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 2019  aprile 25 Giovedì calendario

Periscopio

Periscopio
Al bagno di realismo si va col salvagente. Dino Basili. Uffa News.«Il Pd è vivo». «Ne hai le prove?». «Quelle le ha la procura di Perugia!». Vignetta di Vauro. Il Fatto quotidiano.
Ho 74 anni. Il mio rapporto con la vecchiaia è tremendo. Detesto chi ne parla come di un sereno tramonto. Tremo all’idea che mi parta il cervello. Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia (Candida Morvillo). Corsera.
Fateci caso: a livello centrale e locale si è formata una nuova classe politica. Ad immagine e somiglianza di quella vecchia. Emme. Libero.
Ieri ho creduto di avere un incubo. Ho visto un manifesto 6x3 con la foto di Berlusconi alla prima comunione che mi guardava e mi diceva, a caratteri cubitali: «Apri gli occhi». A parte il fatto che la frase a capo dopo «gli» (roba che neanche i grafici delle bocciofile), ho subito guardato i suoi, di occhi. Per tenerli aperti, avendo ormai più borse della Samsonite, ha dovuto riesumare un’immagine di almeno vent’anni fa, quella dei manifesti «Meno tasse per tutti», «Un milione di posti di lavoro», «Pensioni più dignitose», «Città più sicure». Nessun proposito mantenuto. Marco Travaglio. Il Fatto quotidiano.
Una grande chiesa è come una tela di ragno. Gli elementi si sostengono gli uni agli altri. Di solito quando uno cede, tutto cede. Per fortuna a Notre Dame i muri hanno retto. Ken Follett, autore del romanzo I pilastri della terra. Le Figaro.
Roma e Milano non le piacciono? «Per carità! Ci ho lavorato, ma ho sempre mantenuto la residenza a Pavia. Roma è Il Cairo senza i musulmani, Milano è New York senza i calvinisti». Carlo Rossella, presidente di Medusa (Stefano Lorenzetto, scrittore). Corsera.
Il punto è che la Resistenza viene considerata una «cosa di sinistra». Non è affatto andata così. Tra i partigiani c’erano molti comunisti, ma c’erano giovani di ogni fede politica: cattolici, monarchici, liberali; e moltissimi che volevano semplicemente evitare la leva di Salò. Aldo Cazzullo. Corsera.
Il fascismo nega per principio qualsiasi forma di democrazia come espressione dell’autogoverno popolare, mentre i populisti fanno della sovranità popolare un principio talmente dogmatico da spingersi verso una democrazia diretta. Emilio Gentile, il più autorevole studioso del regime di Mussolini (Simonetta Fiori). la Repubblica.
Biagi aiutò Michelle Hunziker che era finita in una setta. È una grande, ma in quel periodo era vulnerabile. Biagi la ascoltava, le teneva la mano mentre raccontava la sua storia. Un ruolo importante l’ha avuto Antonio Ricci. Con la sua trasmissione Striscia la notizia si schiera sempre con i deboli e fa paura ai forti. Ha salvato Michelle, assieme a Biagi. Ha anche organizzato una campagna di informazioni contro le sette. Giancarlo Aneri, produttore di vino e caffè (Luciano Ferraro). Corsera.
Il primo gesto politico di Marine Le Pen, solidamente ancorata alle idee paterne, risale ai suoi 13 anni. Era il 1981 e il socialista, François Mitterrand, aveva vinto le elezioni presidenziali. L’indomani, la ragazzina si presentò in classe con la fascia nera al braccio, simbolo di lutto nazionale. Trastullona per natura e accanita frequentatrice di boites de nuit, l’adolescente fu liceale mediocre e acciuffò il diploma solo all’esame di riparazione. Stessa musica alla facoltà di Legge. Un suo docente, consigliere politico di Jean-Marie, Jean-Claude Martinez, la stroncò dicendo: «Molto mediocre e molto festaiola». Presa la laurea, per sei anni fu avvocato di medio livello, difendendo immigrati senza documenti. Pur riservata sulle proprie idee, l’ombra del padre la inseguiva: se si candidava a cariche elettive avvocatesche, era ostracizzata. Giancarlo Perna, saggista politico. LaVerità.
Diventato adulto ebbi la sensazione che quegli impulsi irrefrenabili all’irrequietezza li trasferissi al piano mentale. Leggevo tutto molto velocemente. Cataste di libri che compulsavo al ritmo di un mezzofondista. Senza mai un approfondimento. Che ti devo dire: fin da ragazzo sono stato intelligente ma privo di talento. Angelo Guglielmi, critico letterario (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Le dinamiche migratorie dall’Africa sono più complesse di quanto si creda. Non si muovono i poverissimi ma chi ha qualche risorsa e un buon grado di connessione digitale. Per esempio dal Senegal, che tra tutti i Paesi della Françafrique è quello con i migliori indicatori politici ed economici. Xavier Arel in L’argent fou de la Francafrique (La folle ricchezza dell’Africa francese). Raffaele Oriani. il venerdì.
Al coro dei pentiti dell’anticasta si aggiunge la voce autorevole di Ernesto Galli della Loggia. La sua è stata un’infatuazione fugace, giusto il tempo di incoronare il sindaco della Capitale a Cinque stelle. «Abbiamo sottovalutato la loro stupidità», spiega l’editorialista del Corriere della Sera, assiso sul divanetto blu del suo rifugio pariolino. «Abbiamo fatto un’errata apertura di credito, abbiamo pensato che avrebbero frequentato una scuola politica, che avrebbero letto almeno un libro di Angelo Panebianco, invece si sono rivelati il nulla assoluto». Ernesto Galli della Loggia (Annalisa Chirico). Il Foglio.
«Hai conservato, e li ho riproposti nel libro Invano, gli appunti del 9 maggio 1978, quando ti fiondasti in via Caetani, dove era stato ritrovato il cadavere di Moro. Che ricordo hai di Moro vivo?». «Ero alla Camera quando tenne il suo ultimo discorso pubblico, febbraio 1978, per convincere i gruppi parlamentari della Dc ad appoggiare l’ingresso dei comunisti nella maggioranza parlamentare. Quando arrivò, salutò con fare cerimonioso i giornalisti che lo attendevano, nessuno lo assalì come si farebbe oggi mettendogli decine di microfoni sotto il naso. Gli chiedemmo: “Presidente, come sta?” e lui, che subito dopo avrebbe fatto l’intervento più alto della storia repubblicana, rispose: “Eh, andiamo un po’ a sentire”. Quello era il costume». Filippo Ceccarelli, giornalista parlamentare (Concetto Vecchio). il venerdì.
Dacci oggi, a Roma, il nostro puzzo quotidiano. Stefano Massini. la Repubblica.
Prima avevamo il fisico da culturisti. Adesso non abbiamo neanche più quell’arma lì. Siamo rimasti cretini per i ragionamenti, ma non abbiamo più il fisico scolpito. Loro, le ragazze, avevano i fidanzati che studiavano architettura o frequentavano la Paolo Grassi, e recitavano Neruda; noi parlavamo degli uomini della Marvel, per esempio: quanto tempo può rimanere invisibile la donna invisibile? Le facevamo scappare. Maurizio Milani, scrittore satirico (Eleonora Barbieri). Il Giornale.
Oltre un certo limite, la forza di una democrazia diventa la sua debolezza. Roberto Gervaso. Il Messaggero.