Il Messaggero, 28 aprile 2019
Capalbio alla Lega?
Che tristezza all’Ultima Spiaggia (Capalbio), che non è più l’ultima spiaggia della sinistra. E il libro che i vip progressisti sono corsi a rileggere durante questi punti e il capolavoro di Coetzee (stupendo scrittore Premio Nobel) intitolato Aspettando i barbari. In realtà nell’Atene della sinistra che non è più, barbari forza-leghisti sono già arrivati alle elezioni del 4 marzo 2018, vincendo nelle urne politiche, ma adesso Salvini si prenderà il buon ritiro di Asor Rosa e compagnia espugnando probabilmente il Comune. In una lunga marcia che riguarda tanti altri paesi toscani, e perfino – a che se sara dura – il capoluogo regionale, Firenze. Perché se il sindaco uscente, Dario Nardella, amicissimo di Renzi, dovesse essere costretto al ballottaggio con il candidato di centrodestra Ubaldo Bocci, potrebbe scattare il temuto TTPd: Tutto tranne il Pd.
Ma ora è Capalbio, simbolo simbolicissimo, la più tremolante. 4.095 abitanti. Non tutti, anzi, pochi appartenenti all’intellighenzia sinistrese, e questo è il problema. È vero che pure il segretario dem, Zingaretti, in passato ha villeggiato qui ma queste cose non contano. Vale di più l’effetto Salvini e la paura, mai davvero smaltita, che gli immigrati possano tornare a minacciare con la loro presenza – in realtà non devastante – questo borgo fiabesco che anni fa si rivoltò contro il dovere dell’accoglienza.
DA ATENE... A SPARTA
Si vota il 26 maggio, e il rischio è che Atene, da sempre con sindaco di centrosinistra, diventi Sparta. Il Pd locale si è diviso e aumentano le speranze di vittoria del centrodestra, con la Lega che sta fiutando il colpaccio e che si è messa a lavorare con forza sul territorio. «E del resto – come dice Susanna Ceccardi, donna forte del salvinismo candidata governatrice in Toscana al prossimo giro – se abbiamo espugnato la rossissima Pisa lo scorso anno, se siamo messi molto bene per togliere a maggio ai grillini e alla storia comunista Livorno, perché non dovremmo vincere a Capalbio?». E lo stesso discorso vale per tutti i comuni rossi – Marsciano la rossissima per esempio, per non dire del probabile bis centrodestra a Perugia con il sindaco uscente Romizi – in cui si vota in Umbria e «la ruspa è in azione» (va gridando Salvini dopo la Sanitopoli dem in questa regione).
A Capalbio il fatto è che Luigi Bellumori, sindaco da 10 anni, già super renziano e ora pro Zingaretti, non si ricandida. I dem si sono divisi sul candidato civico (ma di area) Marco Donati, mentre il centrodestra punta tutto sul dentista Valerio Lanzillo che tra i suoi pazienti avrebbe lo stesso Bellumori. E c’è poi l’ex vicesindaco (sempre di centrosinistra) che guida una lista bipartisan. Un quadro frammentario per il Pd, e tutti dicono: «Tocca al Capitano». E Salvini ha già programmato, da capitano di ventura, una visita, forse due, per un comizio in piazzetta. E si fanno il segno della croce, pur essendo laici o laicisti, gli intellettuali da Ultima Spiaggia: «Che cosa sara di noi....», si lamentano.
E chissà se proseguirà la storia di sempre in un’altra regione rossa, l’Emilia Romagna. Dove si vota in 235 comuni. Il 90% sono governati da centrosinistra. «Se ne prendiamo il 20% – dicono nell’entourage di Salvini – sara un successo. Ma ne prenderemo infinitamente di più». Tre le roccaforti rosse che potrebbero essere espugnate dal Carroccio: Ferrara, Modena e Forlì. La Lega continua a conquistare il consenso dei cittadini cavalcando i temi dalla sicurezza, e nei comuni dell’Italia centrale – così è anche nelle Marche – il dividendo elettorale su questo è sicuro.
Ma c’è una Capalbio, non intellettuale ma produttiva, anche in Lombardia: altre regione piena di appuntamenti comunali e a Bergamo il dem Giorgio Gori dovrebbe resistere, e anche Brescia dovrebbe restare al centrosinistra, ma Sondrio barcolla. La Capalbio, nel senso di cittadella rossa, è Cinisello Balsamo. Una delle poche roccheforti di sinistra rimaste dopo la caduta di Sesto San Giovanni. Pd spaccato attorno alla ricandidatura della sindaca uscente Siria Trezzi. E centrodestra che punta alla conquista con il capogruppo della Lega, Giacomo Ghilardi. Salvini va in continuazione a Cinisiello e il Ghilardi si lecca i baffi: «Ah, i comunisti di una volta. Ora non ci sono più...».