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 2019  aprile 24 Mercoledì calendario

Le spoglie di Bernardette vanno in tournée

L’aspettano da giorni. Si accalcheranno ai lati delle strade mentre passerà l’auto che le trasporta. Sono previste file e file per avvicinarsi, per vederle anche solo da lontano. E questo si ripeterà in tutta Italia, per sei mesi, da Nord a Sud, da Alessandria a Patti, in provincia di Messina. Sardegna compresa. Parliamo del viaggio e dell’accoglienza che riceveranno le reliquie di santa Bernadette Soubirous, la povera guardiana di pecore a cui apparve in una grotta di Lourdes – sperduto borgo francese ai piedi dei Pirenei – la Bella Signora, che poi definirà se stessa come «Immacolata Concezione». Lourdes si è trasformata in una capitale mondiale della fede e dei miracoli. La piccola Bernadette, divenuta santa dopo una vita sofferta e poco felice, è indissolubilmente legata al nome di Lourdes e oggi frammenti del suo corpo, che riposa incorrotto nel santuario di Nevers, sempre in Francia, arriva in Italia per essere accolto, pregato, venerato. Ma come è possibile, in un periodo storico segnato tanto profondamente dalla secolarizzazione e dalla lontananza dal culto? Eppure succede. Succede che le parrocchie, le chiese, le cattedrali si svuotino di fedeli e si riempiano sempre più di visitatori e di turisti, mentre sono sempre frequentati santuari, abbazie, conventi, soprattutto quando conservano corpi di santi, reliquie importanti, statue ritenute miracolose, luoghi di apparizioni mariane. 

TURISMO RELIGIOSO
La voglia del sacro, il desiderio di riuscire a scorgere anche solo il barlume di una vita diversa, un lembo di cielo, di infinito, sembra anzi aumentare. Complice anche la cupezza dei nostri tempi, gli orrori a cui terrorismo e follia ci stanno abituando. Lourdes, dicevamo, è una capitale della fede e insieme uno tra i maggiori poli del turismo religioso: nonostante qualche flessione, il flusso dei pellegrinaggi non si è mai fermato, superando il mezzo milione all’anno di iscritti, ma bisogna molto dilatare questa cifra, considerando che la maggior parte delle persone arriva a Lourdes individualmente. Se poi guardiamo all’Italia, troviamo molti altri casi straordinari: basti pensare che la basilica di Sant’Antonio, a Padova, nel 2017 ha superato i tre milioni e mezzo di presenze. Oggi, dunque, arriverà all’aeroporto di Orio al Serio l’urna contenente le reliquie, tra cui una costola della Santa, accompagnate dal cappellano italiano di Lourdes, padre Nicola Ventriglia, che le seguirà fino ad Alessandria, prima tappa di questo “tour” che durerà fino al 22 agosto, per concludersi nella diocesi di Albano, in provincia di Roma. Questo, del resto, è stato proclamato l’anno di Bernadette, visto che si celebra il 175esimo della sua nascita e il 140esimo della morte. Per celebrare lei, che vide la Madonna l’11 febbraio del 1858 e la rivide per altre 17 volte, fino al 16 luglio. La ragazzina, denutrita e poco in salute, aveva allora 14 anni. Ne visse altri ventuno, senza onori, né successi, sepolta in un convento, mentre Lourdes diventava grande e famosa.

PELLEGRINAGGIO DI CORPI
Non è la prima volta che le reliquie della Santa arrivano in Italia. Anche nel 2017 è successo, registrando una grande partecipazione popolare. Così quest’anno l’evento si ripete, con ben 33 diocesi italiane coinvolte. Come è stato un momento di forte coinvolgimento di vere e proprie folle il pellegrinaggio dei corpi di Padre Pio e di Padre Leopoldo, grandi santi dell’ordine dei frati cappuccini, a Roma nel febbraio 2016. Decine di migliaia di persone hanno affollato giorno e notte le strade della Capitale nella speranza di vedere passare le urne e di potersi avvicinare. E sono state predisposte le misure di sicurezza riservate alle visite dei capi di Stato di alto rango. Toccare, pregare, vedere le reliquie: un rito antichissimo, un culto che accomuna religioni e culture. In Italia si è diffuso soprattutto dopo le conquiste dei barbari. I popoli nordici, infatti, credevano fermamente che dopo la morte di un re benvoluto o di un uomo in fama di santità i loro resti continuassero a portare fecondità e benessere al luogo dove era avvenuta la morte. Si tratta, evidentemente, di un bisogno ancestrale, atavico, che si lega a credenze diverse, rischiando talvolta di scivolare nella superstizione. L’uomo, concordano gli antropologi e gli stessi teologi, ha sempre sentito la necessità di trovare un appoggio concreto, tangibile per la propria fede. Qualcosa che si può vedere e toccare, una traccia visibile dell’invisibile. E le reliquie rappresentano questa traccia, trasformandosi nell’ «intermediario» tra l’umanità piena di bisogni e la divinità che si lascia commuovere da tante miserie e infelicità.