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 2019  aprile 28 Domenica calendario

Quelli che vivono senza tv

Raccontarne le vite, ha un sapore un po’ antico. Come i racconti dei nonni, che giocavano con le bambole di pezza e si scambiavano le biglie per i vicoli. Sono talmente in pochi ormai in Italia ad essere rimasti senza televisore in casa. Il salone sgombro dall’aggeggio, le voci del telegiornale spente e i cartoni animati dei bambini che non rimbombano nelle camerette. Una scelta di vita, per questa minoranza, ragionata e spesso rivendicata con orgoglio. Come fanno due genitori che nel loro blog “Inviaggioconermanno” hanno dedicato un apposito capitolo alla questione. Hanno staccato i cavi della tv per sempre, raccontano. E spiegano che oltre ai 100 euro risparmiati in un anno (spiccioli, dicono sempre loro, che però se sommati in dieci anni raggiungono una somma rispettosa), senza televisore si vive meglio. Più libri, più giochi manuali col loro figlio, più tempo per cucinare alimenti sani. Un’alternativa alla tv, sono anche i mestieri di casa, che i bimbi potrebbero apprendere fin da piccoli. I due genitori però si sono ben visti dal privare i loro bambini dei cartoni animati e hanno invece studiato uno stratagemma: con un videoproiettore legato al computer, i loro figlioli possono godere ogni tanto di una visione. Quello che è certo è che questa famiglia fa parte di una piccola minoranza in un’Italia ancora tanto legata al mezzo di comunicazione, che da scatola nera è diventata ormai quasi per tutti uno schermo piatto ad alta risoluzione. Secondo il rapporto Auditel-Censis del 2018, infatti, tra tutti i mezzi di comunicazione, ancora oggi spicca il televisore: ve ne sono oltre 43 milioni (il 97,1% delle famiglie ne possiede almeno uno), contro 14 milioni di pc portatili (48,1%), 7,4 milioni di tablet (26,4%), 5,6 milioni di pc fissi (22,1%). Rafforza il primato della tv questo dato: il 19,3% delle famiglie dispone di almeno un televisore connesso al web (smart tv o apparecchio tradizionale connesso al web con dispositivo esterno). Il che significa che solo circa 700mila famiglie vivono senza televisore in casa e quasi quindi 2 milioni di italiani non accendono da anni l’apparecchio elettronico. Una piccola parte, che però esiste. Tra l’altro secondo la ricerca del Censis, sarebbero le donne in famiglia ad avere il coltello dalla parte del manico in fatto di televisore. «Gli acquisti quotidiani e di elettrodomestici sono gli unici ambiti a prevalente potere decisionale femminile», spiegano.

BLOG E FORUM
Ed infatti, sono le mamme che su forum e blog su internet si sbizzarriscono di più a dispensare consigli su come evitare che i bambini rimangano incollati allo schermo. E molte, confessano, di aver buttato via il televisore per scelta educativa. Una madre nel suo blog racconta di aver staccato il cavo gradualmente. I suoi bimbi guardavano la televisione per ore intere, il più grande persino si addormentava sul divano. La genitrice preoccupata ha iniziato a mettere dei paletti. Prima con limiti di orari e programmi e alla fine togliendo proprio la televisione dal salotto. E poi ci sono i più estremisti, come Francesco Narmenni che ne fa una questione di principio. Se secondo lui la tv «equivale a uno strumento di controllo destinato a pilotare i gusti delle persone», la scelta più logica non può essere altro che buttare il pericoloso mezzo fuori dalla finestra. Far sparire il televisore, può servire a farci guadagnare tempo e farci diventare, secondo Francesco, pittori, scrittori o buoni musicisti. Pur conoscendo i rischi della lunga esposizione al mezzo, c’è chi invece non è d’accordo con il totale abbandono della televisione. L’associazione Aiart, infatti, che tutela gli spettatori, suggerisce un approccio diverso. «Secondo noi», spiega il presidente Giovanni Baggio, «i ragazzi dovrebbero essere educati a guardare la televisione. Proibirla totalmente rischia di far estraniare le persone dal mondo. Oggi come oggi fa parte del nostro mondo e della nostra socialità, non va evitata, ma vista in modo critico. Spesso la scelta di vietarla totalmente è dovuta alla mancanza di tempo dei genitori di stare dietro all’educazione dei figli e per questo tagliano corto e se ne sbarazzano». Per di più secondo la ricerca del Censis, il televisore costituisce un importante mezzo di aggregazione. «Nella maggior parte delle famiglie la tv aveva e ha ancora una fruizione prevalentemente collettiva: riunisce dinanzi a sé, in contiguità fisica, i membri delle coabitazioni, con un’alternanza di silenzi (per ascoltare) e scambi di opinione tale da poter tranquillamente affermare che il televisore crea i presupposti tecnici e di contenuto della relazionalità familiare», spiegano.