Corriere della Sera, 25 aprile 2019
Quando al mare si andava con 11 mila lire
Anno 1977, un evento storico: la benzina (ancora con il piombo) arrivava a quota 500 lire al litro. Non si era mai visto prima: si iniziavano a pagare le crisi energetiche e petrolifere. Ma tant’è: andare da Milano a Rimini con una Fiat 127 – l’utilitaria più gettonata dagli automobilisti dell’epoca – costava ancora 11-12 mila lire, a seconda di quanto si tiravano le marce e della pesantezza del piede sull’acceleratore. Farebbero, con il cambio dell’euro, 5 e mezzo-6 euro in tutto. Poi ci sarebbe stata ancora da pagare l’autostrada, ovviamente, e magari il panino e il caffè all’Alemagna, o al Pavesi, o al Mottagrill, che proprio quell’anno si fondevano e diventavano Autogrill. La tazzina costava 120 lire (una sessantina di centesimi), un giornale 150 lire (77 centesimi) e andare al cinema 5 mila lire (2,58).
Ma quell’aumento del 1977 era stato realmente uno choc. Gli italiani erano abituati a ben altri valori: nel 1960 la benzina veniva 110 lire al litro, e nei primi anni Settanta ci si era fermati comunque a quota 315 lire. In pochi erano consapevoli e ancora meno erano interessati al fatto che in quell’esborso fossero già compresi il finanziamento della Guerra d’Etiopia (1,9 lire al litro), della Crisi di Suez del 1956 (14 lire) e le 130 lire complessive della ricostruzioni dopo il disastro del Vajont, l’inondazione dell’Arno, il terremoto del Belice e quello del Friuli.
Con i prelievi, peraltro, non ci si sarebbe fermati lì, e soprattutto non sarebbero mai stati cancellati: dal Friuli in poi si sarebbero contati almeno altri 14 eventi «straordinari», qualcuno doveroso altri difficili da mandare giù, come ad esempio quello del rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2003. Insomma, partito come un espediente, il malcostume politico di utilizzare benzina e gasolio (e poi la bolletta elettrica, vedi canone Rai) come un bancomat è diventato tradizione consolidata. Così come il solito rullo di aumenti prefestivi, sempre addebitato a motivi di mercato e/o congiunzioni astrali geopolitiche, di cui Libia e Iran sono solo gli ultimi spunti. Che resti sempre qualcosa di «inspiegabile» è un dubbio difficile da eliminare per la maggioranza degli italiani.
Le prospettive, però, a volte possono anche ingannare. E se si limita lo sguardo proprio al prezzo della benzina, quel 1977 non sembra neppure molto lontano dal 2019 e dai giorni nostri. Grazie ai coefficienti di rivalutazione monetaria dell’Istat si scopre che le 500 lire di allora sono pari a 1,974 euro di oggi. Non troppo lontani, cioè, dalla soglia dei 2 euro che crea tanta irritazione agli automobilisti (e tanto timore a chi pensa che i «gilet gialli» possano diventare di moda anche in Italia).