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 2019  aprile 27 Sabato calendario

Tatiana Calderon vuole la F1

Chi è Tatiana? Se parliamo di motori è miss Calderon, colombiana, 26 anni, collaudatrice Alfa Romeo in F1 e prima donna in F2 (team Arden, ieri 18ª in qualifica). Sperando di diventare un giorno la sesta a provarci nella massima categoria: difficile, non (ancora) impossibile. 
Tatiana, cosa significa per una donna essere pilota?
«È dura farsi prendere sul serio, ottenere il rispetto degli avversari e delle persone con cui lavori».
Lei come ce l’ha fatta?
«Oltre al fisico contano tante altre qualità. Noi donne possiamo correre in modo diverso ma allo stesso modo efficace».
Com’è lavorare in un mondo di quasi soli uomini?
«Sono abituata a essere l’unica. Ci vuole tempo perché vedano in te una rivale invece che una ragazza e capiscano che ci puoi stare».
Sogna ancora la F1?
«Dimostrare di poter essere competitiva a quel livello è il motivo per cui mi sveglio ogni mattina».
Chi è stato il suo idolo?
«Arrivo da Bogotà, ho scoperto la F1 grazie a Montoya. Ma sono una grande fan anche di Valentino Rossi in MotoGp: il Dottore non si discute».
Come ha iniziato?
«Avevo nove anni, mia sorella Paula mi ha portato su una pista di kart vicino a casa: in cinque minuti mi sono innamorata della velocità».
Si sente un esempio per tante bambine?
«Ricevo parecchi messaggi di ragazze che si ispirano a me, ne sono orgogliosa».
Arrivare in F1 è più difficile adesso rispetto ai tempi di Lella Lombardi, unica donna a punti nel 1975?
«Allora c’erano molti più team, oggi con 20 posti è più complicato indipendentemente dal sesso».
È mai stata vittima di discriminazioni o ironie?
«Certi commenti li senti tutti i giorni, anche nel paddock. Per Helmut Marko (Red Bull, ndr) ad esempio non siamo abbastanza aggressive e pronte fisicamente. Per me smentirli è una motivazione extra».
Qualcosa sta cambiando?
«È una questione culturale se ti dicono che vai a sbattere perché sei una donna e non perché hai sbagliato».
Qual è il suo pilota preferito?
«Hamilton è fantastico, sogno di sfidarlo. Raikkonen, che vedo in Alfa Romeo, è unico. Ho già corso contro Leclerc, Verstappen e Russell, mi piacerebbe vedermela con la generazione precedente».
Com’è intanto gareggiare con Schumacher junior?
«L’attenzione dei media è comprensibile, il mio obiettivo però è batterlo».
Dopo «me too» per le donne sarà un mondo migliore?
«Si va nella giusta direzione ma per la parità serve tempo. Riguardo alla F1 ci siamo prendendo il giusto spazio, anche tra ingegneri, meccanici e appassionati: meritiamo le stesse chance. Forse questo influenzerà anche gli sponsor».
In Italia stiamo scoprendo il calcio femminile.
«Finalmente c’è più interesse per tutti gli sport praticati dalle donne, qui è un po’ diverso perché corriamo insieme agli uomini».
Le difficoltà maggiori su una F1 sono fisiche?
«Quando ho testato l’Alfa Romeo-Sauber l’anno scorso mi sono trovata bene. Anzi, lo sterzo in F2 è perfino più impegnativo. Siamo in grado, non ci sono dubbi».