Corriere della Sera, 25 aprile 2019
Cairo-Blackstone, Cairo vince il primo round
Sfida legale Rcs- Blackstone sulla sede del Corriere, il primo round va a Cairo. La Corte di New York, cui si era rivolto il fondo, ha scelto di lasciare le valutazioni alle autorità italiane.
Va a Rcs il primo round della disputa legale che oppone il gruppo alla società d’investimento immobiliare americana sulle condizioni di vendita a quest’ultima, nel 2013, con la precedente gestione, della sede storica del «Corriere della Sera» in via Solferino.
Ieri la giudice Saliann Scarpulla di New York chiamata (da Blackstone) a pronunciarsi sul caso ha deciso di sospendere il procedimento lasciando alle autorità italiane le valutazioni del caso. Lo ha detto la stessa giudice nella stanza 208 del tribunale al 60 di Center Street a New York, come è stato riportato dall’agenzia Radiocor, dopo avere ascoltato gli avvocati di entrambe le parti.
Il riconoscimento della sede di Milano come il luogo deputato all’arbitrato è quanto si aspettava l’editore Urbano Cairo che ha acquisito il controllo di Rcs nell’agosto del 2016 e – dopo aver riportato il gruppo editoriale alla redditività – ha approfondito la vicenda della vendita (al prezzo di 120 milioni) e del contestuale riaffitto (per circa 10,4 milioni annui) dell’edificio che comprende anche la palazzina del 1904, opera dell’architetto Luca Beltrami, un edificio che il «Corriere» occupa da oltre cent’anni e che per la città e i milanesi è rimasto nel tempo punto di riferimento e bene comune.
La vendita della sede di via Solferino vide l’opposizione dei giornalisti del quotidiano e la contrarietà espressa in consiglio di amministrazione dallo stesso Cairo, al tempo ancora socio di minoranza di Rcs. La scalata che portò il proprietario de La7 fino al 60% del gruppo del «Corriere della Sera» fu lanciata tre anni dopo nell’aprile del 2016 per concludersi ai primi di agosto.
Nell’arbitrato chiesto a Milano, Rcs contesta la validità di quel contratto di vendita a Blackstone riferendosi alle norme che salvaguardano i soggetti che si trovano a cedere beni a prezzi inferiori ai valori di mercato mentre attraversano una condizione di difficoltà nota all’acquirente. Nei numeri del duplice contratto di vendita e riaffitto lo squilibrio risulterebbe evidente.
«È una cosa che abbiamo fatto scientemente – aveva spiegato Cairo appena prima di Pasqua e in vista dell’udienza di ieri alla Corte newyorkese – un’iniziativa ragionata, sulla base di un approfondimento, una “due diligence” svolta all’interno dell’azienda, e durata alcuni mesi, che ci ha portato a decidere che era una cosa che andava fatta».
Da New York ha commentato ieri a caldo Michael Carlinsky, avvocato dello studio legale Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan, che rappresenta Rcs negli Stati Uniti: «Siamo molto soddisfatti dell’attenta analisi del caso e della decisione sulla questione che permetterà all’arbitrato in Italia di procedere». Mentre l’avvocato di Blackstone Aaron Marks di Kirkland & Ellis ha ribadito che «a New York o in Italia andremo fino in fondo».