25 aprile 2019
Le donne che fanno figli guadagnano di meno
Quanto costa a una donna diventare madre? La domanda non è retorica come potrebbe sembrare: dopo la maternità, infatti, le lavoratrici sperimentano un calo sensibile dei loro guadagni. Il fenomeno è presente a livello globale e ha un nome che lascia poco spazio alle interpretazioni: ’motherhood penalty’, penalizzazione per maternità. Si definisce così la differenza tra gli introiti percepiti dalle donne prima di partorire e i guadagni del periodo successivo: a volte lo stipendio non cambia, ma nella maggior parte dei casi sì, e non di poco. Alcune donne decidono infatti di lavorare meno ore perché sono impossibilitate a delegare la cura dei figli, altre scelgono occupazioni peggio pagate, ma più compatibili con la gestione della famiglia, altre ancora optano per rinunciare al lavoro tout court. Del fenomeno si è occupato uno studio accademico, realizzato da cinque studiosi di varie università epubblicato dal Nber - National Bureau of Economic Research, intitolato Child penalties across countries: evidence and explanations’. La ricerca ha preso in esame sei nazioni con differenti approcci alle politiche familiari - due Paesi scandinavi, Svezia e Danimarca; due di lingua tedesca, Germania e Austria, e due anglosassoni, Usa e Gran Bretagna - riscontrando che la penalizzazione economica per le madri è un fenomeno ’pervasivo’. Il gap tra ’prima e dopo’ è più evidente in Germania: a dieci anni dal parto, una madre tedesca guadagna in media il 61% in meno rispetto a prima della maternità. In Austria la differenza è di poco inferiore, pari a circa il 51%, e scende intorno al 40% negli Usa e in Gran Bretagna. Le nazioni meglio piazzate su questo fronte sono quelle scandinave: in Svezia il gap tra i guadagni delle donne pre e post maternità è del 27%, e in Danimarca del 21%. Non è un caso: le politiche pubbliche a sostegno della famiglia spiegano molte di queste differenze. Il governo svedese, ad esempio, obbliga le aziende a offrire 12 mesi di congedo parentale per ogni figlio, da dividere tra i due genitori, con tre mesi riservati ai padri: se non ne usufruiscono, perdono il diritto. Un ruolo importante lo gioca anche il fattore culturale: lo studio ha rivelato infatti che la ’motherhood penalty’ è maggiore per le donne figlie di madri casalinghe, e che quindi sono più portate a seguire il loro esempio.