Il Messaggero, 25 aprile 2019
Biografia di Maigret
Il primo editore di Georges Simenon, Arthème Fayard, non era molto convinto del personaggio di quel commissario burbero e celebrale. «È impubblicabile», disse allo scrittore di Liegi, appena ventisettenne, pietrificato di fronte a lui. «Questo libro – precisò sfogliando il manoscritto – non avrà alcun successo». Poi aggiunse, sospirando: «Perderemo un mucchio di soldi, è vero, ma voglio provarci lo stesso».
Pietro il lettone era il primo romanzo con Jules Maigret protagonista, e anche il primo firmato dal giovane autore con il suo vero nome. L’imprenditore decise di rischiare, ma la sua decisione si rivelò quella giusta: da allora, sono state vendute seicento milioni di copie dei romanzi con Maigret protagonista. Simenon raccontò in seguito di aver scritto quell’opera di getto, nel settembre del 1929, durante un soggiorno a Delfzijl, in Olanda. C’erano stati altri libri prima. Ma è questo, pubblicato nel 1931, il debutto ufficiale, che l’autore volle inserire all’inizio delle antologie. Maigret viene già descritto come un uomo corpulento, di origine popolare, con «la pipa incollata alle labbra». Da dove arrivò l’ispirazione? Forse da un funzionario di polizia che si chiamava Arnold Maigret, che Simenon aveva conosciuto quando lavorava alla Gazette de Liège; o dalla frequentazione di poliziotti parigini conosciuti dall’autore, che si chiamavano Massu, Guillaume, Xavier Guichard.
GLI ESORDI
Quest’anno Maigret compie quindi novant’anni; ma è difficile indicare un giorno preciso per l’anniversario. Simenon aveva già pubblicato il 27 luglio del 1929 Un’ombra nella notte, con lo pseudonimo di Georges-Martin Georges, in cui il personaggio iconico dell’autore compare per la prima volta, ma nelle vesti di un medico. Poi arrivò Train de Nuit, in cui compare un commissario Maigret di Marsiglia, ancora diverso da come lo conosciamo; e quindi La maison de l’inquiétude, anch’esso scritto nel ’29, che Simenon in seguito considerò non degno di essere inserito nelle raccolte.
Le celebrazioni vanno comunque raddoppiate, perché il 4 settembre saranno passati anche trent’anni dalla morte dell’autore; e molte sono le iniziative in programma. Il biografo dello scrittore, Pierre Assouline, che sta curando la riedizione in Francia di tutti i romanzi dedicati a Maigret, sottolinea che «non esistono romanzi di secondo piano di Simenon, così come tutti i pensieri di Pascal sono importanti». Adelphi, in Italia, lo ha capito da tempo, e ha pubblicato per intero le inchieste del commissario protagonista di 70 film e 400 serie tv, interpretato da Jean Gabin, Gino Cervi, persino da Rowan Atkinson (meglio noto come Mister Bean). La collana continua le pubblicazioni con i volumi dedicati al dottor Jean, con i racconti.
Sempre in Francia, il regista Patrice Leconte sta per girare un nuovo film con Daniel Auteuil nel ruolo di Maigret; mentre i volumi editi da Omnibus potranno contare sull’apporto di scrittori come Philippe Claudel o Dominique Fernandez, il regista Bertrand Tavernier, l’attore Bruno Solo.
COLLABORAZIONI
L’Italia non sta però a guardare. Il Salone del libro di Torino renderà omaggio a Maigret il 10 maggio (Sala Granata ore 17) con Diego De Silva, Maurizio De Giovanni, Bruno Gambarotta, che racconteranno la propria visione (e versione) del personaggio. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra Adelphi ed Emons, casa specializzata in audiolibri, che oltre a vari romanzi di Simenon letti da Claudio Santamaria e Massimo Popolizio, ha in uscita a settembre L’uomo che guardava passare i treni con la voce di Tommaso Ragno, ma soprattutto vanta già 16 titoli della Collezione Maigret a voce sola di Giuseppe Battiston, con le copertine illustrate da Ferenc Pinter; a giugno usciranno altri due titoli, Il morto di Maigret e La trappola di Maigret; e a ottobre altri due.
Un’altra iniziativa, parallelamente, viene lanciata per celebrare l’autore. A Milano, da maggio fino a novembre inoltrato, si svolgeranno gli incontri di Simenon 30 anni dopo, a cura di Frigoriferi Milanesi, in collaborazione con Adelphi e il Cinemino. Si parte il 7 maggio, con la presentazione del programma a cura degli storici curatori della collana Adelphi, Giorgio Pinotti ed Ena Marchi, seguita dalla proiezione de La camera azzurra di Mathieu Amalric (2014); l’11 al Cinemino saranno proiettati Panico (1946) di Julien Duvivier e Il caso Saint-Fiacre di Jean Delannoy del 1959, con Jean Gabin: questi stessi film (restaurati dalla Cineteca di Bologna) saranno proiettati il 6 maggio in molte sale italiane. II programma prosegue con un concerto ispirato ai luoghi di Simenon, il 18 maggio, con il maestro Mariano Bellopede e Il viaggiatore di terza classe; il 6 giugno è la volta del libro di reportage narrativo di Simenon, Il Mediterraneo in barca, del 1934, che esce sempre per Adelphi il 30 maggio; il 4 settembre Ena Marchi, Chiara Valerio e Grazia Verasani parleranno della figura femminile nei romanzi di Simenon, uomo che una volta confessò a Federico Fellini: «Sono stato più Casanova di lei». Ricordiamo tra gli altri appuntamenti l’omaggio a Simenon in occasione di Bookcity (16 novembre) e lo spettacolo musicale del 29 dedicato a Josephine Baker.