Corriere della Sera, 27 aprile 2019
Legittima difesa, le reazioni del cervello in pericolo
Un rumore, un altro ancora, e la percezione di un passo che avanza; poi il silenzio, e all’improvviso una luce nel buio che spunta dal nulla. La sensazione è agghiacciante, un tuffo nel petto, con l’adrenalina che zampilla e il cuore che batte come un tamburo; la tensione è alle stelle. È il segnale che il cervello ci invia, lo scontro è imminente e può fare la differenza tra la vita e la morte. «Se entra un ladro in casa ho il diritto di difendermi, so già cosa farò!». Facile a dirsi, a mente fredda. Questa affermazione, con o senza pistola, ha in sé una grande illusione. Perché nessuno di noi sa fino in fondo come reagirà veramente in momenti così drammatici. Possiamo solo immaginare una serie di opzioni, ma non è detto che poi le cose andranno veramente così, anzi. Di fronte a un pericolo improvviso, vissuto con una forte paura, il nostro cervello dispone di due strade, a volte tre. La prima velocissima, istintiva e impulsiva, che non ci chiede certo il permesso di agire, è da mettere in relazione con le amigdale, i radar a forma di mandorla, quei sensori che nel cervello scattano in modo automatico, per segnalarci un pericolo in atto, immediato; grazie a loro il corpo risponde con la fuga o l’attacco. La seconda molto più lenta, quasi riflessiva, è riconducibile invece alla corteccia prefrontale, il luogo della ragione; è qui che la minaccia viene «processata», sottoposta a una valutazione più attenta. Infine, l’ultima, piuttosto rara, quella che induce il corpo a rimanere paralizzato, quasi senza respiro. A volte, per salvarsi, la tattica migliore è fingersi morti. Nel momento di un pericolo improvviso è l’istinto di sopravvivenza, qualcosa di innato, a guidarci, ma non è detto che poi faccia la cosa più giusta per evitare che ci sia sproporzione rispetto alla circostanza vissuta. Per evitarlo, dovremmo tenere conto in un intervallo di tempo ristretto, frazioni di secondo, di una moltitudine di fattori. Ma è quasi impossibile! Per non parlare poi, se in quei frangenti non siamo soli, ma con i nostri familiari. Questo può marcare la differenza sulle nostre reazioni, per garantire ad ogni costo la sicurezza delle persone che amiamo di più arrivando a rinunciare alla vita pur di salvarle.