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 2019  aprile 25 Giovedì calendario

I Boy Scouts Usa rischiano la bancarotta

Sono almeno 12.254 i membri dei Boy Scouts of America molestati sessualmente da 7.819 leader dell’organizzazione, e le rivelazioni sugli abusi continuano ad arrivare. Lo ha denunciato l’avvocato Jeff Anderson, che da anni segue questi casi, pubblicando martedì gli ultimi dati. Tutto ciò rende sempre più probabile la bancarotta, a cui l’organizzazione sta pensando di fare ricorso per rifondarsi.
I problemi per i Boy Scouts of America erano cominciati già negli anni Sessanta, quando erano avvenuti i primi casi di comportamenti sessuali inappropriati da parte di capi e di volontari, che però erano rimasti nascosti. Nel 2012 un giudice aveva ordinato la pubblicazione di oltre 20mila documenti confidenziali, chiamati i “perversion files”, che avevano rivelato come tra il 1965 e il 1985 più di mille leader dei Boy Scouts erano stati allontanati per molestie sessuali. Il problema allora era esploso, portando con sé anche una serie di cause legali. Nel frattempo i membri dell’organizzazione sono scesi a 2,3 milioni, dal picco di oltre 4 milioni, nonostante nel 2015 sia stato eliminato il divieto per i gay di ricoprire cariche di leadership. In seguito sono stati creati anche programmi per le ragazze, che però hanno provocato uno scontro legale con l’organizzazione concorrente delle Girls Scouts. Nei mesi scorsi poi la Church of Jesus Christ of the Latter-day Saints ha interrotto la sua collaborazione, e quindi anche i finanziamenti.
Martedì Anderson ha pubblicato i documenti nati dalle ricerche condotte per cinque anni dalla professoressa della University of Virginia, Janet Warren, allo scopo di esaminare la gestione degli abusi sessuali da parte degli Scouts dal 1944 al 2016. I numeri sono impressionanti, perché le vittime accertate sono 12.254, e i colpevoli 7.819. Il problema è che questi leader individuati come molestatori sono stati in genere allontanati dal servizio, ma i loro nomi non sono stati rivelati alle comunità dove vivevano, esponendo quindi altri bambini al rischio di essere aggrediti. «Li rimuovevano dall’attività - ha detto Anderson - ma nessuno veniva avvertito del loro comportamento. Questo è un fatto molto allarmante che va menzionato. È stato un atteggiamento sistematico, e in tutto il paese». 
L’organizzazione ha risposto attraverso un comunicato, per scusarsi con «chiunque abbia subito del male durante il tempo trascorso facendo Scounting». Quindi ha aggiunto: «Noi non abbiamo mai coscientemente consentito a predatori sessuali di lavorare con i giovani, e richiediamo che tutti i leader, volontari e membri dello staff a livello nazionale, riportino immediatamente ogni accusa di abuso alle autorità giudiziarie». Nello stesso tempo però le denunce continuano, e durante le scorse settimane oltre duecento persone hanno presentato nuove accuse. Anderson ha identificato 130 responsabili di abusi nel solo stato di New York, e 50 in New Jersey. Le dimensioni dello scandalo quindi sembrano destinate ad aumentare, così come le iniziative legali, anche se non è noto quante vittime e quanti colpevoli siano ancora in vita.
Gli Scouts sono già stati citati in molte cause, e a dicembre avevano rivelato che stavano considerando la possibilità di fare ricorso al Chapter 11, cioè la dichiarazione di bancarotta che garantisce la protezione dai creditori. Allora il leader, Michael Surbaugh, aveva dichiarato che l’organizzazione sentiva «la responsabilità sociale di compensare le vittime». Secondo i critici, però, il Chapter 11 servirebbe in realtà a limitare il pagamento dei danni, e quindi rifondare i Boy Scouts of America in modo da cancellare la macchia.