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 2019  aprile 26 Venerdì calendario

In Germania, l’insalata in casa

Non mi lamento del tempo in Prussia, non mi lamentavo nemmeno quando vivevo ad Amburgo tra Mare del Nord e Baltico. A me, siciliano, piace il cielo cangiante del Nord, non mi manca il sole come a Pirandello quando studiava a Bonn. Ma rimpiango la nostra insalata, e la frutta. Qui sono bellissime, al mercato dei turchi o al Supermarkt, degne di una natura morta fiamminga. Però sono senza profumo, o sapore. Tra una pera o una mela cambia solo l’aspetto.Continuo a volere ingannarmi, e compro rigogliose piante di basilico, che espongo alla finestra. Mia moglie sorride con compatimento, le foglie di un verde intenso e promettente non hanno aroma. Le piante hanno vita breve. Non avremo pollice verde, ma un mio amico biologo mi ha avvertito che sono geneticamente modificate e programmate per vivere poco, una pianta come un elettrodomestico costruito per durare solo alcuni anni. Non so se sia vero, ma mi piace credere che il Basilikum compia suicidio, e non muoia per colpa mia.
I tedeschi hanno scoperto la cucina mediterranea, la nostra, hanno imparato da tempo a cucinare gli spaghetti al dente, e sono golosi di insalata caprese. La mozzarella è perfino prussiana, i napoletani hanno aperto una fabbrica a pochi chilometri da Berlino, importando mucche campane e un vecchio mozzarellaro (si dirá così?), che conosce l’antica arte del formaggio. Non sarà pari alla mozzarella di bufala italiana, ma non è male. I tedeschi sanno comprare l’olio, sono diventati esperti, e lo pagano come champagne, ma i pomodori sono olandesi. E il basilico?
Se lo coltivano loro sul balcone, ma le piante sono quelle che compro io. Ma ora è cominciato un nuovo trend. Le erbe aromatiche, l’insalata in ogni variante, l’ «allevano» in serre casalinghe, o per meglio dire, in vasche di cristallo, piante come pesci d’acquario, curate in speciali biotop. Simon Lechner, leggo sulla Woche, il magazine della Frankfurter Allgemeine, a Monaco ha sempre insalata fresca come comprata dal contadino in Toscana, anche se non ha un giardino e neppure un terrazzo.
Il suo orto lo tiene in salotto, grande quanto un frigorifero, un prodotto della Agrilution, società appena nata. La Plant Cube è stata creata dai suoi fondatori, Maximilian Lössl e Philipp Wagner. Può essere sistemata ovunque, in bagno, in cantina o i soffitta. «Hier wächst die Zukunft» è lo slogan della ditta, qui cresce il futuro. A caro prezzo: il cubo costa 2.970 euro. Ma chi ama l’insalata fresca non ci dovrebbe badare. Il sole, l’aria pulita? Non servono. Il timo, la mentuccia, l’origano crescono grazie a lampade Led. Maximilian e Philipp garantiscono che la luce artificiale può essere dosata per regolare la crescita, il colore delle foglie e, naturalmente, l’aroma. Il cubo regola anche il dosaggio dell’acqua e gli additivi chimici per arricchire la coltura.
Da un paio d’anni anche i grandi distributori Edeka o Rewe producono insalata e piante aromatiche in serre cittadine, e funghi e fragole. Perfino il cuoco pluristellato berlinese Tim Raue serve ai suoi clienti insalate e verde fatti in casa, per così dire. L’insalata del contadino domani sarà un mito, una favola del passato. Il futuro è dell’orto sotto vetro affidato a un computer.