Corriere della Sera, 26 aprile 2019
In 3 anni meno di 20 mila rimpatri
Stranieri irregolari in Italia, quanti sono davvero? «Il ministero dell’Interno ha i dati aggiornati in tempo reale. Gli altri possono giocare a lotto, ma i numeri dicono questo», ribadisce Matteo Salvini che conferma dunque la nuova stima: 90 mila irregolari, rispetto al numero ben più allarmante di 500 mila che lui stesso aveva annunciato in campagna elettorale e poi fatto inserire nel contratto di governo, come sottolineano adesso nel Movimento 5 Stelle.
Il ministro spiega i nuovi dati in suo possesso proprio nel giorno in cui l’ufficio statistico dell’Unione europea, Eurostat, comunica che l’Italia nel 2018 ha superato la Francia per l’asilo concesso ai migranti (47.885 permessi contro 41.440). Ora è seconda in Europa, dopo la Germania (139.600).
Ma la stima iniziale dei 500 mila irregolari, spiegano al Viminale, era calibrata sul trend degli sbarchi in Italia negli anni dei «porti aperti». Con i «porti chiusi» dalla scorsa estate, la situazione è cambiata completamente. E questo nonostante i rimpatri – pur essendo aumentati rispetto agli arrivi – si mantengano su una cifra bassissima rispetto alle promesse di Salvini. E infatti, secondo i dati ufficiali, nel 2017 sono stati 7.383 a fronte di oltre 119mila immigrati sbarcati; nel 2018 sono saliti a 7.981 rispetto a 23.370 nuovi arrivi; in questi primi quattro mesi dell’anno sono arrivati a 2.053 (1.931 forzati e 122 volontari).
Ma l’accento – dicono al Viminale – va posto su un dato: gli sbarchi sulle nostre coste dal 2015 ad oggi sono stati 478.683, di cui appena 666 nel 2019: appunto, con i porti chiusi. Dunque, secondo il ministero, i 2.053 rimpatri di questo inizio 2019 rappresentano un dato leggermente superiore al trend del 2018, perché gli sbarchi all’epoca erano molti di più e la novità rilevante è che i rimpatri sono più di tre volte gli arrivi (2.053 rispetto a 666).
Nel contratto di governo, però, si parlava comunque di 500mila irregolari. Ora Salvini dice che era soltanto una stima. E così spiega il nuovo numero che parla di 90 mila senza documenti: «Oltre ai rimpatriati vanno considerati i moltissimi (268.839 solo quelli accertati secondo il Viminale, ndr) che hanno raggiunto altri Paesi dell’Ue eppoi tutti i migranti in situazione d’accoglienza (circa 119mila)». Restano poi gli «invisibili» e sono circa la metà: quelli che pur raggiunti da un provvedimento di espulsione, rimangono in Italia facendo perdere le proprie tracce.
I nodi critici
Il problema principale resta quello di trovare un accordo con i Paesi di provenienza. E i costi delle scorte di polizia sono ingenti
Ieri la portavoce della Commissione Ue, Natasha Bertaud, soffermandosi sui 268 mila irregolari trasferitisi dall’Italia in altri Paesi Ue ha usato parole dure: «Abbiamo chiesto diverse volte agli Stati membri di prendere misure per prevenire i movimenti secondari e aumentare il numero di rimpatri nei Paesi di origine quando le persone non hanno diritto di restare nell’Ue. In passato abbiamo inviato delle raccomandazioni specifiche all’Italia».
Aumentare i rimpatri, però, continua ad essere un miraggio. Il problema resta quello degli accordi con i Paesi di provenienza. A oggi esistono delle intese di massima dell’Italia con Tunisia, Marocco, Nigeria ed Egitto, ma mancano quelli con gli Stati da cui provengono oltre la metà degli irregolari arrivati nel 2019: Algeria, Bangladesh, Senegal e Iraq. Inoltre, i tempi sono lunghissimi: bisogna prima accertare l’identità dello straniero, poi ottenere il via libera dal consolato, senza contare i costi ingenti per le scorte di polizia.
L’accordo più efficace finora è quello con la Tunisia: due charter alla settimana da 40 persone. Una goccia nel mare. E Salvini infatti sta provando a potenziarlo. L’unico accordo bilaterale stipulato finora dal ministro è quello siglato a novembre scorso con il Ghana. Ma in Italia solo lo 0,47% dei migranti è ghanese.
E non è finita. Secondo l’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, il decreto sicurezza di Salvini farà aumentare di 140 mila gli irregolari in Italia: tutti quelli, cioè, usciti dai Cara senza più la protezione umanitaria. E ancora, secondo l’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, la guerra civile in Libia potrebbe causare la partenza verso l’Italia di altre 200 mila persone. Si torna, così, alla stima di un anno fa: più di 500 mila irregolari.