Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  aprile 28 Domenica calendario

I conti dell’atletica leggera

Quattordici riunioni in quattro continenti (all’appello manca soltanto l’Oceania), con velocisti, mezzofondisti, saltatori e lanciatori alla caccia disperata dei diamanti.
Non occorre sgobbare in una miniera, ma soltanto esaltarsi sul manto gommoso. La Diamond League è il meglio che l’atletica su pista possa offrire, uno show che per festeggiare la decima edizione (fu lanciata nel 2010) aumenta il montepremi e la copertura televisiva, indossando per l’ultima volta l’abito tradizionale, in attesa di rifarsi il look il prossimo anno.
Venerdì comincia da Doha – la stessa città che ospiterà un insolito Mondiale autunnale, tra fine settembre e inizio ottobre – il circuito più ricco del mondo dell’atletica, pronto a distribuire 8 milioni di dollari ai suoi protagonisti. Quattro milioni e 800mila dollari verranno assegnati nei 12 meeting intermedi – l’unica tappa italiana sarà il Golden Gala il 6 giugno allo Stadio Olimpico di Roma – mentre i rimanenti 3,2 milioni costituiranno la posta in palio nelle due finali in calendario a fine agosto a Zurigo e a inizio settembre a Bruxelles. Il vincitore di ciascuna delle 32 classifiche incasserà un assegno da 50mila dollari, un diamante griffato Beyer e una wild card per la prossima rassegna iridata. 
A ogni tappa chi taglia per primo il traguardo porta a casa 10mila dollari, l’ottavo si accontenta di mille: premi quintuplicati nell’atto conclusivo. 
L’anno passato i telespettatori sono stati 360 milioni (+78 milioni rispetto al 2017) in 172 Paesi (11 in più della stagione precedente), mentre gli atleti in azione hanno toccato quota 789, provenienti da 83 nazioni. Di queste, ben 34 sono salite sul gradino più alto del podio, a testimonianza di come l’atletica sia lo sport più globale in assoluto. D’altronde è quello più semplice, spontaneo e naturale. Correre, saltare e lanciare: tre gesti antichi quanto l’uomo, ma anche tre espressioni capaci di generare un business. 
A organizzare la Diamond League è una joint venture, partecipata dalla Federazione internazionale (la Iaaf), i 14 organizzatori dei meeting e la società di marketing Img. Governance complessa, perché gli interlocutori hanno obiettivi non sempre perfettamente convergenti. La Iaaf intende ridare linfa a uno sport che dopo l’addio di Usain Bolt ha perso appeal tra il pubblico; gli organizzatori puntano in primis a valorizzare i talenti locali, posizionando molto spesso nelle corsie atleti vestiti dallo stesso sponsor tecnico della riunione. 
La principale criticità è legata alla presenza degli atleti più forti. A differenza di quanto accade in altri sport (per esempio nella Coppa del mondo di sci, oppure nei tornei Masters 1000 di tennis) non sempre nelle tappe della Diamond League va in scena un duello tra i migliori interpreti della specialità. Molti preferiscono nascondersi, partecipando soltanto ai Campionati nazionali, continentali o mondiali, altri si accontentano di riunioni di seconda fascia, dove però non rischiano di essere sconfitti: in presenza di una lunga striscia di imbattibilità l’ingaggio è infatti destinato a crescere, perciò i testa a testa vanno in scena soltanto quando in palio ci sono le medaglie. 
Per cercare di vivacizzare il circuito, dal 2020 si volterà pagina. I meeting diventeranno 12, la finale una sola, le specialità coinvolte passeranno da 32 a 24 (12 maschili, altrettante femminili): in pista si correrà al massimo fino ai 3.000 metri. Il tutto per condensare lo show in 90 minuti, così da garantire la massima audience televisiva. Per attirare la gente del posto, sovente distratta in occasione del meeting, diventerà una prassi l’organizzazione di qualche concorso (salto con l’asta, salto in lungo o lancio del peso) il giorno prima della riunione nel centro della città ospitante.
Fino al 2024 la presenza di un meeting italiano è certa, ma il prossimo anno il Golden Gala potrebbe traslocare da Roma a Milano. Tra giugno e luglio del 2020 l’Olimpico sarà infatti il teatro di quattro partite, tra cui quella inaugurale, dell’Europeo di calcio itinerante, ragion per cui l’atletica potrebbe trovare una casa all’ombra della Madonnina.