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 2019  aprile 25 Giovedì calendario

Roberto Fico su 25 aprile, migranti e Siri

Roberto Fico, presidente della Camera, è nato a Napoli.

La distanza che si fa differenza si misura anche da una festa. O meglio guardando chi oggi scenderà nelle piazze e chi invece le diserterà, ostentatamente. “Ma esserci sarebbe importante per qualunque rappresentante delle istituzioni, il 25 Aprile è la festa di tutti”, ricorda e spera il presidente della Camera Roberto Fico, il 5Stelle con il cuore parecchio rosso. Oggi la Liberazione la celebrerà nella sua città, a Napoli. Invece Matteo Salvini no, sarà a Corleone a inaugurare un commissariato. Lontano dal 25 Aprile, come tutti i ministri della Lega.
La festa della Liberazione ha ancora un senso, una sua forza, o è ridotta a un rito che esige un po’ di palchi?
Il 25 Aprile è fondamentale, perché ci racconta le basi su cui si fonda la nostra democrazia. Io rappresento le istituzioni di un’Italia antifascista, democratica e repubblicana.
Per tanti, anche nel governo, è una festa di parte, di sinistra. Hanno proprio torto?
Non può essere di parte, perché celebra il ritorno alla democrazia. E non può appartenere a pochi. Se tutti oggi possono parlare liberamente è perché siamo usciti da una terribile dittatura.
Il vicepremier Salvini ha un’altra idea: “La vera Liberazione è quella dalla mafia”. E anche i ministri del Carroccio non scenderanno nelle piazze.
La trovo una lettura assolutamente sbagliata e fuorviante. Noi celebriamo quella Liberazione che permette a quei ministri di stare al governo. Voglio però sottolineare che amministratori della Lega come il presidente Zaia saranno alle celebrazioni. Altro tema è la liberazione dalla mafia e dalla camorra, contro cui lotto da sempre. È una battaglia da combattere da parte di di tutti noi. Fare paragoni mi pare fuori dalla realtà.
Questo governo parla troppo poco della lotta alle mafie, non pensa?
Questa è una delle massime urgenze. Bisogna parlarne, ma soprattutto serve un piano di azione, strutturato. E servono investimenti nel sociale e nell’istruzione.
Le mafie allignano nel disagio, nella diseguaglianza. Proprio in queste settimane il governo discute delle autonomie, che rischiano di creare più Italie, con Regioni per ricchi e per poveri. È un tema che la preoccupa? Ed è a rischio l’unità del Paese?
La Costituzione è chiara, le autonomie non possono ledere l’unità nazionale. Poi sul tema il dialogo è fondamentale. Il mio compito è ribadire che in questo processo il Parlamento deve avere un ruolo centrale, con la possibilità di incidere. Non ci può essere un’intesa esclusiva tra Stato e Regioni. E di certo non faccio giochini, come invece qualcuno ha sostenuto in qualche intervista (Salvini su La Verità, due giorni fa, ndr): certe cose non appartengono alla mia storia personale e politica.
Il 25 Aprile è la festa di tutti, sosteneva. Anche dei migranti? Il M5S e la Lega si rinfacciano i mancati rimpatri.
La nostra Repubblica si fonda anche sulla solidarietà tra persone. E il nostro modo di essere solidali e cooperanti ci fa apprezzare in tutto il mondo. Sono virtù.
Virtù che ormai vengono aggredite ogni giorno.
In certe fasi possono aumentare le critiche alla gestione dell’immigrazione, innanzitutto a livello europeo. E noi dobbiamo intervenire su queste criticità, lavorando nel contempo sull’integrazione.
A proposito di valori, c’è quello della legalità. Il sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, si deve dimettere? Salvini fa muro.
Quando avvengono situazioni di questo tipo i partiti devono prendere provvedimenti ed essere molto attenti e molto duri, soprattutto nelle vicende in cui c’è odore di mafia. E lo devono fare innanzitutto per propria tutela.
E il garantismo?
Si è sempre innocenti fino a prova contraria e a una condanna definitiva, e mi auguro che Siri lo sia. Ma i partiti hanno un ruolo pubblico e responsabilità nei confronti dei cittadini, e per questo devono compiere azioni forti. Non possono esserci ombre.
Il 5Stelle Marcello De Vito, in carcere con l’accusa di corruzione, non intende dimettersi da presidente del Consiglio comunale di Roma.
Ritengo che sbagli. Farebbe meglio a dimettersi, anche per difendersi con più tranquillità.
La Rai pare terra di conquista dei partiti.
l ruolo della Rai è più importante che mai, perché come servizio pubblico deve fornire informazione e contenuti all’insegna di indipendenza, qualità e interesse della collettività. Chi vi lavora è al servizio dei cittadini, e non può esserlo dei partiti. E anche i governi devono capire che la Rai non è terra di conquista
5Stelle e Lega hanno lottizzato in Rai, non crede?
La tentazione di lottizzare può sempre esserci. Se qualcuno ha ricevuto pressioni, le deve denunciare pubblicamente.