la Repubblica, 28 aprile 2019
Le ferie forzate non piacciono ai giapponesi
Quale miglior inizio per un’era di “bella armonia”, Reiwa, di una vacanzona? E una così lunga i giapponesi non l’avevano mai vista. Ieri sono cominciati dieci giorni lontano da scuole e uffici, visto che al tradizionale congedo della Golden Week quest’anno si sommano le celebrazioni per la successione imperiale. Tra martedì e mercoledì, con un’inedita abdicazione in vita, l’anziano Akihito lascerà il trono al primogenito Naruhito e, non essendo morto nessuno, il principio della nuova era Reiwa sarà pura festa. Ma se l’obiettivo del governo di Shinzo Abe, che ha riempito il calendario di giorni rossi, era risollevare l’ottimismo del Paese, i consumi e il proprio consenso, sembra essere riuscito solo in parte. Vero: le interminabili file viste ieri all’aeroporto di Haneda e il tutto esaurito sui treni alta velocità mostrano che i cittadini del Sol Levante si sono dati al turismo. I viaggiatori dovrebbero sfiorare i 25 milioni, un record. Eppure per un popolo fedele al lavoro, stare così tanto con le mani in mano può diventare uno choc. In un sondaggio del quotidiano Asahi, il 45% degli intervistati si sono detti “scontenti”, contro un 35% appena di felici. Da una parte sono i disagi legati all’inedita pausa, uffici pubblici e scuole chiuse, bimbi da gestire, ospedali che lavorano in alternanza per scarsità di personale. Dall’altra la perdita netta dei precari, pagati alla giornata. Infine, morsi e rimorsi della proverbiale etica nipponica del dovere. Così anche questo lunghissimo ponte diventa un’immagine di un Paese sospeso. Che dopo anni ha ripreso a crescere, ma molto lento. Che sta per lasciarsi alle spalle un’era difficile, Heisei, da ricordare per la stagnazione e i tremendi disastri naturali, ma che martedì sera affronterà il conto alla rovescia verso Reiwa senza sapere cosa aspettarsi. Si affogheranno i dubbi, questo sì. I produttori di sake e birra, le due bevande con cui il Giappone brinda, hanno fatto gli straordinari. Chi non è riuscito a partire si tufferà nei bar o nei pulsanti centri commerciali di Tokyo. Gli analisti si aspettano che i consumi extra spingano il prodotto lordo del trimestre di un quarto di punto. Ma avvertono anche che i mesi successivi ribilanceranno le cose, perché i soldi quelli sono: si possono spendere prima o dopo, mica moltiplicare. Le imprese hanno già detto che non si aspettano miracoli, mentre gli squali di Borsa tremano al pensiero che nei giorni di chiusura possa arrivare qualche brutta notizia, rendendo nerissima la riapertura. Non se la godrà neppure Shinzo Abe, il cui Partito liberal- democratico domenica scorsa ha straperso le elezioni per due seggi vacanti della Dieta, sinistro campanello d’allarme in vista dell’importante voto di luglio. Spiegano gli analisti che per invertire il trend il premier conta su una serie di eventi di distrazione di massa, a cominciare proprio da questa super vacanza imperiale per arrivare a giugno al G20 di Osaka. Solo che al ritorno dalle ferie sarà pure nuova era, ma sempre lo stesso Giappone.