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 2019  aprile 25 Giovedì calendario

Calcio, l’Islam impone lo spumante analcolico

Poveri calciatori musulmani, pensate che sofferenza tutte le volte che a uno di loro è toccato di vincere la Coppa d’Inghilterra e nello spogliatoio si è versato champagne a profusione. Bevuto, spruzzato addosso, c’è pure chi ci si fa la doccia, e lui nell’angolo costretto al disonore dell’anima, all’onta religiosa. La Fa, cioè la Football Association, la Federcalcio inglese insomma, che quel torneo organizza e che già vanta medaglie al valore per correttezza politica, è un po’ che ci pensa, che organizza summit e discussioni in proposito. E alla fine è arrivata alla conclusione che per rispetto di tutte le religioni professate dai calciatori, ma anche dell’età minore di alcuni di loro, è arrivato il momento di togliere la bottiglia dai festeggiamente. Lo champagne e qualsiasi altro tipo di bevanda che contenga alcol, non potrà più entrare negli spogliatoi di una squadra di calcio che partecipi e vinca alle sue competizioni. A nulla è valsa la replica di chi giustamente ha fatto notare che i calciatori di fede musulmana, perché ovviamente è solo di quelli che si parla anche se la Fa non li cita mai, non sono mica tenuti a bere da quelle bottiglie. Sarebbe come eliminare la carne di maiale dai supermercati, mica i musulmani che vi entrano sono costretti a comprarla solo per il fatto che è lì esposta. Ma la cosa più interessante è che la Federcalcio inglese sta portando avanti una battaglia per vietare sui campi di calcio qualsiasi manifestazione o simbolo di tipo politico e religioso, quindi niente croci al collo, segni della croce all’entrata in campo, stelle di David, tatuaggi tipo quello di Di Canio con la scritta “Dux”, ma nemmeno la falce e martello e via di questo passo. La questione era diventata motivo di appassionata discussione sui giornali inglesi quando un paio di anni fa Pep Guardiola si presentò in campo con un piccolo fiocchetto giallo al petto che simboleggiava la sua vicinanza agli indipendentisti catalani. Ebbene il neoproibizionismo dei puritani politically correct rischia di andare nella direzione diametralmente opposta. Ovvero se da una parte si vietano i simboli per tenere lontana dai campi di calcio politica e religione dall’altra si reintroduce dalla porta di servizio un ipocrita ossequio verso una religione soltanto a discapito di tutti gli altri che vorrebbero godersi qualche minuto di gioia aconfessionale con l’aiuto di alcol spumeggiante. Il che peraltro fa parte delle migliori tradizioni dell’Inghilterra, Paese che produce bevande alcoliche dal neolitico e ne ha sempre fatto un uso generoso. La corbelleria è suggellata in tutta la sua goffaggine dalle parole di un portavoce della Football Association che ha quindi annunciato che alle squadre vincitrici, a partire alla finale della Coppa d’Inghilterra di questanno, sarà comunque distribuito champagne, ma non alcolico. Che non si sa nemmeno cosa sia, forse gazzosa, che nei Paesi islamici va per la maggiore.