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 2019  aprile 26 Venerdì calendario

RENDI A NOI IL NOSTRO DEBITO - FRANCESCO RUTELLI SCRIVE AL “FATTO” PER PRECISARE CHE IL DEBITO DEL COMUNE DI ROMA NON E’ ASCRIVIBILE ALLA SUA AMMINISTRAZIONE: “I NOSTRI BILANCI (FINE 1993-INIZIO 2001) ERANO IN PAREGGIO: I MUTUI CONTRATTI PER INVESTIMENTI E PER LE AZIENDE DI TRASPORTO - IN NESSUN CASO DERIVATI, O SWAP - SONO STATI ASSORBITI!” - LA RISPOSTA DI STEFANO FELTRI: “SECONDO I CALCOLI DEL SOLE 24 ORE INVECE…” -

Caro direttore, apprezzo l'auto-ironia di una rubrica ("Vero o falso", 25 aprile) che avendo come icona un Pinocchietto non si prende troppo sul serio. Però, senza esagerare. Nel contestare le "falsità" a proposito dei "debiti della Raggi", Pinocchietto non può fare a meno di dire la sua bugia: "La gestione commissariale cerca di saldare debiti creati fino al 2008 () quindi sono debiti targati Rutelli-Veltroni-Alemanno".

Ma, come ho già chiarito rispondendo a una falsità pubblicata dal viceministro Castelli (su Repubblica; il testo della mia replica è sulla mia pagina Facebook) l'ormai famoso debito di 12 miliardi - di cui si parla dovunque - non si riferisce alla mia amministrazione. Non solo, infatti, i nostri bilanci (fine 1993-inizio 2001) erano in pareggio: i mutui contratti per investimenti e per le aziende di trasporto - in nessun caso derivati, o swap - sono stati assorbiti!

Magari, una volta o l'altra, visto che sono passati molti anni, potreste anche ristabilire la verità su esperienze di buongoverno (non solo la nostra; anche quella Veltroni) che potrebbero stimolare qualche buon consiglio ai governanti di oggi. In quei sette anni (mi limito ai miei, fine 1993-inizio 2001, per ragioni di spazio), la Capitale ha registrato 150.000 occupati in più; un saldo di 56.000 imprese in più; un' autonomia finanziaria record (superiore al 70 per cento); una crescita media annua del Pil vicina al 2 per cento; una solida crescita dei valori immobiliari. Abbiamo realizzato circa 800 cantieri per il Giubileo del 2000, senza una vittima sul lavoro, senza un avviso di garanzia, e con i lavori completati nei tempi previsti, per opere pubbliche universalmente ritenute utili, e tuttora ben visibili. Senza bisogno di Mastro Geppetto. Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma (1993-2001)

La risposta di Stefano Feltri Gentile Rutelli, noi ci siamo limitati a ricordare che la gestione commissariale del debito di Roma riguarda i debiti fino al 2008. Che, per definizione, sono responsabilità di chi ha governato prima del 2008. Secondo i calcoli del Sole 24 Ore, al termine del suo mandato da sindaco, lei ha lasciato Roma nel 2001 con 2,3 miliardi di debito in più; il suo successore Walter Veltroni ne ha aggiunti altri 1,5. Lei avrà pure argomenti per sostenere di avere ben amministrato: di certo tutta la storia del debito di Roma, passata e presente, è opaca e sfuggente, come dimostra il fatto che tuttora non è nota l'entità complessiva delle passività da rimborsare.