal governo, secondo quanto ha raccontato il Sunday Times, dopo che il ministro della Cultura, Jeremy Wright, ha stabilito che la nomina del poeta laureato venga fatta da un comitato di quindici esperti, in modo da rendere più trasparente una procedura che finora era stata avvolta dal segreto. Ma particolarmente compiaciuta sembra essere l’attuale titolare dell’incarico, Carole Duffy, la quale ha commentato che «se ci fosse un poeta laureato mondiale, Imtiaz Dharker sarebbe l’unica candidata».
Prime volte
Dopo la prima volta per una donna, si rompe un altro tabù dei 350 anni di storia della carica
Le origini da immigrata e la fede religiosa non sono l’unico primato del nuovo Bardo femminile, che si inserisce in una tradizione che annovera nomi come William Wordsworth e Alfred Tennyson: lei sarebbe anche la prima poetessa ufficiale la cui figlia, Ayesha, è apparsa nella popolare sit-com Coronation Street, oltre ad aver calcato le scene teatrali con la Royal Shakespeare Company.
La Dharker ha comunque un curriculum di ferro: le sue opere compaiono già nei programmi scolastici degli esami di maturità in Inghilterra e ha pure ricoperto la carica di poeta residente dell’università di Cambridge, oltre a viaggiare di continuo per prendere parte a recital di poesia in tutta la Gran Bretagna.
I suoi versi esplorano temi come la religione, l’identità culturale e il femminismo: la sua prima raccolta, «Purdah», era intitolata alla pratica islamica e indù di separare le donne dagli uomini. Quando le è stato chiesto in passato perché scrive poesie, ha risposto «perché non ho altra scelta»: i suoi versi sono stati definiti «ricchi e immaginifici, come fuochi d’artificio sulla pagina».
Il ministero della Cultura non ha ancora confermato la sua nomina, che dovrà essere approvata in ultima istanza dalla regina. E c’è sempre la possibilità che lei rifiuti l’onore, come in passato avevano fatto letterati del peso di Thomas Gray e Walter Scott. Mentre già la fede religiosa del poeta laureato aveva suscitato controversie: il primo in carica, John Dryden, cattolico, era stato rimosso nel 1688 per aver rifiutato di prestare giuramento di fedeltà al sovrano protestante.
La nomina della Dharker completa in qualche modo lo sdoganamento e l’integrazione della comunità islamica britannica, che annovera fra i tanti il sindaco di Londra Sadiq Khan e il ministro dell’Interno Sajid Javid.