Corriere della Sera, 25 aprile 2019
La benzina oltre i 2 euro al litro
Sulla A1, nell’area di servizio di San Pietro, a Napoli, l’insegna della benzina servita segna 2,071 euro. Alle porte di Milano, invece, nella stazione di San Zenone Est, un litro di benzina costa 2,020 euro. Ieri, alla vigilia del ponte del 25 aprile, quando gli italiani come di consueto si mettono in auto per raggiungere le località di vacanza o per approfittare delle feste per tornare in famiglia, i prezzi dei carburanti sono di nuovo aumentati. Arrivando alle stelle sulle autostrade italiane.
Dopo la stretta Usa sulle esportazioni di petrolio dall’Iran, le tensioni in Libia e le accise sul carburante che, nonostante le promesse elettorali, il Governo non ha toccato, le quotazioni del greggio e di conseguenza i prodotti petroliferi sono tornati a rialzarsi, e molte compagnie si sono subito adeguate (con Eni, IP e Italiana Petroli che hanno ritoccato di 1 centesimo i prezzi raccomandati di benzina e diesel). Come ha evidenziato l’Osservatorio carburanti del ministero dello Sviluppo Economico, la benzina ha superato così punte di oltre 2 euro al litro in varie stazioni di servizio lungo la rete autostradale della penisola.
A livello generale, il forte rialzo della materia prima non è dovuto soltanto alla quotazione del barile: a pesare è soprattutto la borsa valori del prodotto finito. In autostrada i prezzi dei carburanti sono più alti per vari fattori, dal servizio attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, alle royalties richieste dalle società autostradali.
L’aumento boom dei prezzi di benzina e gasolio di queste ultime ore diventa così una bella stangata per chi si mette in viaggio in questo lungo ponte; e va ad aggravare una realtà, quella dei carburanti, che in Italia ha il carico fiscale più alto d’Europa. «Un pieno di gasolio costa oggi circa 5,5 euro in più rispetto ad aprile 2018 (+4 euro la benzina) e il rincaro alla pompa raggiunge quota +7 per cento su base annua», è la denuncia del Codacons, che sottolinea come questi «aumenti rendano sempre più salati i ponti degli italiani del 25 aprile e dell’1 maggio, rischiando di determinare speculazioni legate alle vacanze delle famiglie e al maggiore consumo di carburante nelle prossime ore».
Ma potrebbe non essere finita qui. Secondo molti esperti, il greggio rischia di schizzare dai 75 agli 85 dollari al barile. Rincari che, naturalmente, si rifletteranno sul prezzo della benzina. Difficile stabilirne ora la portata, ma è evidente che influenzerà i costi della logistica in un Paese come l’Italia, dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada. Il balzo dei prezzi dei carburanti ha quindi un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli di produzione, trasformazione e conservazione. È il caso, ad esempio, dell’intero sistema agroalimentare italiano, dove i costi della logistica arrivano ad incidere dal 30 al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura (secondo il calcolo fatto da Coldiretti). Insomma, il salasso alle pompe di benzina potrebbe essere solo l’inizio.