ItaliaOggi, 27 aprile 2019
Periscopio
Wanted: il capo espiatorio, mica il solito capro. Uffa news, Dino Basili.I radicali sono sempre lì a lacrimare contro il «regime», di cui fanno parte integrante da cinquant’anni. Non chiedono mai per favore, pretendono, anzi esigono, come se tutto fosse loro dovuto come, ad esempio, i soldi per Radio Radicale. E quel che è bizzarro per dei soi disant «liberisti e libertari», lo esigono dallo Stato «illiberale e partitocratico» contro cui si scagliano dalla notte dei tempo. Marco Travaglio. Il Fatto quotidiano.
Dire oggi «destra antifascista» in Italia sembra dire una cosa inverosimile, un ossimoro. Eppure il nazifascismo fu sconfitto da liberali, e conservatori come Churchill e De Gaulle. A livello ovviamente diverso, in Italia, vorrei ricordare il colonnello Montezemolo, monarchico e anticomunista convinto, oltre che Edgardo Sogno. Aldo Cazzullo. Corsera.
Noi italiani non dobbiamo «sentirci persino più piccoli della Russia (…) quando invece sul piano economico siamo molto più grandi e più forti». Dobbiamo ridurre il nostro enorme debito pubblico, ma ai nostri partner possiamo ricordare che il «debito non finanziario nel suo complesso (quello dello Stato, delle famiglie e delle imprese che non siano banche o assicurazioni) è inferiore a quello di Svezia o Danimarca, molto inferiore a quello dell’Olanda e dell’Irlanda, ed è più basso di quello medio della zona euro». Federico Fubini, Per amor proprio – Perché l’Italia deve smettere di odiare l’Europa (e di vergognarsi di sé stessa). Longanesi. 2018.
Dismesse le vesti matronali di ministro, Tina Anselmi indossò la toga virtuale di presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2. Che non si capisce a che cosa sia servita, visto che alla fine nella relazione di maggioranza a sua firma, lunga oltre un centinaio di pagine, i sostantivi «reato» o «reati» ricorrono soltanto sei volte su quasi 70 mila parole e mai per fatti determinati e specifici attribuibili agli adepti della loggia massonica. E infatti una quindicina d’anni più tardi Licio Gelli e gli appartenenti alla P2 furono tutti assolti con formula piena dall’accusa di complotto ai danni dello Stato. Per riassumere: niente reati, tanti sputtanati. Lunga vita a Tina Anselmi. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio. 2014.
Figlio di un pediatra e di una casalinga, non ho ricevuto alcuna educazione. Grandissimo merito dei miei genitori. Mi hanno insegnato a camminare, a nuotare, a parlare, a non rubare... le cose elementari, presupposto di ogni vita civile. E poi basta, mi hanno lasciato fare, fiducia assoluta, e mi hanno dato tutti i libri che mi servivano. Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia. (Candida Morvillo). Corsera.
I più agitati giovani contestatori al liceo chiedono insistentemente i corsi pomeridiani «di recupero». Li prediligono (in alternativa però e non in aggiunta a quelli della mattina, dai quali infatti si assentano) come più comodi di orario e, in genere, più gratificanti. Vittoria Ronchey, Figlioli miei, marxisti immaginari. Rizzoli, 1975.
Accadde tutto per caso. Un giorno arrivò a New York un amico di papà invitato in una trasmissione: «Nino, fammi accompagnare da tuo figlio». Dietro al palco c’era uno Steinway a coda. Io studiavo il contrabbasso alla High School of Music and Art e prendevo lezioni di pianoforte. Nell’intervallo cominciai ad accarezzare i tasti di quella magnifica preda. Due note e mi venne un colpo: dietro di me c’era Percy Faith, il compositore della colonna sonora di Scandalo al sole. «Perdoni...». «No, vai avanti: te la senti di partecipare a una trasmissione?». Johnny Dorelli, cantante. (Pierluigi Vercesi), Corsera.
Se mi hanno menato più le donne o gli uomini? Le donne sono più aggressive. Ava Gardner, con un calcio, mi mandò in ospedale, la moglie di Totò Riina mi tirò una secchiata di piscio dal balcone di casa sua. Rino Barillari, paparazzo (Massimo M. Veronese). il Giornale.
Il grande errore di Bianciardi fu Rapallo, la scelta di andare a vivere lì. Luciano vi ritrovò la provincia che aveva lasciato in Maremma e cominciò a bere tanto. Stava molto male, consumato dalla cirrosi. Era irascibile, con scatti violenti contro di me. Fin quando gli vidi crescere dentro la voglia di tornare a Grosseto. Fui io a insistere: provaci, io per te ci sarò sempre. Ma quel tentativo fu l’ultima mazzata. Maria Jotosti, compagna di Luciano Bianciardi. (Simonetta Fiori). la Repubblica.
All’epoca in cui uscì Dietro al video di Sergio Saviane ci si concentrò più sul dito di Saviane che sulla luna di una televisione lunare, intesa come pianeta dai Tito Stagno che riusciva a litigare con i Ruggero Orlando su chi aveva vocalmente annunciato quello che il mondo stava constatando di suo: i primi passettini del primo astronauta sul suolo selenico. Le grandi imprese interstellari ridotte ad ombelico della Rai, «Mazzibusti interstellari» li chiamava Saviane che su questo gustoso siparietto della primogenitura lunare infieriva, da carogna, per tutto il libro. Massimo Del Papa, Il rompicoglioni – L’eredità perduta di Sergio Saviane. Alberto Liberali editore. Cna, 2014.
L’ultima volta che sono stato in Russia, nel 2017, cento anni dopo la rivoluzione comunista di ottobre mentre in tutto il mondo occidentale si festeggiavano, con mostre, spettacoli teatrali, film, convegni, i cento anni della rivoluzione russa, in Russia, più che a quello che era successo a San Pietroburgo nel 1917, erano interessati a quello che sarebbe successo a Mosca nel 2018, cioè ai mondiali di calcio. Paolo Nori, Russia portatile. Salani editore, 2018.
Al mattino il gelo incartava le strade, incollava le finestre che le massaie aprivano con un crac lamentoso, spezzando in fretta la stanza col rimpianto del prezioso tepore che quell’aria da orsi si portava via. Era un freddo che sfigurava la città come una carestia o una pestilenza. Luigi Santucci, Il velocifero. Mondadori, 1963.
Portavo mia moglie e i miei figli nella valle del Kissa, andavo a far visita all’abate che era invecchiato, e nel suo viso leggevo gli anni che non riuscivo a scorgere nel mio; ci offrivano il caffè nella saletta delle visite, paste fatte con la loro farina, con le prugne raccolte da loro, con la panna ricavata dal latte delle loro mucche. Ai miei figli veniva concesso di entrare dove vigeva, di norma, la clausura, mentre mia moglie doveva aspettare lì fuori insieme alle figlie che ridacchiavano. Heinrich Böll, Bigliardo alle nove e mezzo. Mondadori 1962.
Più che del compromesso, la politica è l’arte della simulazione Roberto Gervaso. il Messaggero.