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 2019  aprile 26 Venerdì calendario

Periscopio

Mentina. Attenzione all’endorsement che mente. Dino Basili. Uffa.Scannerizziamo i rifiuti di Roma e mettiamoli sul web. Stefano Massini. la Repubblica.
Dopo la riunione della Direzione della svolta, D’Alema disse a Occhetto: «Guarda che sto con voi solo perchè dall’altra parte sento puzza di morto». Massimo De Angelis, Post – Confessioni di un ex comunista. Gierini e Associati, 2003.
Signora estatica: «Berlusconi è un tale delirio di onnipotenza che si crede Berlusconi». Altan, Donne nude. Longanesi, 2011.
Viene sempre utilizzato per l’Europa unita un linguaggio distorsivo, privo di obiettività, indirizzato esclusivamente a presentare l’Unione come il Bene. Pace-Bene-Fratellanza-Solidarietà-Armonia, grondano dall’Europa molto più che dai fioretti di San Francesco. Ida Magli, Contro l’Europa. Bompiani, 2001.
Beppe Grillo mi ricorda un estintore chiuso nella teca, dietro il vetro da rompere in caso di pericolo. Però lo rompono un po’ troppo spesso, il vetro. Lui vorrebbe farsi gli affari propri, tornare agli spettacoli. Quando diventerà un problema per il Movimento, allora ce l’avrà fatta. Mi sa che ci siamo quasi. Antonio Ricci, inventore di Striscia la notizia (Aldo Cazzullo). Corsera.
L’immaginario della sinistra non c’è più. Fino a ieri estenuato, caotico, oggi dissolto, sparito. Da Gramsci al nulla,attraverso l’ormai compiuta estinzione di storie, segni, sogni, simboli, memorie, racconti, esempi, martiri, eroi, maestri, testimoni, personaggi immaginari, e stili di vita, modi di vestire, mangiare, arredare la casa, fare le vacanze. Eppure c’è stato un tempo, certo pieno di politica, nel quale dirsi di sinistra voleva dire distinguersi e riconoscersi anche per abitudini, gusti, architetture, romanzi, riviste, case editrici, film, canzoni, desideri, consumi, anche. Filippo Ceccarelli. la Repubblica.
Sin dal principio il Pd e il Foglio hanno organizzato un’opposizione totale e senz’appello nei confronti dei pentastellati, non perché fossero più furbi e intelligenti degli altri, ma perché rappresentano organismi politici e giornalistici che affidano la propria fortuna all’esistenza di un nemico. Chi non ha questa esigenza ha pensato: d’accordo, sono una banda di scappati di casa, di casinari incolti e irresponsabili, ma magari miglioreranno con il tempo. L’origine abnorme di un movimento che prendeva forma attorno al Vaffa di un comico qual è Beppe Grillo era evidente a tutti. Ernesto Galli della Loggia (Annalisa Chirico). il Foglio.
Il fascismo non nasce dalla paura dell’immigrazione. Al contrario il regime di Mussolini annesse all’Italia 400 mila sloveni e centinaia di migliaia di tedeschi pretendendo di assimilarli. Quindi non ci può essere alcuna analogia con il neonazionalismo sovranista che nasce dalla contingenza di fenomeni migratori e più in generale dalla globalizzazione. Emilio Gentile, il più autorevole studioso del regime di Mussolini (Simonetta Fiori). Repubblica.
Marchais, il segretario del Pcf, il partito comunista francese va giù pesante contro i manifestanti del 68: «Questi pseudorivoluzionari hanno la presunzione di voler dare lezioni al movimento operaio, essi servono gli interessi del potere gollista e dei grandi monopoli capitalisti. Sono figli della grande borghesia, sprezzanti con gli studenti di origine operaia, che presto metteranno da parte la loro «fiamma rivoluzionaria» per andare a dirigere l’azienda di papà e sfruttare i lavoratori secondo le migliori tradizioni del capitalismo. Maitre a penser di questi estremisti di sinistra è il filosofo tedesco Herbert Marcuse, che vive negli stati Uniti». Roberto Gobbi, Maggio ’68 – Cronaca di una rivolta immaginaria. Neri Pozza, 2018.
L’intellettualità in Italia amministra tutta la cultura inclina alla vergogna preventiva. E infatti tanto poca stima se stessa che basta che arrivi un inglese a dire ovvietà sulla storia d’Italia e tutti gli badano. Ma che ne sanno costoro? Gli acquirenti al meglio di case in collina, in cui beatamente fingersi italianati. Che ne sanno loro dei nostri padri? Che ne sanno del vino nel brodo, e di quanto ci piace d’essere generosi, e, per pure insensatezza, litigiosi? Che ne sanno di Roma, dei morti nostri e del perché le madri ci vizino tanto, e quali fichi siano buoni a settembre o dell’ebbrezza di polenta e formaggio e di che ingenuità ridicola generi ogni nostra astuzia? Geminello Alvi, Ai padri perdòno. Mondadori, 2003.
Mi ricordo di un viaggio a Mosca nel novembre del 1985 ero lì con l’Odin Theatre per uno spettacolo. Visitai il Mausoleo di Lenin. Fuori, la temperatura era di 11 gradi. Dentro mi sembrava di contemplare il gelo della storia. Il cadavere imbalsamato di uno dei miti più duraturi del ’900 aveva la pelle di una bambola di celluloide cosparsa di eczemi. All’esterno lapidi e tombe: Stalin accanto a Kamanev, la sua vittima riabilitata, Zhdanov accanto a Gorkij che nel ’36 aveva fatto avvelenare. In quel delirante immobilismo, generazioni di tiranni avevano messo la storia al riparo dalla vita. Pensai che la sola missione del teatro, l’unica che valesse la pena affrontare, fosse di scongelare quell’assurda ibernazione. Il teatro avrebbe trasformato in danza, canto e azione quello che nel Mausoleo della vita era solo freddo e morte. Eugenio Barba, regista teatrale (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Il Grande Inviato arriva a M. poco dopo mezzogiorno. Ignora totalmente dove sia la villetta del massacro. Durante il viaggio in auto, col cellulare, ha contattato i Grandi Inviati degli altri giornali e ha fissato con loro un appuntamento al Grand Hotel. Qui avviene il primo briefing, che verte su un tema centrale: dove si va a cena stasera? Dopo una complessa consultazione della guida Michelin e del Gambero Rosso, si decide la prenotazione. Dopo chi che, tutti a pranzo nel ristorante del Grand Hotel. Michele Brambilla, Sempre meglio che lavorare – Il mestiere del giornalista. Piemme, 2008.
La signora Edvige Pedrazzoli era una donna grassa, con il corpo ormai modellato dai ferri della carrozzina, come fa la vite quando è stretta dal filo di zinco. Guido Conti, Il tramonto sulla pianura. Guanda, 2005.
Poltrona, caffè, liquorino. La poltrona era quella di suo padre, il cavalier Renato. Di cuoio, lisa, comodissima. Andrea Vitali, La Figlia del Podestà. Garzanti, 2005.
Che fare quando avete i denti gialli? Molto semplice: portate una cravatta gialla. Coluche, Pensées et anecdotes. Le Livre de Poche, 1995.
L’universale mi sgomenta; il particolare mi rassicura. Roberto Gervaso. il Messaggero.