Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  aprile 24 Mercoledì calendario

Deutsche, tra i piani B le nozze con Ubs

Monta la speculazione intorno alle nozze Deutsche Bank- Commerz che rischiano di non arrivare all’altare. Mentre spuntano potenziali piani B. Uno scenario è stato evocato dal ceo di Ing, Ralph Hamers, che all’assemblea annuale ha rivelato agli azionisti l’interesse a considerare acquisizioni cross- border, a certe condizioni. Una considerazione che è suonata come una conferma alle indiscrezioni secondo le quali il gruppo olandese avrebbe messo nel mirino Commerzbank, dovessero appunto fallire i negoziati per la fusione tra le due banche tedesche.
Per Ing la Germania – dove già è il terzo player bancario – è il mercato più importante dopo il domestico. Hamers ha ripetuto che Ing potrebbe considerare la crescita esterna per acquisire tecnologie o competenze che non ha.
Un altro scenario coinvolge invece Deutsche Bank ed è stato dipinto dal Financial Times, secondo cui Ubs sarebbe in pole position per un’aggregazione tra le attività di asset management dei due gruppi.
Secondo indiscrezioni raccolte dal quotidiano specializzato britannico, discussioni a riguardo sarebbero già in corso da un paio di mesi. Se l’operazione dovesse concretizzarsi, nascerebbe il nuovo campione europeo del risparmio gestito, più o meno alla pari con la francese Amundi che ha oltre 1,4 trilioni di asset under management. Una delle ipotesi sul tavolo vedrebbe lo spin-off della divisione di asset management di Ubs, che gestisce un portafoglio da 700 miliardi di euro, per fonderlo con la DWS, di cui Deutsche Bank detiene il 79%, in cambio di azioni della capogruppo.
In questo modo ci sarebbe un riassetto dell’azionariato a monte nella più grande banca tedesca, ultimamente un po’ in affanno, e la nascita di un colosso europeo del risparmio gestito a valle, considerato che DWS ha dimensioni analoghe all’unità di asset management della banca elvetica con un patrimonio in gestione di 662 miliardi. Deutsche Bank resterebbe il maggior singolo azionista, ma il suo peso sarebbe diluito.
È da diversi mesi che circolano voci sul destino di DWS. In passato era stato ipotizzato l’interesse di Allianz, la più grande compagnia assicurativa tedesca, ma nell’elenco dei potenziali partner ci sarebbero anche Amundi – che sta completando l’integrazione di Pioneer, rilevata da UniCredit qualche anno fa per 3,5 miliardi -, la connazionale Natixis Investment Managers e, secondo alcuni, anche Generali, che però non ha mai avvalorato questa ipotesi. 
DWS è una partnership azionaria, formula che concede a Deutsche Bank, diritti di voto speciali fino a quando deterrà una quota superiore al 40%. Al momento l’istituto tedesco ha il potere di rimuovere il comitato manageriale senza nemmeno consultare gli altri azionisti.
Sotto la spinta delle voci il titolo DWS è salito di oltre il 37% da inizio anno, sfiorando il prezzo di carico di 32,5 euro al quale è in pancia a Deutsche Bank, per una capitalizzazione di Borsa di 6,6 miliardi. Deutsche Bank non considererebbe comunque una cessione totale della controllata del risparmio gestito, dal momento che questo smentirebbe la strategia del ceo Christian Sewing di diminuire l’esposizione del gruppo all’investment banking e di aumentare invece i ricavi da attività più stabili come appunto l’asset management o il credito retail.
Ad ogni modo, sempre secondo quanto riporta il Financial Times, l’annuncio di un’operazione di DWS non sarebbe imminente.